di Veronica Gatta La Regione Campania e la Provincia di Salerno hanno finanziato un progetto da 70 milioni di € che prevede la realizzazione di opere rigide (barriere e pennelli in pietra) per arginare il fenomeno erosivo nei 30 km di Costa che vanno da Salerno ad Agropoli. Da tre anni Legambiente e il Comitato Rinascimare stanno portando avanti una battaglia per contrastare tale progetto. Le motivazioni della “battaglia” sono da ricercare innanzitutto nella scarsa efficacia delle barriere rispetto al contrasto all’erosione. Inoltre: – hanno costi di manutenzione elevati; – hanno un forte impatto ambientale; – compromettono la qualità delle acque di balneazione; – provocano ristagni d’acqua pericolosissimi per i bambini; – contribuiscono alla proliferazione dell’OSTREOPSIS OVATA (alga tossica). Il settimanale Unico due mesi fa ha chiesto ai suoi lettori di esprimersi su quale fosse la migliore destinazione del finanziamento regionale e provinciale: impiegare i 70 milioni di € per riqualificare la fascia costiera e la pineta oppure impiegare i 70 milioni di € per realizzare le barriere e pennelli a mare. Allora il 96% dei (seppur pochi) votanti, si è espressa a favore di una riqualificazione della fascia costiera e della pineta. Oggi, la redazione continua a ricevere – attraverso uno dei più famosi social network – i messaggi di cittadini cilentani che sono contrari alle barriere e ai pennelli in pietra. Un nostro lettore, Vito De Cesare, scrive: “Saranno 70 milioni di € buttati a mare. Faranno la fine del pontile a Varolato. È un progetto per sprecare soldi così come lo è stato per la pista ciclabile Salerno-Agropoli. Non bisogna deturpare la costa. L’erosione è solo un pretesto perché tutti sanno che è un fenomeno ambientale che tende a raggiungere un equilibrio del profilo terrestre mediante l’asportazione graduale di suolo o roccia a causa degli agenti atmosferici (sole, vento, acqua, ghiaccio eccetera, eccetera). UN CONSIGLIO: dovrebbero utilizzare quei 70 milioni di € per l’abbattimento e la rimozione di tutte quelle strutture che si trovano lungo il litorale che impediscono di raggiungere il giusto equilibrio ambientale che va da solo”. Un altro lettore, Amodio De Martino, condanna il “Grande Disastro Ambientale che si vuole perpetrare al nostro MARE, al NOSTRO TERRITORIO E ALLA NOSTRA ECONOMIA. Sono tre anni che si sta lottando contro questo cosiddetto Grande Progetto di Ripascimento”. E poi confronta il progetto del litorale Salernitano con quello realizzato a San Lucido in provincia di Cosenza (vedi foto) sostenendo che “il progetto che ci interessa è ancora più orrendo, in quanto interessa ben 37 km di costa: da Pontecagnano ad Agropoli”. De Martino conclude la sua accusa con un po’ di mistero: “Le responsabilità, oltre che dalla parte politica, sono anche dalla parte meno immaginabile”.
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