Di Oreste Mottola
Girolamo Auricchio mostra ottimismo. “La cancellazione dell’ospedale? L’ha sancito un atto aziendale, mica la Cassazione di Roma. E chi lo ha previsto fa già mostra di pentimento. L’importante è non fare oggi cose inconsulte. La parola al popolo? Lasciamola solo quando nient’altro sarà possibile fare e dovrà essere dura e creativa. Prepariamoci a chiedere conto non solo dell’Ospedale ma di una serie di scelte centrali che bistrattano la nostra Valle. Si è già aperta una trattativa dura e difficile dove noi dobbiamo tenere sotto controllo i nostri nervi. I contatti già ci sono e poi alla fine il Tar ci darà ragione. E a quel giorno ci dobbiamo arrivare bene. Chi sogna di avere qui il movimento anti Tav, con Roccadaspide trasformato in Chiomonte, non sa in quale tunnel ci sta per infilare. De Luca è un avversario duro ma leale. Se ci illudiamo di vincere inscenando il braccio di ferro per questioni di principio ci asfalterà”. Le considerazioni di Auricchio pesano tanto. Sono sedici anni di battaglie pro Ospedale che lui ha sempre vinto. Da sindaco o da vice. Un po’ di lotta e un po’ di governo. Ma sempre sul “pezzo” e da vero leader territoriale. Un’altra via, che funga da vera e credibile alternativa non è sul campo. Virtualmente sì, ma non è certo sul campo, perché ammazzata da questo o quel giornalista come pure il solito ‘ntrovolatonzo parolaio tenta di far passare. Il Comitato “Salviamo l’ospedale della Valle del Calore e degli Alburni”, ha preannunciato entro fine Ottobre una grande mobilitazione popolare coinvolgendo le scuole, le parrocchie, le associazioni e le istituzioni presenti sul territorio. “La battaglia è difficile – dicono – ma uniti si può vincere”. Va bene. Il là è stato dato, si aspetta il prosieguo. Evitando di individuare il capro espiatorio per una inazione che perdura ormai da troppo tempo e non è indice del perseguimento di una strategia di lotta. Mancanza che non si può nascondere insultando e spargendo male parole a go go. I don Chisciotte non servono alla causa e fanno male… anche a se stessi.
LEGGE SUI PICCOLI COMUNI.
Gli hurrà per la legge sui piccoli comuni e le provvidenze per le aree interne, almeno qui tra Valle del Calore e Alburni, cozzano contro la realtà delle scelte odierne in materia di sanità. Soprattutto quelle che si fanno scudo di numeri che ognuno manovra verso le proprie convenienze. Dove eravamo rimasti? Mentre andavamo in stampa c’era la “confessione” del direttore generale dell’Asl, Giordano. E’ lui ad aver firmato l’atto aziendale per il riordino della rete ospedaliera. Giordano, ebolitano, ha garantito il mantenimento di reparti e servizi per gli ospedali di Sapri e Polla, una nuova vita per Agropoli e Sant’Arsenio, un potenziamento di Vallo della Lucania. Ha anche accelerato le procedure per unificare gli ospedale di Eboli e Battipaglia. Muovendosi dentro spazi di manovra non ampi ha cercato limitare i danni. Il più giovane dei nosocomi, Roccadaspide, invece, è il più penalizzato. Diventerà un presidio ospedaliero con soli venti posti letto (oggi ne conta circa 70) e la soppressione di tre reparti: ortopedia, cardiologia e chirurgia. Resterà quindi la sola medicina generale, oltre a radiologia e laboratorio d’analisi.
NIENTE DI NUOVO SOTTO IL SOLE
“Dove è la novità? E’ dal 2001 che ci vengono a suonare le campane a morto”, riflette Auricchio. Nessuno osa dargli torto. Una previsione questa, che ha messo sul piede di guerra i sindaci dell’intero comprensorio che chiedono di incontrare il Governatore Vincenzo De Luca e annunciano di essere pronti anche ad un ricorso al Tar. L’area che serve il nosocomio rocchese, l’intera zona del Calore, degli Alburni, e dell’Alento, è vasta e in condizioni disagiate, soprattutto per una viabilità non ottimale, con tempi di percorrenza notevoli per raggiunge i presidi di Battipaglia o Eboli a Nord, Polla ad Est e Vallo della Lucania a sud. Nonostante le polemiche, però, il direttore generale dell’Asl Salerno Antonio Giordano non sembra intenzionato a fare passi indietro. Lo ha ribadito durante una visita all’ospedale di Eboli. “Ho un magone al cuore perché essendo io un esecutore d’ordine che non può modificare la programmazione regionale si è trovato a dover subire questa scelta su Roccadaspide”, ha detto sulle frequenze di Radio Alfa. “E’ una scelta che francamente mi dispiace – ha chiosato – ma che non ho potuto evitare anche se abbiamo tentato di migliorare i livelli di erogazione di servizi alla popolazione riempiendo il contenitore di Roccadaspide in una serie di altri servizi come l’ospedale di comunità un Uccp, una Hospice e una casa per la salute”.
NEL FRATTEMPO? LA REGIONE RECEPISCE LA DIFFIDA E FERMA TUTTO
Cittadini della Valle e maestranze dell’Ospedale stiano tranquilli. Fno al 25 gennaio, data dell’udienza presso il Tribunale Amministrativo, non verrà toccato niente. Poi si vedrà. La “diffida” è stata recepita. L’iniziativa era stata assunta dal sindaco di Roccadaspide. La bozza dell’atto aziendale, secondo Iuliano, è “chiaramente illegittima e palesemente iniqua”. Di qui la richiesta di un’audizione urgente e la diffida “di sospensione di ogni iniziativa che vada nella direzione dell’adozione, mediante pubblicazione ufficiale, dell’Atto aziendale in relazione alla rete ospedaliera dell’ASL Salerno”. Anche per la “La Svolta”, il gruppo politico di opposizione di Roccadaspide, la soluzione è nella “spersonalizzazione” della lotta in difesa dell’ospedale, e nel decentrare le scelte a un comitato che tenga dentro tutti: sanitari, cittadini e politica locale. Senza delegare alle solite leadership. “E’ opportuno, a nostro avviso, – dice il consigliere comunale Paolo Antico – lavorare alla risoluzione del problema in maniera sinergica, e per questo motivo chiediamo pubblicamente di convocare un consiglio comunale d’urgenza”.