di Bartolo Scandizzo La prima, è quella che esiste ancora! E questo è un merito da assegnare ad Ugo Picarelli che fin dal primo momento ne è stato il motore e l’anima. Nel nostro “piccolo” mondo non è facile “durare” senza perdere l’anima. Giungere alla XIX edizione è un bel traguardo che vale la pena sottolineare. La seconda sorpresa, consiste nel fatto che la comunità scientifica legata all’archeologia l’ha adottata come momento di confronto nazionale e internazionale. A testimonianza di ciò, a Paestum arrivano prestigiosi studiosi e giornalisti di chiara fama ogni anno. La terza sorpresa sta nel fatto che l’evento è cresciuto e, nonostante siano finiti i tempi delle “vacche grasse” della finanza pubblica che elargiva somme importanti per l’organizzazione dell’evento, oggi ha trovato un suo equilibrio con la riduzione dei costi, l’affinamento dell’idea e una collocazione strategica nell’area archeologica nata a nuova vita con la missione affidata Gabriel Zuchtriegel di implementare la presenza di visitatori nel Parco Archeologico di Paestum. Italo Voza, sindaco di Capaccio Paestum, e Ugo Picarelli, direttore della BMTA, sono stati tenacemente attaccati all’idea che portare l’evento nell’area archeologica fosse l’evoluzione naturale del processo di consolidamento del progetto messo in campo da Alfonso Andria, presidente della provincia di Salerno, nel lontano 1998. Per la verità, con la collocazione della sfere geodetiche nello spazio antistante il tempio di Cerere (dove annualmente viene montata la struttura in ferro che ospita gli spettacoli estivi), si era cercato di dare anche uno spazio attrezzato dignitoso dove ospitare gli espositori e la parte convegnistica. Purtroppo, una disputa dal sapore più che altro di contrapposizione con l’amministrazione Voza che per concreti problemi di inopportunità architettonica basta fare il confronto con la “serra” montata quest’anno), hanno vanificato sia lo sforzo organizzativo sia l’investimento importante del comune. Infatti, non si è vista una levata di scudi così forte nei confronti dell’ammasso di “ferraglia” che per estate intere sovrasta e impedisce la vista del tempio di Cerere a chi entra nell’area dal porta Aurea. Oggi la struttura è accantonata in un deposito in attesa di una sua ricollocazione in un altro spazio pubblico (si pensa a Capaccio Scalo). Ma è proprio la capacità di adattamento alla contingenza che ha fatto salire nella considerazione dei più la BMTA. Dalla prestigiosa location dell’hotel Ariston di Paestum, dove la borsa si è tenuta per oltre 10 anni, all’attuale collocazione all’interno dell’area archeologica, l’evento ha fatto presa come non mai anche nella considerazione del “popolo” capaccese che oggi ne sente l’influsso e la considera un elemento qualificante del programma culturale della “Città dei templi”. Lo stesso accade anche per la chora pestana, cioè dei paesi situati sulle colline che fanno da corona alla piana di Paestum, i cui abitanti seguono con interesse lo sviluppo artistico culturale della nuova impronta che Zuchtriegel ha dato in questo suo primo anno di incarico. In fondo, la BMTA in questo ventennio di vita ha tenuto vivo il rapporto tra la realtà turistica, che è cresciuta in ogni settore sul territorio comunale, e l’emergenza archeologica diretta da Marina Cipriani. Questi due mondi hanno trovato nell’evento organizzato dalla Provincia si Salerno una cerniera che ha saputo aprirsi e chiudersi senza mai disconoscersi definitivamente come avviene troppo spesso alle nostre latitudini anche solo per fare lo sgambetto a chi non ci sta bene. Il prossimo anno avremo la XX edizione. Sarà bene che si cominci a pesarci fin dal momento della chiusura dei battenti dell’edizione di questo anno. Sarà ancora meglio se i soggetti portatori di interesse facciano di tutto per avviare, fin da subito, una proficua collaborazione per fare in modo che il “ventennio” che abbiamo alle spalle sarà stato incubatore di altri importanti e certi successi.
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