Di Oreste Mottola
Roccadaspide, la partita del girone di andata è finita male. Almeno tre a zero. Risultato netto. L’ospedale di Roccadaspide è stato fatto “dimagrire” da settanta a soli venti posti letto. Azzerate le speranze di espansione. Una mazzata tra capo e collo. NON COLPEVOLI. Gli unici non colpevoli sono quelli della comunità umana e professionale che in questi anni ha lavorato nel plesso della Valle del Calore. In prima linea medici e paramedici, finanche i pazienti che raccontando del trattamento ricevuto hanno convinto non solo i compaesani ma anche le persone provenienti da fuori provincia a venire a curarsi qui. E poi il promoter Girolamo Auricchio che su ogni dove decantava i pregi dell’ospedale del suo paese e ne presentava i “numeri” positivi della gestione. COLPEVOLI. Sono colpevoli i consiglieri regionali che anni fa approvarono una legge di riordino della sanità campana che più o meno, ma solo dalle nostre parti, oggi si attua. Infatti su Eboli e Battipaglia si accelerano le pratiche per l’unificazione. Nella Piana del Sele non si applaude e non ci si stracciano le vesti. Idem per Agropoli che vede riaccendersi il lumicino della speranza per una riapertura del suo ospedale. I numeri sono lì a parlare. Dei presidi cilentani cambia il numero dei posti letto per acuti attualmente sussistenti con 212 per Polla, 20 per Roccadaspide e Agropoli, 322 per Vallo della Lucania, e 114 per Sapri. Mentre i distretti sanitari, della zona cilentana, saranno Sapri, ‘Capaccio-Roccadaspide’ e ‘Vallo della Lucania – Agropoli’. Roccadaspide vede stopparsi il suo sogno di un ospedale sempre più grande capace anche di promuovere un’economia locale sempre più stagnante. Se tanto mi dà tanto, oggi siamo alle percentuali del vino cotto, un terzo di quel che già si aveva. Polla e Vallo della Lucania, che rivaleggiano con Rocca come poli di attrazione di popolazione da una Valle del Calore e da una Valle dell’Alento sempre più desertificate, pegno non ne pagheranno. IL RITORNO DELLA PARTITA. Partita di sola andata si diceva che è ormai “andata”. Il “ritorno” si terrà il 25 gennaio si terrà l’udienza di discussione per quanto riguarda il ricorso presentato dal dal sindaco Gabriele Iuliano, contro il nuovo piano di riorganizzazione ospedaliera varato dal commissario dell’Asl Salerno Joseph Polimeni. Potrà andare bene o sancire il disastro. Lo storico leader Auricchio fa mostra di realismo: “Roccadaspide da 70 posti scenderà a 20 posti con conseguente chiusura dei reparti di chirurgia, ortopedia e cardiologia. Purtroppo nulla poteva cambiare, l’atto è un appendice del piano ospedaliero e così hanno voluto. E menomale che il dottor Coscioni, delegato del presidente De Luca, ha detto che il Cilento è stato rinforzato, se questo sarebbe un rinforzo…». ALTRE PAGELLE CON SUFFICIENZA. Continuiamo con le pagelle. Molto più della sufficienza va accordata al consigliere regionale Cammarano che, oggettivamente, ha fatto quel che poteva. Come al solito non si sono risparmiati Mario Cammarota e Fernando Lombardi, semplici cittadini attivi, storici difensori dell’Ospedale. NON PERVENUTI. Non lo stesso si può dire di un Comitato Popolare apparso come pura entità virtuale e nemmeno molto inclusivo. Sì, il Comitato Popolare, non è mai entrato nella partita rinunciando manco provandoci, di fronte a un esito prevedibile, o a organizzare una manifestazione popolare di proposte. Sed semper amico Francione, la cosa non si organizzava mica da sola? “Non pervenuto” anche il Pd di Roccadaspide, guidato stando a un manifesto che una volta si vide, da Michele Lettieri e Gabriele Iuliano. Cosa accadrà nel breve periodo? Servirà o meno la ristrutturazione degli stabili dove sarà riaperto un modernissimo Pronto Soccorso? Quali dimensioni, quantitative e qualitative, avrà l’aumentato esodo delle personalità sanitarie attualmente in servizio?
