Di Adriana Coralluzzo
Chi è Vincenzo Inverso e perché è così vicino al Cilento?
“I miei genitori sono cilentani doc, nati e cresciuti in quel di Piano Vetrale, paese dove trascorro diversi periodi dell’anno. Sono consulente e assistente parlamentare alla Camera dei Deputati esattamente all’Ufficio di Presidenza. La mia storia politica è tutta nel campo dei moderati, sono promotore di un progetto con il quale mi sono candidato anche a Sindaco di Battipaglia #PERUNNUOVOINIZIO, sono stato consigliere comunale a Battipaglia. Ho fatto il Presidente di una società pubblico-privata la Battipaglia Sviluppo S.p.a. Sono stato Presidente del giornale della Fondazione Liberal di cui oggi sono il responsabile a livello nazionale del dipartimento studi e ricerche. Sono giornalista pubblicista e dopo la laurea in Scienze Aziendali mi sono specializzato con dei master in marketing & city management – business administration. Non da ultimo, sono assistente universitario alla Link Campus di Roma e all’Uni Sapienza di Roma, sede Latina, al corso di economia e diritto d’impresa con il professore Carlo Pacella”.
Perché è stato nominato nel Consiglio del Parco Nazionale del Cilento, Vallo di Diano e Alburni? È stato indicato come vicepresidente?
“Io non so chi e per quale motivo ha voluto accostare il mio nome alla figura di Vicepresidente del Parco! Premesso che non sono gli incarichi che fanno l’uomo, un professionista, questi si valutano dall’impegno e dall’operato. Oggi posso dire di essere il delegato e il rappresentante del ministro dell’ambiente nel consiglio direttivo del parco. Il vicepresidente viene eletto dal consiglio nella sua prima seduta, è una figura che sostituisce il Presidente in ogni caso di assenza o impedimento. È una figura che viene scelta seguendo una legge e lo Statuto del Parco il quale prevede le forme, i modi e le caratteristiche per essere eletto. Tutto il resto è fantascienza, fa parte di invettive da parte di qualcuno che non ha a cuore questo parco e probabilmente è costruttore di tensioni e di notizie false”.
Come valuta l’incapacità di trovare una soluzione alla questione viabilità, in particolare sulla Cilentana?
“La priorità è aprire la Cilentana. Se il Cilento non diventa immediatamente raggiungibile via terra, aria e mare non stiamo parlando di niente. Confido molto sulle capacità risolutive del Presidente De Luca il quale mi sembra abbia preso un impegno e, io sono convinto, che questa volta la strada verrà riaperta. Per quanto mi riguarda ho già fatto pressioni sul Ministro Galletti affinché possa destinare alla viabilità e ai tanti problemi legati al dissesto idrogeologico quante più risorse per mettere in sicurezza le strade. Naturalmente dobbiamo far in modo che una volta raggiungibile il Cilento sia vivibile con un grande progetto di marketing territoriale, che poi è la mia materia, per fare in modo che il primo Parco nazionale e uno dei più belli d’Europa, diventi anche il primo per attrattività. L’area parco, grazie allo sviluppo turistico, dovrà portare un beneficio alle popolazioni e agli imprenditori e che possa contribuire ad incrementare il PIL (Prodotto Interno Lordo) della nostra Provincia e Regione”.
Qual è la prima idea di marketing che le viene in mente?
“Un’App che aprirebbe con un semplice smartphone le porte del Cilento, da qualsiasi posto al mondo. Poi, dobbiamo creare delle grandi porte di ingresso per il Cilento, ad esempio Battipaglia, Eboli che sono gli accessi dalle infrastrutture autostradali, creare gli infopoint e una serie di servizi di “welcome” per chi viene a visitare le nostre terre”.
Sul ripopolamento delle aree interne come pensa si debba agire?
“Il Cilento ha tre fasce naturali: costiera, collinare e montana. Qualsiasi piano di marketing che funzioni deve contemplare le varie fasce. La fascia costiera lavora molto durante il periodo estivo ma le altre due potrebbero lavorare 12 mesi all’anno. Il PNCDA è una “Ferrari” che fino adesso hanno tenuto in garage e non hanno avuto neanche il pilota capace di poterla guidare. Credo che Tommaso Pellegrino sia una garanzia da questo punto di vista”.
Il Parco ha investito sulla ristrutturazione di molti immobili che poi non sono stati affidati, che impegno c’è in tal senso da parte sua?
“Ho chiesto già una ricognizione di tutto quello che c’è come risorse umane, immobiliari, come infrastrutture, parco macchine in modo tale di avere una fotografia che corrisponda al momento del nostro insediamento. È chiaro che noi dobbiamo mettere in produttività tutto: quello che oggi è un problema deve diventare un’opportunità”.
Come si dialogherà con sindaci che hanno nei loro comuni gli immobili?
“Premesso che i sindaci rappresentano la massima autorità di un territorio, si deve portare grande rispetto per il loro lavoro ma devono capire che bisogna collaborare, da soli non si va da nessuna parte, la Comunità del parco e il Parco devono superare vecchi modus operandi per aprirsi a quella che deve essere una nuova stagione, verso un cambiamento radicale rispetto al passato”.