Di Massimiliano De Paola Spettano sempre onori ed oneri a chi vince le elezioni, questo si sa. Chi assume la carica di Sindaco è ben consapevole che dopo le celebrazioni e gli onori per la vittoria, arriveranno anche gli oneri con assunzioni di responsabilità per azioni e scelte difficili da compiere per le proprie comunità. Il terzo millennio si è aperto con nuove aspettative da parte di cittadini e imprese, ma anche con nuovi problemi da affrontare, il più urgente di tutti quello occupazionale. E i sindaci sono i primi ad essere chiamati in causa quando le cose non vanno per il verso giusto. Nei giorni scorsi, nel Vallo di Diano, è nata una diatriba tra il Sindaco di Polla Rocco Giuliano ed il Presidente della Comunità Montana del Vallo di Diano Raffaele Accetta. Una dialettica abbastanza aspra nei toni e nei contenuti. Contrasti, contraddizioni e incomprensioni di un territorio che ancora non riesce a coordinarsi. Le difficoltà di parlare con una sola voce si riscontrano sia a livello politico sia a livello imprenditoriale. Non si riesce a capire in che direzione s’intende andare. Le Istituzioni sono quelle che ci dovrebbero guidare, eppure, a volte, come in questo caso, si fa davvero fatica a comprendere come vogliono programmare lo sviluppo del nostro territorio. Frutto di queste incomprensioni o equivoci, sono le Fonderie Pisano. La Comunità Montana del Vallo di Diano si oppone decisamente all’apertura delle Fonderie Pisano da parte del Comune di Polla. Già in passato l’assessore Giuseppe Curcio aveva mantenuto una porta aperta in relazione ad una prospettiva di questo tipo, dicendo che a Polla non erano pervenute richieste in tal senso ma laddove fossero arrivate il progetto sarebbe stato valutato. Il Presidente Raffaele Accetta si è subito mobilitato scrivendo al Sindaco di Polla Rocco Giuliano per ricordare che “la Comunità Montana da tempo ha posto in essere azioni e progetti rispondenti ai propri principi statutari con particolare interesse alla tutela e salvaguardia del territorio quale bene comune da difendere sulle barricate della democrazia e della partecipazione. Beni comuni come la montagna, i fiumi, il paesaggio, la salute, la cultura e l’ambiente vanno sempre difesi”. Nella lettera Accetta ricorda al collega Giuliano che “le battaglie contro le aggressioni si vincono attraverso il ‘fare sistema’, oggi siamo tutti coscienti del fatto che per ottenere uno sv iluppo sostenibile del territorio è necessario attuare questa logica, ovvero unire le forze e collaborare con l’obiettivo di sviluppare l’economia, tutelare l’ambiente e migliorare la qualità della vita della comunità locale. L’individuazione del Vallo di Diano da parte della Regione Campania, d’intesa con il Ministero della Coesione, quale 2° Area Pilota della Strategia Nazionale delle Aree Interne, è il riconoscimento di come si possono trasformare gli obiettivi in risultati attraverso il lavoro di rete”. Dalla missiva, inoltre, il Presidente della Comunità Montana fa trapelare una certa preoccupazione sulla tendenza a destabilizzare il lavoro e l’immagine di un territorio coeso e responsabile e, proprio per questo motivo, informa il Sindaco di Polla, stante le precedenti iniziative fatte anche per impedire le ricerche di idrocarburi e la volontà di perseguire da anni un diverso tipo di sviluppo, della decisione di portare nei prossimi giorni l’argomento all’attenzione della Conferenza dei Sindaci in quanto si ritiene che la scelta di determinati insediamenti comprensoriali, vada preventivamente discussa e approfondita con le Istituzioni locali e le rappresentanze territoriali già impegnate nel percorso di costruzione del preliminare di progetto della Snai. Tutto questo accade mentre sul nostro territorio si parla ancora della proposta Città Vallo, per alcuni ormai divenuta stantia, anacronistica e senza senso. Non è facile riuscire a coniugare benessere e salute ambientale mantenendo un livello occupazionale decente. Il nostro comprensorio ha estremo bisogno che si crei lavoro e benessere sociale. E’ compito delle Istituzioni trovare il giusto equilibrio per rispondere alle esigenze dei cittadini. Di proposte ce ne sono state tante nel corso degli ultimi anni, di concretezza nei fatti un po’ meno. Il risultato è che il territorio si è impoverito a vista d’occhio e ciò ha avuto come prima conseguenza una diaspora di giovani preoccupante. Speriamo che si cambi la tendenza e che finisca il declino. Leggo dai giornali “In Italia meno giovani a casa e 189 mila occupati in più”, speriamo che sia di buon auspicio anche per noi!
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