di Bartolo Scandizzo Un unico commissario liquidatore degli Ept della Campania. Sarà Mario Grassia ed avrà il compito di chiudere le sedi degli Ept nelle cinque province della Campania con la “dismissione delle sedi e la disdetta dei contratti di affitto”. Tutte le funzioni saranno assorbite dall’Agenzia regionale per il turismo come previsto dalla legge regionale sul turismo n.18 del 8 agosto del 2014 approvata in zona “cesarini” dal consiglio targato Stefano Caldoro. La citata legge prevede l’istituzione di un’agenzia unica regionale per il turismo (in alcune regioni sono in funzione già da oltre un decennio) con per “la promozione del turismo e dei beni culturali della Campania”. L’agenzia sarà un ente pubblico non economico, strumentale, dotato di autonomia organizzativa, amministrativa, patrimoniale e contabile. L’Ept di Salerno ha avuto un ruolo storico per la crescita turistica della provincia di Salerno. Ha avuto dirigenti storici come Alfonso Andria, Vito Caponigro, Ciro Adinolfi, Lidia Tesauro … che hanno esercitato ruoli di trascinamento dell’intero comparto legato all’ospitalità e all’organizzazione dei eventi e all’intuizione di iniziative forti che hanno caratterizzato per sempre il modo di essere degli operatori turistici nell’are salernitana. I presidente che si sono alternati alla guida dell’ente, di nomina politica, hanno esercitato il ruolo strategico con alle spalle una struttura che ha sempre saputo contenere le fughe in avanti e inquadrare in un’unica cornice le innumerevoli iniziative poste in essere. Relativamente all’area cilentana, si deve dare atto che l’Ept ha svolto un ruolo “pedagogico” sia nei confronti degli imprenditori sia degli amministratori locali accompagnando la crescita delle presenze e la realizzazione di strutture ricettive e organizzazioni degli operatori negli anni del boom. La deriva verso la chiusura è stata lunga. Infatti, da oltre 3 anni gli Ept vivono alla giornata sotto la spada di Damocle della chiusura con proroghe dei commissariamenti. Dirigenti e commissari hanno dovuto chiudere le agenzie di loro diretta emanazione come quella di Paestum e della Costiera Amalfitana. Nonostante ciò, la struttura e il commissario non si sono sottratti ad assumere responsabilità di gestione di iniziative forti per il territorio su delega dell’assessorato regionale al turismo. Infatti, il canto del “cigno” della stagione 2016, è stato il progetto Cilento Blu che ha consentito la riattivazione del Metrò del Mare e il prolungamento per i viaggiatori/turisti in transito protetto e gratuito per il Cilento sui treni ad alta velocità in arrivo a Salerno: sia Trenitalia sia Italo hanno aderito all’iniziativa. I registi dell’operazione Angela Pace, ultimo commissario, Ciro Adinolfi e Lidia Tesauro. È giusto ricordare anche il ruolo di coordinamento delle attività delle innumerevoli Pro loco presenti in nella quasi totalità dei comuni della provincia di Salerno. Insomma, sappiamo quello che lasciamo ma non conosciamo come verrà strutturato nella realtà il settore turistico Campano e, per quel che ci riguarda, quello dell’area parco Nazionale del Cilento, Vallo di Diano e Alburni. La legge 18 del 2014 prevede l’istituzione di “Poli Turistici Locali (PTL) le forme associative di soggetti pubblici e privati che operano per il turismo all’interno degli ambiti turistici territoriali omogenei”. Nei territori è già partita la corso alla costituzione dei PTL e la Regione ha già provveduto all’individuazione di alcuni ambiti omogenei (costiero, aree interne …). Questo vuol dire che le due Costiere fanno parte dello stesso ambito con plateali squilibri sia in termini di economici sia per quel che riguarda l’offerta turistica. Forse sarebbe il caso che l’area parco facesse valere la sua specificità proprio in ragione di essere un territorio che negli ultimi venti anno ha costruito una sua specifica identità proprio nel tentativo di essere essa stessa un ambito “omogeneo) pur nelle varie articolazioni e specificità territoriali. Esistono già elementi di aggregazione di a livello amministrativo sia a livello di soggetti privati ampiamente sperimentati con successi e delusioni. IL fatto, poi, la definizione degli ambiti sia stata fatta in un’epoca in cui l’ente parco fosse in una condizione di commissariamento ha impedito ai soggetti portatori di interesse di farsi sentire al tavolo in cui sono state prese le decisioni, è un ulteriore elemento da far pesare nel momento delle decisioni definitive. Pertanto, Tommaso Pellegrino, ancora solo al comando dell’ente, deve farsi parte attiva per rappresentare l’esigenza della “regione verde” Cilentana con l’obiettivo di modificare le scelte fatte e dettate più da logiche “politiche” che da una visione strategica per un territorio e che strettamente legato alla sua vocazione ambientale nella sua diversità ma anche nella sua unicità.
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