di Bartolo Scandizzo
Rosario Carione è sindaco di Trentinara e, da pochi mesi, anche componente del consiglio direttivo dell’ente Parco Nazionale del Cilento, Vallo di Diano e Alburni (PNCDA).
Chi lo conosce sa che è un uomo dinamico, che studia i problemi e li affronta con cipiglio efficientista e, alla fine, porta sempre a “casa” (quella comunale) qualcosa che vale la pena di esporre all’attenzione dei suoi concittadini.
È un amministratore di lungo corso essendo stato consigliere comunale e vice sindaco con Lorenzo Fraiese. È al secondo mandato, ma vorrebbe evitare di candidarsi per il terzo incarico: “ci sono giovani capaci che possono validamente ricoprire la carica di sindaco.
Quali sono stati gli elementi di continuità e di novità con le amministrazioni guidate dal suo predecessore?
Con Lorenzo Fraiese, abbiamo iniziato un percorso di impegno politico ed amministrativo a servizio del nostro paese nell’anno 2001.
Quando abbiamo iniziato il nostro percorso, ci siamo dati come obbiettivo quello di recuperare il tanto tempo perduto, con iniziative ed opere pubbliche che avrebbero dovuto cambiare volto al nostro paese, e creare condizioni di sviluppo, penso che siamo sulla buona strada.
Posso sembrare banale, ma la novità sta nella continuità di preoccuparsi in maniera esclusiva del proprio paese, con umiltà, onesta e rispetto di tutti.
Un buon amministratore sa guardare alle necessità di spesa, ma anche a far quadrare il bilancio. Come è messo il comune di Trentinara sotto questo aspetto?
Dal 2010 ad oggi, tutti i comuni grandi e piccoli, hanno subito tagli importanti di risorse da parte del governo centrale. Sono state introdotti ulteriori e più gravosi oneri a carico dei cittadini, riducendo in modo consistente i trasferimenti agli Enti Locali, danneggiando le fasce più deboli e bisognose, costringendo i Comuni a massicce politiche di contenimento della spesa.
Un indefinito e astratto federalismo municipale hanno imposto, peraltro, un nuovo modello amministrativo che si ripercuote negativamente sulle piccole realtà quali la nostra, che con le poche risorse disponibili deve assicurare servizi essenziali per la collettività senza poter contare su risorse aggiuntive di alcun tipo.
Nonostante questo, l’amministrazione comunale di Trentinara, è comunque riuscita a coniugare le necessità di spesa con le disponibilità di entrate, riducendo ulteriormente la spesa corrente, puntando sul recupero dell’evasione, oltre che sull’ottimizzazione e maggiore efficienza dei servizi.
Nel 2010 lo stato traferiva circa 650.000,00 Euro, quest’ anno la previsione è di 346.000,00 Euro circa.
Nonostante questi numeri, il comune di Trentinara è riuscito sempre a coniugare la necessità di spesa con le esigenze di bilancio, garantendo servizi efficienti, migliorando, attraverso la realizzazione di opere pubbliche, il nostro paese.
Abbiamo dunque, un bilancio sano, che presenta un avanzo di amministrazione di circa 43.000,00 Euro, dati consuntivo 2015.
Tra i suoi concittadini, annovera Giuseppe Liuccio, il cantore del Cilento che molti scritti ha dedicato al suo paese. Come sono i rapporti con lui?
Abbiamo ottimi rapporti, nutro un grande affetto, una grande stima e un grande rispetto per il Prof. Liuccio, che io considero la massima Autorità Culturale del nostro territorio.
Da molto tempo Liuccio scrive articoli molto critici su come viene gestito il PNCDA, ente nel cui consiglio lei è appena entrato. Ha ragione o torto?
Ribadisco, il grande affetto e la grande stima per il Prof. Liuccio. Aggiungo, che mi sento spesso con lui e, attraverso Unico, leggo i suoi articoli, ricchi di spunti importanti, sui temi dello sviluppo, della crescita sociale e culturale del nostro territorio.
