Di Diodato Buonora Leggendo le notizie sui siti locali, come faccio spesso, un evento attira la mia attenzione, l’“Agropoli International Street Food”, festival internazionale dello street food ad ingresso gratuito, organizzato da “Buongiorno Italia” con il patrocinio del Comune di Agropoli. Tra le altre cose si leggeva che saranno presenti i migliori street food italiani e stranieri divisi in tre zone: zona truck food, zona italiana e zona internazionale. Sarà presente anche una zona beverage con birrifici artigianali, dove non mancheranno i migliori birrifici artigianali del territorio. Nel reparto internazionale si parlava di specialità di vari paesi del mondo tra le quali quelle arabe e asiatiche. Il sindaco di Agropoli, Franco Alfieri, aveva dichiarato che erano pronti ad ospitare un importante evento gastronomico legato, nello specifico, allo street food. Un settore che ha avuto negli ultimi anni un grande sviluppo e che sta garantendo la riscoperta e la valorizzazione di prodotti e piatti caratterizzanti la cultura e la migliore tradizione culinaria italiana ed internazionale. Anche se lo street food, letteralmente cibo da strada, non è mai stato il mio forte, la manifestazione ha attirato la mia curiosità. A prima vista, il tutto non era proprio come era stato descritto, ma sappiamo bene che i giornalisti spesso esagerano. Comunque, nell’area dell’ex mercato e palazzetto dello sport di piazza Mediterranea, luogo dell’evento, c’era una grande affluenza di pubblico. Prontamente ho pensato che saranno “contenti” i ristoratori che, dopo le innumerevoli sagre organizzate questa estate, si vedono arrivare questa nuova moda. Per prima cosa faccio un giro per vedere cosa viene offerto. Gli stand, o postazioni, sono poco più di dieci disposti a “U”. Al centro c’erano dei tavoli, come quelli usati nelle sagre dove si poteva consumare quello che era stato scelto. Vedo che i tavoli erano tutti occupati e in ogni stand c’erano delle file lunghissime. Per poter prendere qualcosa bisognava attendere non meno di dieci minuti. Ero indeciso se restare o andare in qualche ristorante del posto. Pensando che era sabato, e i locali “buoni” sicuramente saranno stati affollati, mi sono avvicinato all’unico stand di “beverage” che di buono offriva la “Landshuter”, una birra artigianale tedesca, a 4 euro a bicchiere, che francamente è stata gradita e mi ha introdotto piacevolmente nell’atmosfera della serata. Per iniziare e per seguire un ordine, più o meno corretto, sono andato allo stand “Antica Cuopperia Amalfitana dal 1926” e mi sono messo in fila. Qui, in due, dal menu esposto nel reparto “Vuò Magnà” abbiamo scelto 1 cuoppo amalfitano (calamari, gamberi e frittelle d’alghe) a 5 euro e 1 cuoppo di calamari a 7 euro. Con tutta schiettezza devo ammettere che il cibo è stato buono, si vedeva che il fritto era fresco e fragrante e l’olio usato per friggere era stato messo da poco nella friggitrice. Tra le altre cose la Cuopperia amalfitana offriva cuoppi con alici di Cetara e con baccalà (o arrosticini di calamari) e patate. A seguire ci siamo avvicinati “Da Bizzi con l’arrosticino … ti sfizi”. Gli arrosticini sono degli spiedini sottilissimi di carne di pecora (i cubetti di carne erano di circa 1 cm) e sono tipici della cucina abruzzese. Ogni pezzo si vendeva a 1 euro, noi in due ne abbiamo presi 5. Definirli in poche parole potrei dire: caldi, gustosi e saporiti. Ci sono piaciuti. Per concludere siamo passati allo stand “American Barbecue” che era super affollato. Delle 6 proposte che venivano offerte, su 3 c’era la scritta “sold out”, cioè che erano finite. Tra quelle disponibili abbiamo preferito prendere, a 8 euro, il “Bacon Cheese Burger XXL”, panino con hamburger di manzo da 225 grammi, bacon grigliato, formaggio fuso, insalata e salsa a scelta tra maionese e ketchup. Anche se buono, questa specialità non mi ha particolarmente entusiasmato. All’“American Barbecue” erano ancora disponibili: il “Carolina pulled pork sandwich & coleslaw” (panino morbido con teneri straccetti di maiale affumicato a lungo con insalata di cavolo) e il “Barbecue ribs Kansal City stile” (Tenerissime costine di maiale affumicate a lungo, lievemente speziate e laccate con salsa barbecue dolce). Invece, non erano più disponibili, perché già terminate, il “Texas brisket sandwich”, le costine di maiale alla griglia e le salamelle affumicate. Tra gli altri stand interessanti segnalo quello spagnolo dove proponevano la paella (piatto tradizionale della cucina valenciana a base di riso, zafferano, frutti di mare o carne) e la sangria (bevanda alcolica a base di vino, spezie e frutta); il “Churrascaria Rio’s”, ristorante brasiliano, con un’immensa griglia dove arrostivano pollo, salsiccia, picanha, costine, lonza e vitello che proponevano con insalata, pomodoro, patatine, peperoni e cipolla; e infine era interessante anche “A’ Vucciria”, stand dove venivano proposte un’infinità di specialità siciliane a partire da dolci di pasta di mandorle, ai cannoli siciliani, agli arancini, alle braciole messinesi, il pane cunzato, il pane “ca’ meusa” (milza) e una birra artigianale che ha come nome singolare “Minchia”, commercializzata nelle versioni bionda, rossa o tosta (doppio malto). Se si ripeterà, l’evento sicuramente crescerà. Il pubblico ha gradito ed ha apprezzato. Mentre facevo la fila all’“American Barbecue”, ho incontrato una persona di quelle che, anche se non la conosci, chiacchierano tanto. Raccontava che era già stato, con la moglie, all’evento la sera precedente ed aveva provato il ristorante brasiliano. Avendo gradito, questa sera si gustava le specialità americane e l’indomani sarebbe venuto per quelle spagnole. Tutto sommato, dopo aver bevuto un’altra birra artigianale tedesca e avendo speso circa 25 euro a testa, siamo andati via soddisfatti.
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