Di Oreste Mottola Meno trecento posti letto negli ospedali a sud di Salerno, cinquanta di questi nella sola Roccadaspide. Tolta la “filosofia”, del nuovo piano ospedaliero questo resta. E poi a cascata meno tutto: primari, medici, infermieri e meno pil da spesa sanitaria su paesi che di questo ormai campano. Il “pallino” è in mano al commissario governativo Polimeni, ma De Luca può continuare a dire la sua. Ai sindacati e agli stakeholder del settore altro non è restato che “mettersi in porta di ferro” attraverso il ricorso al Tar. La pronuncia del Tribunale Amministrativo può anche rivelarsi disastrosa se riconosce la correttezza del Piano, delle procedure e delle decisioni regionali. Puoi fare sette e mezzo o sballare in una sola manche della partita. La sentenza del Tar si applica e non si contratta. Sarà facile scontentare che scegliere chi non scontentare. I conti, alla fine della fiera, dovranno avere il segno meno. E poi le partite rimaste insolute: Agropoli su tutte. E il ridimensionamento più o meno pesante per Roccadaspide. IL POSSIBILISTA ANTONIO GIORDANO Su un’altra trincea se ne sta l’ebolitano Antonio Giordano appena ricevuto il mandato dal presidente De Luca di direttore generale dell’Asl salernitana dichiara: ”Siamo qui per servire i cittadini e non per garantire i conti. Ho il mandato chiaro di migliorare i Lea garantendoli in modo qualitativo e quantitativo. Girerò per gli ospedali e parlerò con ognuno di voi”, ha concluso il manager che conterà su Maria Vittoria Montemurro, direttore sanitario, e Antonella Tropeano che darà attenzione ai conti da direttore amministrativo. Giordano, da esperto navigatore dei mari locali, sa che a qualcuno dovrà dare e a qualche convincere a rinunciare a un reparto, un primariato e qualche distretto. Agropoli non può essere cancellata definitivamente dalla geografia sanitaria provinciale. Giordano si appella ai Lea: i Livelli essenziali di assistenza (LEA) sono le prestazioni e i servizi che il Servizio sanitario nazionale è tenuto a fornire a tutti i cittadini, gratuitamente o dietro pagamento di una quota di partecipazione (ticket). E noi comuni cittadini non li potremo misurare attraverso il numero delle ambulanze del 118, i posti letto, i medici e gli infermieri in servizio in una zona. I dati poi non sono comparabili: ci diranno e ci dovremo fidare. LA MOBILITAZIONE DELLA VALLE DEL CALORE Una prospettiva, che su un’altra riva, forse la più piccola ma certamente la più combattiva, quella della Valle del Calore, vedono da sempre con il sospetto di chi sa che il conto potrà essere chiamato a pagarlo in proprio. Il primo annuncio fu da choc, con una riduzione da 70 a 20 posti letto dell’ospedale locale. Ed è qui che scatta la prima mossa: il “doroteo” Auricchio, non figura nella cabina di regia del comitato di lotta dove ha alzato la gigantografia dell’uomo che urla più di tutti, lo spauracchio di molti, quell’incrocio tra Ernesto Che Guevara e Renato Curcio: Giovanni Francione, rivoluzionario in s.p.e. La mossa fu di qualche mese fa ora il primo cittadino in carica di Roccadaspide, l’avvocato Gabriele Iuliano, comincia a pensare che forse con Franco Alfieri, ancora dominus di Agropoli, bisognerà andarci a trattare di persona, mettersi d’accordo, e non continuare a guardarsi in cagnesco come ha continua a fare – e senza risparmio di polemiche spesso anche extrasanitarie – il Francione. L’IMPERATIVO E’ ORA DI ALLEARSI CON AGROPOLI E FRANCO ALFIERI Chi ragiona sa che il rischio è quello di fare la manzoniana fine dei capponi di Renzo Tramaglino. E quindi occorre buttare acqua sul fuoco. Fare peggio è solo sparire dal campo della discussione. L’operatività del Comitato non ha brillato, tanto che tranne qualche assemblea nei comuni vicini, per altro mai troppo affollate, niente di significativo si è visto. Certo Francione ha fatto da spalla ai “5 Stelle” per ottenere un’audizione presso la Regione fin dal 26 maggio scorso. La situazione si è ulteriormente intorbidita e l’appiattirsi sulla figura politica del consigliere regionale Michele Cammarano nulla di buono promette all’orizzonte di un Auricchio – Iuliano usi a trattare con l’uomo forte del momento. Francione però reagisce a modo suo. Una campagna