di Bartolo Scandizzo
Le passate elezioni amministrative sono state una vera sorpresa per il paese dove la politica è vissuta con raziocinio e guardata dall’alto di decenni di esperienza maturata nella piazza e davanti ai bar che vi affacciano.
Infatti, erano in pochi a dare vincente l’attuale sindaco, Guglielmo Vairo. Avvocato che viveva fuori sede ma con salde radici nel paese dove suo padre, Franco, ha cresciuto una moltitudine di giovani studenti nell’istituto magistrale aperto nel 1967.
Ma, nel paese dove pure le pietre “fanno” politica, c’era da aspettarselo che il voto “d’opinione” quello libero che resta nascosto nell’animo fino all’ultimo secondo, tracimò in un percentuale che lasciò di sasso Angelo Pipolo e Carmelo Vertullo candidati avversi nella lista “Piaggine sei tu”. Vairo prevalse con 558 voti peri al 51,67%.
Nella prossima primavera sono proprio loro che vorrebbero la “rivincita” volendo giocare la partita di ritorno proprio contro Vairo. Pipolo vorrebbe capeggiare la lista e tornare sulla poltrona che fu sua per lungo tempo; mentre Vertullo vorrebbe avere una seconda opportunità.
Nei capannelli che si aggregano e si sciolgono per ritrovarsi in altre pacate o animate discussioni si fanno analisi, si immaginano scenari, di perseguono obiettivi, si scrutano le possibilità di ognuno dei possibili protagonisti … infondo è uno schema che si ripete da sempre e non solo a Piaggine, ma in ogni piccolo comune del Cilento o di altre realtà dove il rapporto tra individui è ancora vis a vis.
Da un po’ di domeniche, si nota nell’Agorà “chiainara” un nuovo ingresso con ambizioni politiche. Si tratta di Giuseppe Palmieri, figlio di Angelo che è stato sindaco per diverse consigliature. Egli vive a Capaccio Scalo ma, come avviene spesso nei piccoli comuni, si cerca tra gli oriundi una faccia “nuova” che possa suscitare speranze e scompaginare gli schemi consolidati rimettendo in gioco una o più famiglie che muovono voti, come nel caso della numerosa e “potente” famiglia Palmieri.
Su Vairo, anche lui chiamato per dare una spinta rinnovatrice alla stagnante situazione politica- amministrativa del paese, si racconta che le sue azioni siano in risalita negli ultimi tempi. All’insediamento si trovò di fronte ad una situazione disastrosa dal punto di vista dei conti, con debiti fuori bilancio lasciati dall’amministrazione guidata da Angelo Ciniello che l’aveva ricevuta in eredità dall’amministrazione Pipolo.
Sembra che ora i conti tornino e, col tempo, ha saputo colmare il “debito” di inesperienza dovuto al fatto che, anche lui, aveva vissuto lontano dal paese per motivi di studio e lavoro: durante il mandato ha, invece, abitato nel paese e quasi abbandonato la professione di avvocato.
Tra Vertullo e Pipolo si sta “combattendo” una battaglia per la leadership della lista che siede all’opposizione. Il primo vuole la seconda opportunità, il secondo vorrebbe riprovarci tentando di aggregare lo scontento, che pure c’è, nei confronti di Vairo.
Discorso diverso per Palmieri che, sostenuto da Toni Bruno, anch’egli ex sindaco, tenta di giocarsi la carta del terzo incomodo, presumibilmente, per raccogliere i voti di Vertullo e Pipolo senza pagare il “dazio” di doverli mettere in lista.
Per saperne di più bisogna parlare con i non allineati. Cioè, con quei soggetti che, pur “pendolando” tra un capannello e l’altro, difficilmente si fanno incastonare per l’uno, per l’altro o per l’altro ancora …
Sono loro che appartengono alla terra di mezzo, vivono la campagna elettorale più come un diversivo al tranquillo essere cittadino con diritto di scelta senza dover pagare lo scotto di trovarsi direttamente nella contesa.
I non allineati o allineabili, anche se pure loro hanno “famiglia” (nel senso che possono avere uno o addirittura due parenti candidati), si sottraggono al conteggio preventivo non tanto per dichiarazioni esplicite, quanto per quell’atteggiamento riservato che, caso strano, nessuno mette in conto di violare.
Gli strateghi e i contabili delle diverse “fazioni” che conoscono la storia e le storie delle vicende amministrative oltre ai legami di parentela o di amicizia di ogni nucleo familiare, hanno difficoltà a “censire” ogni possibili variabili. Ecco perché, in fondo ad ogni previsione si accende sempre la fiammella del dubbio rispetto a Tizio, Caio o Sempronio.
Pertanto, la piazza per confrontarsi, il segreto dell’urna per far valere il pensiero divergente che coglie l’attimo e punta la “matita” magari cambiando direzione all’ultimo secondo vanificando intere giornate di analisi e calcoli che hanno riempito, ancora una volta, l’essenza di una contesa elettorale che fa la storia di una comunità.