di Oreste Mottola
Di mozzarelle e bufale si sa e niente è il caso ora di aggiungere. Del cavallo si vede e si sente, ma poco emerge visto che le attività sono racchiuse all’interno di circoli e club. Cronache da uno dei primi dieci poli agricoli del Salernitano, tale per produzione lorda vendibile. Altavilla è il più sconosciuto, s’incunea dal Cilento ai confini della zona definita la “California” d’Italia, la Piana del Sele. Un pezzo di Nord nel cuore del Sud. Qui vediamo ancora le criniere al vento dell’ultimo cavallo da guerra italiano, il Persano. Intorno a questa “razza”, beniamina degli ultimi sovrani borbonici che la vollero far sviluppare popolando un notevole villaggio di addetti all’allevamento, con una cultura e delle abilità che sono restate impresse nel territorio circostante anche dispetto della sciagurata decisione di trasferire gli allevamenti governativi nell’Italia Centrale e poi di sopprimerli. Tradizione e professionalità intorno al cavallo qui c’erano rigogliosi tra l’Ottocento e il Novecento, ma si trovavano oltre il Sele: a Eboli, Battipaglia, e Pontecagnano. Negli ultimi tempi, come per la bufala, il fiume è stato scavalcato e l’interesse si è accentuato proprio tra Altavilla e Capaccio. E’ nato un buon indotto, tutto creato e condotto da giovani. Ad Altavilla, molteplici associazioni, che puntano alla dedizione e all’impegno costante nell’allevamento di questo bellissimo animale che è il cavallo. Qualche anno fa segnalò questo la giovane e talentuosa Mariasole Nigro, poi diventata promettente critica letteraria e attrice, censì – per la locale “Collina degli Ulivi” tutte le strutture evidenziando una realtà di tutto rispetto, soprattutto dal punto di vista economico.
ANTONIO DI FEO: “IO SCOMMETTO SUL PERSANO”
Il “Persano” è l’amore e la principale missione del Club Ippico “Tristano” di Antonio Di Feo. Lui si occupa di doma ed addestramento, stazione di monta e pensione cavalli. Caratteristica fondamentale di questa associazione è, oltre ai corsi di equitazione e alle passeggiate con i cavalli di razza salernitana, l’allevamento del “Persano”, famiglia quasi estinta, di cui sono rimasti circa sessanta esemplari, dei quali trentasei di proprietà di questo centro. “La razza Persano è stata salvata e riportata al suo habitat naturale grazie all’opera di Alduino di Ventimiglia” così dice Antonio Di Feo parlando dell’avvincente storia del cavallo “Persano” che, dopo essere stato trasferito al “Posto raccolta quadrupedi Grosseto”, è stato riportato qui dove è nato e vissuto per la maggior parte del tempo. “Noi vogliamo crescere con la razza “Persano”, e puntiamo molto a conoscere la storia della nostra zona. Abbiamo fatto un tuffo nel passato sperando che questi sforzi siano premiati” così continua il presidente del Club “Tristano”. “Vorremmo coinvolgere anche le scuole, con la creazione di una fattoria didattica”.
FABIO MOTTOLA, MANISCALCO E MAESTRO DI EQUITAZIONE
Il Club Ippico “Le Tre Torri” di Fabio Mottola, attivo dal 2004, si caratterizza non solo per doma ed addestramento, ma soprattutto per la “preparazione dell’uomo e del cavallo” all’agonismo. Il Club, infatti, è affiliato alla FITETREC-ANTE, disciplina sportiva associata al Coni. E’ una scuola di equitazione, che ospita 25 cavalli scuderizzati e che offre, a grandi e piccoli, la possibilità di poter praticare questo meraviglioso sport che non ha limite di età. “Abbiamo un gruppo di quindici ragazzi che svolgono le gare da Roma alla Calabria; ci esercitiamo molto nella creazione di un tutt’uno tra il cavallo e il cavaliere: solo così si ottiene la giusta carica per saltare gli ostacoli. Bisogna avere tanto amore, tanto affetto per questi animali. Noi cerchiamo di creare una squadra sociale alla quale insegniamo, prima di tutto, l’ABC del cavallo!” Così parla Fabio Mottola, che oltre ad essere un eccellente cavaliere, è anche l’unico maniscalco residente ad Altavilla. “Quando ci si affeziona a questo sport, non lo si lascia più, perché ti entra nell’animo.” Dice il presidente del Centro “Le Tre Torri”.
DANIELE SAPONARA E’ IL CAMPIONE
L’ “A.S.D.E. Black Cyclon” di Daniele Saponara, riconosciuto come centro da un anno e legato anche lui alla FITETREC-ANTE, si contraddistingue, prima di ogni altra cosa, per la grande professionalità e l’esperienza con cui viene affrontato il mestiere e la vocazione di cavaliere. Daniele Saponara gareggia, come privato, dall’età di quattordici anni e conosce molto bene il mondo del cavallo. “Punto alla formazione del cavallo e del cavaliere. Cerco non solo di trasmettere l’amore per questo meraviglioso sport ma anche di portare un po’ di qualità, soprattutto dopo aver fatto uno stage con Luciano Di Masi, cavaliere federale di terzo livello, CT della Nazionale Italiana salta – ostacoli giovani cavalli.” Così parla Daniele che continua “Bisogna essere prima uomini di cavallo e poi cavalieri per poter conoscere davvero questo mestiere. Si deve avere tanto amore e spirito di sacrificio. Il cavallo, infatti, va curato tutti i giorni: esso va strigliato ed è necessario preparare la lettiera.” Campione di Cross Country, Daniele Saponara, ogni tre settimane circa, gareggia a livello Nazionale con i cavalli che ospita nel suo centro. Le sue competenze e la grande umiltà con cui si pone nei confronti dell’uomo e del cavallo lo aiuteranno, sicuramente, a portare avanti il suo sogno e a “continuare la missione di cavaliere che ama il cavallo nel rispetto delle nostre radici.”
NEL MONDO VA GIANLUCA MARTINO
Ma non finisce qui. Radici altavillesi ha anche Gianluca Martino, principale promoter del cavallo arabo nel mondo. Suo nonno, Oscar Caramante, era un fantino e trovò la morte durante delle gare ippiche che si svolgevano a Napoli. Il nipote dirige ed edita la lussuosa rivista internazionale “Arabian Horse” ed è di casa tra il Texas e Dubai. Tutto torna perché è il sangue arabo ad aver dato la specificità al “Persano”, il cavallo che ha vinto le Olimpiadi e che era montato dai nostri soldati nell’ultima carica della nostra cavalleria nella sfortunata campagna di Russia dell’Armir.
IL MONITO DI PERTINI. “Non si trascuri la nobile tradizione di allevare quei meravigliosi cavalli di Persano”, disse Sandro Pertini, nel 1980, incontrando al Quirinale una delegazione di contadini che reclamavano la restituzione all’agricoltura dei terreni della base militare di Persano. Sul fronte del recupero della razza “Persano” opera Cecilia Baratta Bellelli. L’operazione, che è insieme di archeologia culturale e di ingegneria genetica, inizia dalle ricerche negli antichi archivi, nei romanzi e nei quadri, per rintracciare descrizioni e disegni di questa razza di cavalli che tanto piacquero a Sandro Pertini. Si passi la nota campanilista a mio favore poiché solo a Altavilla sembra che sia stato fatto il salto dall’allevamento equino quale costoso hobby della blasonata nobiltà ad attività sportiva ed economica di giovani appassionati.