di Giuseppe Liuccio
Come avevo anticipato nell’articolo precedente anche quello di questa settimana è dedicato all’Anno Nazionale dei Cammini, che offre l’opportunità di ipotizzare, tracciare e realizzare itinerari minimamente attrezzati alla scoperta e valorizzazione del nostro vasto territorio dichiarato dall’UNESCO, “patrimonio dell’umanità”
Il Cilento, infatti, è stato teatro di eventi storici che ne hanno, a volte, sconvolto il territorio e che, comunque,vi hanno lasciato tracce e testimonianze importanti. Lo stesso dicasi,naturalmente, del Vallo del Diano Dalle coste all’interno, dal mare ai monti, la varietà di clima e di vegetazione offre scenari straordinariamente belli lungo percorsi di pochi chilometri. I centri storici dei piccoli paesi, arroccati sulle alture o distesi nelle brevi vallate, conservano gioielli di architettura minore e rievocano ancora stagioni feconde di attività artigianali. Il paesaggio rurale è un susseguirsi di testimonianze di una civiltà contadina, ricca di valori umani ed espressione di un’agricoltura dalle inconfondibili specificità.
Sulla base di queste premesse, è possibile organizzare percorsi che possono offrire occasioni di scoperte di un territorio ricco di memoria storica, sempre che il Parco esca dalla politica del vago, la smetta di inseguire farfalle sotto l’arco di Tito, entri nel vivo della programmazione della concretezza con un progetto serio, credibile e praticabile nel breve tempo. E, a puro titolo indicativo, ne elenco alcuni:
1° Itinerario archelogico, che punti certamente sulle note Paestum e Velia, ma anche sui territori circostanti per scoprire centri di grande rilevanza storico-artistica,dal punto di vista archeologica, quali Civitella e Roccagloriosa, Camerota, Palinuro Caselle in Pittari e non solo.
2° Itinerario monastico-basiliano, che ricorda uno dei periodi più interessanti, anche se meno conosciuti, della storia cilentana e che trova i suoi punti di forza in chiese e monasteri disseminati un pò dappertutto. Rilevanti, tra le altre, le testimonianze di Pattano, San Giovanni a Piro ed Eremiti.
3° Itinerario monastico-benedettino: da Castellabate a tutto il Cilento antico la presenza dei benedettini è testimoniata da chiese, conventi, castelli, porti, fondachi.
4° Itinerario della libertà, che parte da Zenone, il quale si strappò la lingua e la lanciò ancora sanguinolenta contro il tiranno di Velia Nearco, che lo spingeva a rivelare i nomi dei congiurati, e rievochi, via via, la storia tragica di Spartaco sconfitto da Crasso nelle gole dei monti tra Trentinara e Giungano, esalti l’atto eroico dei cittadini di Pellare, che agli inizi del ‘600 si ribellarono ai soprusi del signorotto locale, per finire ai protagonisti delle rivolte del 1799 e, soprattutto, del 1828, 1848, 1857, 1860. Il canonico Antonio De Luca, Costabile Carducci, Carlo Pisacane e Giuseppe Garibaldi che ebbero a seguito uomini di ogni parte del Cilento; e non c’è comune del nostro territorio che non vanti un eroe o un avvenimento importante:
5° La civiltà contadina, rivisitata attraverso i musei di Ortodonico, Moio della Civitella, Morigerati, ecc.
6° Il baronaggio:castelli e case gentilizie sono espressione di un’epoca che non è tutta da condannare e che, comunque, è tutta da conoscere.
7° Sulle orme dei briganti: episodi straordinari e personaggi ricchi di fascino, che ancora oggi popolano l’immaginario collettivo, hanno contraddistinto un periodo della storia della mia terra. E’ ancora possibile individuare luoghi e covi dei briganti.
E l’elenco potrebbe continuare con l’itenerario dell’artigianato, del folclore, dell’enogastronomia, dei santuari mariani, delle chiese rupestri, dei fenomeni carsici, dei cilentani illustri ecc.. Ma di questi avrò modo di occuparmi di sicuro nell’immediato futuro.
Durante i mesi estivi di qualche anno fa mi capitò di leggere, sull’inserto regionale di una prestigiosa testata intere pagine pubblicitarie di invito a visitare il Cilento con notizie proprio su alcuni percorsi che ho suggerito sopra.