Ha ragione, quando, prova disperatamente, a far comprendere a tutti, della bellezza straordinaria del nostro territorio, sotto il profilo storico culturale, paesaggistico ambientale, e di quanto tutto questo, rappresenti una ricchezza enorme, per la crescita economica e turistica dei territori del PNCVDA. Mi sono trovato d’accordo con lui, nelle disamine di carattere socio culturali, dalle quali, traspare l’amore sfegatato per il nostro territorio.
Ho apprezzato anche gli articoli, volutamente provocatori, che dovrebbero servire a stimolarci.
Ho capito, in tanti suoi articoli, l’amarezza/sfogo di chi da sempre, considera il parco, motore per lo sviluppo in un’ottica turistica.
Non sono d’accordo, in questi ultimi tempi, con le analisi politiche e i giudizi un po’ frettolosi espressi.
Questo consiglio e il suo presidente, Tommaso Pellegrino, ha deciso di tagliare con il passato. Infatti, la scelta di non confermare nel ruolo di direttore Angelo De Vita né di richiamare dall’Abruzzo il suo predecessore, Domenico Nicoletti. Non pensa che potreste pagare lo scotto di aver caricato sulle vostre spalle anche la responsabilità della gestione oltre a quella politica dell’ente?
Premetto col dire, che credo fortemente nel PNCVDA quale propulsore di sviluppo del nostro territorio. Ho fiducia nel Presidente Tommaso Pellegrino, ed in questo nuovo direttivo, di cui faccio parte.
Ho condiviso e, senza nasconderlo, anche stimolato la decisione che si tagliasse con il passato. Tutto ha un inizio ed una fine.
Il nuovo percorso va affrontato e governato, anche correndo qualche rischio, visto che l’aspettativa è alta. Ma dateci tempo, non avventuriamoci subito, in giudizi frettolosi ed approssimativi.
Per quanto mi riguarda, il direttore dell’Ente Parco, proprio perché è un ruolo importantissimo, va scelto con grande attenzione.
Il presidente, e l’attuale consiglio direttivo, in piena autonomia, e sottolineo in piena autonomia, anche col rischio di dover pagare lo scotto di vedersi caricati sulle spalle la responsabilità gestionale, oltre che politica dell’ente, sapranno scegliere la guida amministrativa più adatta.
Le decisioni fin qua prese sono tutte scaturite da voti unanimi da parte del consiglio che ha assecondato l’indirizzo dato all’ente dal presidente. Allo stato avete chiaro l’orine delle priorità da affrontare?
Certamente, d’altronde abbiamo, ad oggi, fatto un solo consiglio direttivo dove si è votato e approvato all’unanimità tutti gli argomenti posti all’ordine del giorno tra cui l’elezione del Vice presidente e della giunta, argomenti sui quali in politica la divisione è di norma. Abbiamo dato un grande segnale di serietà, di responsabilità.
Il presidente, all’atto del suo insediamento, ha sottoscritto una carta d’intenti del Parco Nazionale del Cilento Vallo di Diano e Alburni, che condivido pienamente.
Una carta d’intenti nella quale, oltre ad affermare il compito/dovere di tutelare questo straordinario patrimonio che il parco rappresenta, viene enunciato anche il dovere di valorizzarlo, di promuoverlo, di diffonderlo, realizzando le giuste sinergie, per far si che le dichiarazioni di principio in essa enunciate, possano diventare prassi consolidate, sistematiche e concrete. Le priorità del parco sono tante …
La prima sarà riconquistare la fiducia dei cittadini del parco … e non sarà facile!
Bisogna continuare la costruzione di un’unica identità dei territori del parco. Proprio per questo, proporrò, nel prossimo consiglio direttivo, l’approvazione di un atto, attraverso cui chiedere a tutti gli enti che insistono sul territorio del parco, l’utilizzo nella carta intestata di ogni singolo Ente, anche del logo del parco. Bisognerà, inoltre, far ripartire il parco quale motore di sviluppo dell’intero territorio, promuovere la ricerca scientifica, investire nella formazione coinvolgendo le scuole del territorio, sarà puntare sul ruolo strategico dei giovani.
Siamo consapevoli delle grandi aspettative che oggi ricadono su di noi. Sarà una sfida che affronteremo con forza, e con coraggio.