pubblicitaria, affidata al grafico Biagio Di Stefano, altavillese ma residente a Castel San Lorenzo, ricorderà che la vita non è misurabile con i soldi da spendere, i Lea e altre diavolerie simili, mentre le nostre disastrate strade consumano tempo indispensabile al soccorso. Le motivazioni “ad oppnendum” sono note e nello scorso numero di questo giornale ha ben illustrate la collega Gina Chiacchiaro e, per spazi e sintesi, qui si omettono. Interessante è vedere invece il riordino dell’intero sistema sanità del Cilento così come si evice dal piano Polimeni, già all’esame del Ministero della Salute. AGROPOLI L’ospedale di Agropoli, già Centro ambulatoriale ad indirizzo Oncologico e struttura residenziale per cure palliative (hospice) e attività territoriali, vedrà riaprire il suo pronto soccorso. Il presidio agropolese, da potenziare “attesa la collocazione in zona turistica e difficilmente raggiungibile” avrà il pronto soccorso e 20 posti letto di Medicina; ospiterà un centro sovra-aziendale territoriale per i disturbi del comportamento alimentare. VALLO DELLA LUCANIA Il Presidio Ospedaliero di Vallo della Lucania al servizio della vasta area sud della provincia, punto spoke nella rete dell’Ictus, hub di I° livello nella rete cardiologica, spoke II rete emergenze pediatriche, oltre che CTZ nella rete traumatologica, spoke emergenze gastroenteriche, spoke nella rete del dolore. Vengono attribuite le discipline di Neurologia e Gastroenterologia, Neonatologia, Psichiatria, Riabilitazione. POLLA Conferma il suo ruolo di presidio di pronto soccorso della rete dell’emergenza ed è identificato quale spoke nella rete per l’Ictus cerebrale e spoke per l’emergenza cardiologica, nonché PST nella rete Trauma e spoke I emergenze pediatriche. È programmato un Servizio di Oncologia in regime ambulatoriale. Il plesso di S. Arsenio diventa struttura territoriale ed ospita un Ospedale di Comunità e l’UCCP. SAPRI Sede di pronto soccorso, costituisce spoke nella rete cardiologica, PST rete Trauma, spoke I emergenze pediatriche. L’ospedale manterrà i punti parto. ROCCADASPIDE Per la posizione logistica è configurato come punto di accesso in deroga in zona particolarmente disagiata, dotato di 20 posti letto. Cambia anche la centrale operativa del 118: sarà unica per l’intera provincia di Salerno. Agropoli, Roccadaspide, Sapri e Vallo della Lucania saranno considerate elisuperfici occasionali per l’eliambulanza. Fin qui le previsioni del nuovo Piano Sanitario con annessa l’infasta previone di un difficile arretramento di De Luca da un’immaginaria linea Maginot che poco o niente vuole sottrarre agli altri centri sanitari della vicina Piana del Sele. Al P.O. di Eboli, individuato come p.o. sede di pronto soccorso, sono stati assegnati 166 pl.; Al P.O. di Battipaglia individuato come p.o. sede di pronto soccorso, sono stati assegnati 138 pl.; Al P.O. di Oliveto Citra, individuato come p.o. sede di pronto soccorso, sono stati assegnati 92 pl.. Le conclusioni le tira lo stesso Girolamo Auricchio, nel suo “Contropiano”: “in definitiva, nel raggio di soli 30 Km., perfettamente e rapidamente raggiungibili tra loro in brevissimo tempo (pochi minuti), data la presenza della rete autostradale e di numerose altre arterie statali e provinciali a scorrimento veloce che li collega, sono state previsti tre P.O. sede di pronto soccorso, con ben tre chirurgie, tre ortopedie, tre medicine generali, oltre alle strutture convenzionate di Campolongo Hospital, con 300 p.l., alla clinica Salus di Battipaglia, con 130 p.l., per un totale complessivo di ben 834 p.l., tra pubblico e privato, a fronte di un bacino di utenza di soli 250.254”. Quello che si paventa, ma non si arriva a scriverlo, è lo svuotamento delle potenzialità economiche e politiche del sistema sanitario costruito intorno a Roccadaspide, mattone su mattone reparto su reparto, dallo stesso Girolamo Auricchio. Un ospedale sempre più piccolo va a ridimensionare non tanto il servizio salute, fors’anche potenziato sull’area vasta, ma quegli interessi – a cominciare dai valori immobiliari – che “quotano” una classe dirigente rispetto ai suoi utenti che non sono solo elettori del momento.
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