Credo non siano serviti a gran che: Si impegnarono notevoli risorse (faccio questo mestiere e so quanto costa una pagina di pubblicità su di una testata a larga tiratura) per stimolare i turisti, prevalentemente campani, ad una escursione fai da te, senza indicazioni di percorsi attrezzati, senza indicazioni di posti ristoro, senza suggerimenti di guide preparate ed autorizzate, senza il coinvolgimento degli amministratori, delle pro-loco, delle associazioni di volontariato ed onlus, senza gli operatori del territorio, senza la partecipazione attiva della vasta comunità civile .. Se si fossero impegnate quelle risorse a creare una seria coscienza dell’accoglienza, forse si sarebbero gettate le basi per un progetto serio del rilancio del territorio. Ma queste sono colpe delle precedenti governance
Temo, purtroppo, però che, anche la nuova, di governance, si stia incamminando, pericolosamente, sulla strada della vecchia. Dopo l’ufficializzazione dell’insediamento degli organi statutari (c’è voluto quasi un anno), si apre ora la telenovela della nomina del direttore con il rischio concreto di altri mesi di rinvio. Il nuovo Presidente, designato a metà dicembre del 2015, dopo quasi un anno di “prorogatio”, per commissariamento, del precedente, fu nominato,però, ufficialmente ad aprile di quest’anno: Hha presenziato da “pellegrino” curioso a convegni ed eventi in lungo e in largo per i comuni del territorio,ma ancora non ha presentato le linee programmatiche, a cui intende improntare la sua attività nel quadriennio del suo mandato, né ai consiglieri, né alla Comunità del Parco, né alla più vasta comunità civile, né ai media Io,personalmente, non ne ho conoscenza. Forse durante i mesi estivi mi sono distratto. Se è così, correrò ai ripari. Ho letto annunzi vari, questo sì,ma non ne ho colto una visione d’insieme,. evidentemente per mia incapacità di sintesi. Spero di sbagliarmi. Comunque il clima che si respira e la scarsa operatività non generano e tanto meno trasmettono entusiasmo. Per intanto i cinghiali, però, imperversano devastando coltivi e minacciando centri abitati ed invadendo liberamente le strade interpoderali non solo, ma anche le provinciali trafficate; e questo si giustifica meno.. La credibilità e la fiducia della gente è pari allo zero .La rabbia,poi, è palese ed incontenibile e rischia di esplodere in atti inconsulti Così non si va da nessuna parte. Non c’è un, dico uno, giorno da perdere
Lo ripeto fino alla noia: la base di partenza è rimotivare i cilentani nella consapevolezza che il Parco è e resta un grande motore di sviluppo, far riscoprire l’orgoglio di identità e di appartenenza soprattutto alle nuove generazioni per l’enorme patrimonio di cui il territorio dispone. Fu fatto, con straordinario successo, con trasmissioni settimanali dal titolo indovinato “Il Parco delle meraviglie“. Correva la metà degli anni ’90.I Cilentani scoprirono ed amarono il Cilento e si entusiasmarono con travolgente collaborazione ad animare piazze, centri storici, monumenti, santuari per dare il senso della festa collettiva. Bisogna ritornare a quello spirito, riscoprirlo ed esaltarlo. Diversamente il fallimento è dietro l’angolo. Ci pensi bene la nuova “governance” E, se posso sommessamente dare un consiglio: non si rinserri nella solitudine sdegnosa dell’autosufficienza.E,per quanto mi riguarda, preciso, a scanso di equivoci, che le eventuali critiche propositive ed i suggerimenti sono dettati esclusivamente dall’amore per la mia terra Avevano questa finalità i precedenti, che ho reso pubblici nei miei scritti su questo come su altri giornali (cito, tra gli altri, “memorabilia”, il corso di formazione per amministratori pubblici,, operatori economici ed,ovviamente, docenti e studenti delle scuole di ogni ordine e grado del territorio,, un “Premio Cilento” di caratura nazionale ed internazione, ecc, ecc, Vanno in questa stessa direzione anche gli itinerari suggeriti per dare concretezza anche qui da noi all’Anno Nazionale dei Cammini.Mi convinco sempre più che la RINASCITA del territorio, Parco compreso, passa attraverso la CULTURA,che educa alla sensibilità e la affina. Forse sarebbe il caso di promuovere anche qui da noi una Associazione di Difesa del Bello. I Cammini, di sicuro, fanno scattare uragani di emozioni di fronte al sorgere di un’alba chiara o del fuoco di un tramonto, del sorriso di un granato, che si spacca con i chicchi rossi alle prime piogge, delle gocce di sangue dei corbezzoli maturi nel verde lustro del fogliame di ottobre,del tappeto violaceo dei ciclamini nei fossati, della vanità dei funghi che s’incappellano nel sottobosco, delle sculture della natura nelle stalattiti e stalagmiti delle risorgive carsiche, delle trote che sgusciano argentee negli slarghi dei fiumi, delle lontre che fuoriescono timide dalle tane lippose, del filo di fumo che, sui tetti rossi, svapora aromi di eriche, mortelle e ginepri bruciati nei camini, dove brontola sulla brace rovente il paiolo di fagioli o mitraglia “lo vrularo” delle caldarroste. Urge EDUCARE AL BELLO per RISPETTARLO Forse urge cominciare a fare anche un Corso di ESTETICA del Turismo per pervenire ad una ETICA del Turismo. Ma per farlo c’è bisogno urgente di UN’ETICA DELLA RESPONSABILITA, che, purtroppo, è ancora latente negli amministratori pubblici in generale e del Cilento in particolare. Troppo latente, se non addirittura inesistente..Ritornerò ancora sul tema che mi appassiona ed intriga’