di Giuffrida Farina
Sono stato in servizio presso l’ENEL di via Mezzacapo a Sala Consilina, per tre anni, dal 1983 al 1986; ero impiegato tecnico, e questa esperienza lavorativa mi ispirò alcune elaborazioni, nelle quali associavo elementi di natura elettrica, ad aspetti legati alla vita quotidiana. Un giorno, dalla sede (ero insieme al dirigente Karoschitz ed al caporeparto De Vito), ci recammo, per un sopralluogo tecnico, a Teggiano. Karoschitz,durante il viaggio con la vettura ENEL, inaspettatamente mi elogiò, dicendomi che sapeva delle mie passioni artistiche, gli ne aveva parlato un suo amico insegnante di Sala Consilina, col quale ci eravamo conosciuti in una manifestazione letteraria; io restai meravigliato ed assai imbarazzato, si creò una sorta di sconcertante ‘situazione fantozziana col megadirettore galattico’, lo ricordo come uno dei momenti più intensi e significativi di quella esperienza. E ricordo dei colleghi salesi, in particolare Carmine Cafaro e Pasquale Chirichella, che si divertivano tantissimo quando raccontavo di questa, ed analoghe, così le definivo, ‘agghiaccianti esperienze ed emozioni violente’. Di seguito vi sono due raffigurazioni; una di esse è un disegno nel quale una fanciulla è ‘svolazzante’ tra lampadine, segnali elettrici e tralicci. L’altro disegno riguarda un traliccio ed un palo aventi sembianze umane; ho attribuito, a questi 2 sostegni, una forma femminile, dunque li ho antropomorfizzati; anzi, scherzosamente, li ho ‘donnamorfizzati’, avendo dato, ai sostegni, caratteristiche di genere femminile!