Il rapporto del PNCDA con gli abitanti che vivono nei comuni situati nel perimetro dell’are protetta si è molto sfilacciato negli ultimi anni. La gente vive male le problematiche emergenti con i danni causati dalla fauna selvatica e l’aumento della burocrazia nelle concessioni edilizie. Ma non ha la contezza dei grandi riconoscimenti che l’ente ha ottenuto a livello europeo e mondiale. Come pensate affrontare tutto ciò?
È vero! Il rapporto tra l’ente e la gente che vive nei territori del parco è ai minimi storici.
Vengono oggi percepite solo le limitazioni, che in un parco debbono esserci, per la salvaguardia del territorio, ed il problema dei cinghiali.
La legge 394/91, legge quadro sulle aree protette, all’Art. 7 “Misure di incentivazione”, prevede che per i comuni e le province i cui territori insistono in un parco nazionale, vengano attribuite priorità nella concessione di finanziamenti, aggiungendo che il medesimo ordine di priorità, venga attribuito anche ai privati che intendano realizzare iniziative produttive o di servizio nel territorio del parco.
Penso che sia arrivato il momento, per chiedere il pieno rispetto di questa norma!
Oggi, il parco non viene percepito per i risultati positivi ed i riconoscimenti che a livello europeo e mondiale ha ricevuto, che in molti non conoscono nemmeno, ma per l’eccessiva burocrazia nel vedersi rilasciata una concessione edilizia e per i danni causati dalla fauna selvatica.
Stiamo lavorando, affinché possano essere snellite le procedure burocratiche. Con gli uffici del parco stiamo predisponendo una circolare da inviare a tutti gli uffici tecnici dei comuni, nella quale vengono individuate e comunicate una serie di attività edilizie che non saranno più soggette al nulla osta del parco.
Per quando riguarda l’emergenza cinghiali, si sta lavorando su più fronti.
Il problema dei danni causati dai cinghiali può essere risolto agendo a più livelli, con una gestione complessiva delle popolazioni sia nelle aree di caccia, sia nelle zone precluse all’attività venatoria e attraverso un’approfondita conoscenza della popolazione sulla quale si deve operare. Sono stati formati altri selecontrollori, che si aggiungeranno a quelli già operanti. Inoltre, con Decreto Dirigenziale n. 139 del 02/09/2016, la regione Campania ha approvato il Piano d’Azione per l’Emergenza Cinghiali in Campania.
Nel territorio operano i GAL che sono destinatari di risorse pubblica utilizzate in modo privatistico. Le loro azioni, il più delle volte, sono completamente scollegate tra loro e per nulla coordinate con il PNCDA. Cosa pensate di fare?
Penso che la presenza, oltre ai comuni, di altri enti, soggetti o aggregazioni varie di comuni, non sia un bene.
Si corre spesso il rischio di occuparsi tutti, spesso e male, delle stesse problematiche, facendolo in maniera approssimativa e confusionaria.
Spero, ma questa non può essere che una speranza, ci possa essere la capacità, e ce ne sarebbe la necessità, di coordinarsi! Però, la vedo difficile …
Come anche i due progetti per “Le aree interne” Vallo di Diano e Cilento, a cui aderiscono la stragrande parte dei comuni del PNCDA. Correte il rischio di veder passare sotto il vostro naso risorse e progetti che riguardano l’are protetta. Come pensate di arginare queste sovrapposizioni?
Penso che, con la riforma delle Province e relativo dimensionamento delle funzioni, l’ente Parco Nazionale del Cilento Vallo di Diano e Alburni, possa e debba avere oggi, un ruolo centrale di raccordo sul territorio tra i vari soggetti istituzionali presenti.
Il problema non è tanto legato al fatto di vedersi passare sotto il naso risorse e progetti che riguardano l’area protetta. La vera questione è come le risorse verranno utilizzate.
È chiaro, che se riuscissimo a coordinarci, sarebbe sicuramente un bene per il territorio. Sono, però, preoccupato ma spero che chiunque sarà beneficiario di risorse possa utilizzarle esclusivamente per la realizzazione di interventi ed opere utili al territorio.
Io, nel ruolo di consigliere del parco, farò del mio meglio affinché le risorse di cui il parco sarà beneficiario, vengano utilizzate a vantaggio della crescita del territorio, non di altro.