di Bartolo Scandizzo Dopo l’aeroporto Salerno Costa d’Amalfi e il singhiozzante Metrò del Mare, ecco un altro buco, anzi altre 36 buche del campo da golf “Le due Costiere” che hanno frustrato l’idea di rendere sistemico lo sviluppo turistico della provincia di Salerno. Infatti, se i primi due sono infrastrutture legate ai trasporti, il campo da golf di Serre- Persano, era stata una intuizione ambiziosa per dotare il territorio di un impianto sportivo che ha fatto la fortuna in altri territori rendendoli turisticamente maturi. Ovviamente, chi avrebbe più giovato del fatto che la nostra realtà potesse vantare un campo a 36 buche adatto per organizzare tornei internazionali, sarebbe stata la realtà a sud della provincia di Salerno, visto che la Costa d’Amalfi è già da tempo una destinazione matura per il mercato turistico internazionale. I fatti che hanno portato al fallimento del progetto sono noti ed ampiamente riportati anche su Unico http://www.unicosettimanale.it/golf-persano-sequestro-convalidato-con-indagati/). Non è chiaro, però, perché il comune di Serre ha lasciato andare alla deriva una struttura che è costata circa 14 mln di euro, di cui più della metà con finanziamento a fondo perduto della regione attinti dai fondi europei. Un vero disastro sia dal punto di vista economico e, ancora di più, dal punto di vista infrastrutturale. Nel primo caso, si tratta di una perdita secca di risorse che potevano essere utilizzate diversamente; nel secondo caso per la mancata dotazione di un’infrastruttura unica e difficilmente ripetibile con risorse private. Ecco perché diventa ancora più grave l’aver fatto decadere l’intero impianto, che era funzionante e ben tenuto fino a poco più di un anno fa, ad un prato arso dal sole e utile solo per un buon pascolo per le greggi come lo era stato per oltre un secolo al tempo della transumanza di pecore dalle aree interne (Piaggine, Valle dell’Angelo e Alburni). Chi si trova a passare nei paraggi del sito, è colto dallo scoramento e dalla malinconia … quello che una volta era un voluttuoso susseguirsi di dune a varia gradazione di verde, oggi vede uno spazio desolatamente abbandonato e bianco pagliericcio dove non si distinguono il green dal gramignone. I laghetti artificiali sono vuoti d’acqua e le plastiche modellate negli invasi sono invase da foglie e rami. Delle golf car che scorrazzavano da una buca e l’altra e dei trattori utilizzati per manutenzione non c’è traccia (saranno nel deposito o anch’essi sono stati “alienati” e a chi?). Gli splendidi spogliatoi che accoglievano i soci e gli ospiti, sono ancora funzionanti ed adeguatamente protetti, oppure sono stati violati da “ignoti”? Un’oculata gestione della situazione fallimentare, avrebbe salvaguardato l’investimento e, anche grazie alla disponibilità dimostrata di alcuni dipendenti, reso possibile una rapida ripresa delle attività sportive magari chiedendo ed ottenendo un ingresso nella gestione di consorzi di imprenditori del turismo della vicina Paestum e della Costa d’Amalfi. Purtroppo, il soggetto più interessato alla salvaguardia del campo da golf, il comune di Serre non è riuscito ad impedire il disastro che si è consumato sotto gli occhi dei suoi concittadini e, soprattutto, di quelli che abito nei pressi dell’impianto sportivo che, se interrogati, alzano gli occhi al cielo e imprecano contro chi ha impedito che si realizzasse il proprio sogno di essere toccati da possibili ricadute economiche se il progetto, costato milioni di euro, fosse riuscito a prendere piede.
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