Di Bartolo Scandizzo A passeggio per Piaggine con Tommaso Pellegrino, presidente del Parco Nazionale de Cilento, Diano e Alburni. In occasione della terza serata de “Il banchetto della sposa” in contrada Ponte, il borgo storico del paese. Convocati, insieme al presidente della Comunità montana Calore Salernitano, Angelo Rizzo, Maurizio Caronna, giornalisti, cittadini … dal sindaco Guglielmo Vairo per discutere di spopolamento demografico nei borghi interni del territorio del parco. Per mancanza di pubblico, l’incontro è stato tradotto in un confronto informale su argomenti vari, quelli più adatti da trattare davanti alla granita di fragoline di bosco, presso il bar “Al Cavallino”, battezzata sul campo “Granita del parco” da Pellegrino. In questa occasione ho avuto modo di interloquire col presidente rimasto sorpreso e un po’ contrariato del mio ultimo articolo pubblicato su Unico num 29 dal titolo “I primi cento resistibili giorni di Tommaso Pellegrino”. Mi ha promesso l’invio di una missiva con tutto ciò che ha fatto finora da presidente “solo” al comando. Mi ha confermato che entro settembre avrà al suo fianco il consiglio al suo fianco e potrà così partire il suo mandato definendo, con l’organo di governo al completo, le linee d’azione del suo quinquennio. Altri argomenti di discussione sono stati la necessità di informare e formare le giovani generazioni nate nell’area parco, rendendo pregnante il rapporto con le scuole. Inoltre, sarà necessario potenziare la comunicazione rivolta all’interno dell’area protetta. Pellegrino, accompagnato da Cono D’Elia, sindaco di Morigerati e componente eletto in consiglio tra i quattro sindaci, ha fatto visita al centro di accoglienza per i giovani immigrati impiantato presso la struttura “I Sentieri nella roccia” complimentandosi con la gestione. La piazza, una grande risorsa dei nostri paesi, a Piaggine si fa luogo principe di attrazione e accoglienza. I due bar che dilatano i loro spazi fino a rendere i loro esercizi un tutt’uno con l’ambiente festoso, ma non chiassoso, che tutto tiene nel suo abbraccio a forma ovale. Essa dà l’idea di come i nostri borghi sanno prestarsi al mondo esterno senza riserve e, pertanto, facendosi corpo con chi vi entra tentandolo fino al punto di volerne fare parte. A questo risorsa identitaria punta Pellegrino quando esclama: “quando le città scoppieranno per la pro aridità di rapporti umani, i nostri borghi dovranno farsi trovare pronti ad accogliere chi cerca relazioni vere in un ambiente sano, con servizi adeguati ai tempi!” Il tempo stringe, l’accoppiata del parco deve andare a presidiare altri palcoscenici estivi. A chi resta, il piacere di un “Banchetto” quella della “sposa” che esce dagli schemi del “mangiare” a tutti costi e ci riporta dove il cuore di questi luoghi ha veramente battuto più forte che mai almeno il giorno delle festa nuziale. La sfilata in abiti da sposa e da cerimonia che dal Palazzo Tommasino si snoda fino al ponte sull’arido fiume Calore deprivato della sua acqua è tocco inusuale nel piccolo borgo storico abbarbicato sulle rocce emergenti a destra e a sinistra della cascata. L’abbraccio del pubblico che assiepato lungo la gradinata sembra sfiorare le belle e brave ragazze prestate ad essere altre da sé in una serata magica.
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