BATTIPAGLIA E EBOLI VERSO L’INTEGRAZIONE
«L’atto aziendale che ridisegna la struttura degli ospedali va nella direzione che abbiamo chiesto da tempo – afferma la sindaca di Battipaglia Cecilia Francese -. Ne avevamo discusso anche nell’incontro con il direttore generale dell’Asl Antonio Giordano. Il piano conferma la direzione unica tra gli ospedali di Eboli e Battipaglia e un’armonizzazione dei reparti evitando i doppioni e migliorando i servizi. L’indirizzo dato getta le basi anche per ottenere fisicamente l’ospedale Unico».
7 OTTOBRE A EBOLI
A questo proposito il prossimo 7 ottobre si discuterà proprio del piano ospedaliero nel corso di un convegno organizzato ad Eboli. Sarà anche quella l’occasione per discutere della bozza dell’atto aziendale. «L’atto aziendale proposto rispecchia ciò che ci siamo detti nel corso dell’incontro con il direttore generale dell’Asl Antonio Giordano – afferma il vicesindaco battipagliese con delega alla Sanità Ugo Tozzi -. Quell’incontro fu molto proficuo e la bozza dell’atto lo conferma. A Battipaglia manteniamo e confermiamo il Polo Materno Infantile mentre a Eboli passa il Polo Cardiologico. Nei dettagli vedremo nei prossimi giorni ma già possiamo annunciare che si tratta di un buon piano che potrà certamente essere migliorato ma che ci vede soddisfatti».
UN PIANO “RAGIONERISTICO”
Intanto filtrano i particolari del lavoro che hanno portato alla formulazione delle proposte attualmente in discussione- I risultati dell’atto aziendale sono stati realizzati in base alle seguenti caratteristiche territoriali dei 158 Comuni della provincia di Salerno:
-21 con un elevato grado di urbanizzazione e una popolazione residente pari al 56% del totale; -40 con un livello medio di urbanizzazione e una popolazione residente pari al 23%; – 97 con un basso livello di urbanizzazione e una popolazione residente pari al 21%.
L’area con livello medio di urbanizzazione è localizzata a ridosso di quella metropolitana, lungo la costa cilentana e del Vallo di Diano. Mentre l’area a basso livello di urbanizzazione è localizzata prevalentemente nelle zone della collina e della montagna interna, area Cratere, Cilento Interno e Vallo di Diano.
LE PROPOSTE MIGLIORATIVE IGNORATE . Ne aveva presentate diverse la Cooperativa Medica “Magna Graecia” che sintetizza il risultato finale così. “L’Ospedale di Roccadaspide in sostanza chiude. L’Ospedale di Agropoli rimane cosi com’è oggi. Sono attese, entro il termine di martedì 27 settembre, all’attenzione del Direttore Generale dell’ASL Salerno, dott. Antonio Giordano, le considerazioni, le osservazioni e le proposte delle Organizzazioni sindacali, dei dipendenti dell’Azienda, delle Amministrazioni locali, degli Ordini professionali, delle associazioni di Categoria e degli Organismi di rappresentanza degli utenti”.
IL VESCOVO MINIERO NON CI STA
A supportare la causa dell’ospedale di Roccadaspide, anche il vescovo Ciro Miniero che parla della situazione sanitaria nel Cilento: “Ai problemi legati alla viabilità si aggiungono quelli della sanità. Ospedali chiusi, pochi posti letto, reparti che rischiano la soppressione, strutture fatiscenti e inadatte a reggere un alto numero di pazienti sono emergenze di cui non si dovrebbe parlare, in special modo in Paese evoluto e industrializzato come l’Italia. I politici devono darsi da fare ed impegnarsi al massimo, anche più delle loro stesse possibilità. I semplici cittadini, invece, possono fare poco ma si tratta di azioni molto concrete e dalla grande importanza strategica. Si deve creare una rete – sottolinea – che unisca i vari centri ed una sinergia tra i cilentani. Si deve fare squadra e battersi affinché queste piaghe vengano curate una volta per tutte, diventando finalmente uno sgradevole ricordo. Abbiamo unicità che ci permettono di essere allo stesso livello di altri luoghi, di altre località. Eccellenze che tutti ci invidiano. Queste eccellenze – conclude – devono essere il nostro futuro ma con questo stato delle cose non garantiscono a chi vive qui uno stile di vita dignitoso”.
Nella prossima settimana sono attese altre notizie.