Di Bartolo Scandizzo
Il 2016 è stato proclamato “Anno nazionale dei cammini” dal ministero dei Beni e delle attività culturali e del turismo: d’altra parte si tratta di un patrimonio di 6.600 km di strade su cui muoversi alla ricerca di se stessi, di un po’ di pace o per il semplice piacere di farlo.
Mentre l’Italia scopre il business dei “cammini” naturalistici e spirituali, nel Parco Nzionale del Cilento Vallo di Diano e Alburni ancora balbettiamo una lingua incomprensibile per le nuove forme di turismo.
Prima o poi ci arriveremo, ma sarà già passato il treno che, quando si parla di turismo, passa sempre in anticipo per noi.
Infatti, anche in Italia si riscopre il piacere di camminare e scopre anche che fa bene: alla salute e al turismo. Ecco perché lungo tutta la Penisola e per questo il 2016 è stato proclamato “l’Anno nazionale dei cammini” dal ministero dei Beni e delle attività culturali e del turismo. Da, invece, ancora ci attardiamo ad investire risorse ed energie nei vecchi filoni del settore turistico.
L’Italia ha un patrimonio di 6.600 km di cammini naturalistici, religiosi, culturali e spirituali – spesso poco noti – su cui muoversi alla ricerca di se stessi, di un po’ di pace o per il semplice piacere di farlo. Dal Nord al Sud Italia, passando per il cammino di San Benedetto ai luoghi di San Francesco, dalla via Francigena all’Appia antica. Tutto si fa all’insegna del viaggiare lento, per conoscere altre persone e altri luoghi da una prospettiva diversa da quella di un finestrino dell’automobile in corso su strade e autostrade.
Anche nell’area del Parco Nazionele del Cilento, Diano e Alburni sono stati individuati diversi “cammini”: Tre Grotte, tre fiumi, La via Istimica, il cammino di San Matteo ed altri ancora in bici (il Cammino silente per esempio). In atto c’è anche il tentativo di tracciare il “Cammino del Cilento”. Esso è già stato “camminato” e tracciato per i 35. Parte da Paestum, passa per Roccadaspide, Castelcivita, Controne, Postiglione, Auletta, Pertosa, Polla, Sant’Arsenio, San Pietro, San Rufo, Teggiano, SAssano, Padula, Buonabitacolo, Sanza, Caselle in Pittere, Morigerati, Tortorella, Vibonati, Villammare. Si tratta di circa 180 Km percorsi in 10 giorni. Resta da tracciare la parte Sud che, che toccherà i paesi e i borghi collinari, fino riportare il testimone al punto di partenza, cioè a Paestum.
I cammini, dove sono stati organizzati e attrezzati, si sono rivelati un’opportunità per rivalutare alcune zone e paesi posizionati su vie “scavalcate” dalla costruzione di super strade ed autostrade. Infatti, essi sono ottimi per chi ama un turismo lento che può valorizzare anche i luoghi meno noti del Paese. Sono migliaia le persone che ogni anno camminano su sentieri e tratturi noti e meno noti (10 mila sui cammini francescani, 7 mila sulla via Francigena per fare un paio di esempi e centinaia di migliaia sul Cammino di Santiago di Compostela.).
L’Italia ha le carte in regola per ambire ad essere la meta di un turismo sostenibile, non solo concentrato nelle capitali dell’arte, ma che attraversa e vive tutta la bellezza italiana. Puntare su questo tipo di turismo, in crescita negli ultimi anni, contribuisce a far conoscere e valorizzare l’Italia come museo all’aperto. Il turismo, il modo di fare turismo, sta cambiando volto, in modo radicale, e il turista è sempre più un viaggiatore del tempo e degli spazi. Chi più dei nostri borghi collocati a poca distanza l’uno dall’altro, può rispondere “presente” a queste esigenze?
Certo, dovremo investire un po’ di risorse per la realizzazione di un’applicazione gratuita che consenta ai camminatori, pellegrini, escursionisti … che vorranno avventurarsi sulle nostre strade di sentirsi “accompagnati” e “coccolati” in ogni momento vissuto nel nostro mondo. Altre risorse dovranno essere destinate a farlo conoscere e provare come si fa per ogni prodotto che si rispetti.
Chi ha a cuore lo “sviluppo sostenibile” chiacchierato ad ogni angolo di “convegno” a cui assistiamo da tempo immemore deve solo tentare di destinare risorse anche per questo aspetto …
Col tempo e con la calma che deve distinguere questa azione di valorizzazione del territorio i risultati non mancheranno ad arrivare, “passo dopo passo”.