Di Oreste Mottola Tornano a illuminarsi Led di Filadelfio Cammarano. La Procura: “estraneo al fallimento!” Ora la procedura per le vittime estorsione e usura. Illuminazione pubblica con consumi ridotti del 60% e altri ritrovati similari sulle auto. Non puoi rompere le uova nel paniere ai maggiori produttori di energia del mondo e alle imprese che lavorano con i comuni e pensare di avere vita facile soprattutto se sei un outsider che per 22 anni hai lavorato a una scrivania dell’ufficio tecnico di Ceraso. La storia di Filadelfio Cammarano, imprenditore e innovatore, “deve” cominciare da questo punto. La Procura che lo teneva da quattro anni in stand by, in attesa, comincia a parlare con le sentenze a discarico. La prossima tappa è Google che non potrà più presentare i risultati del motore di ricerca che lo legano a vecchie storia dimostratesi anche infondate. Parliamo dell’Elettronica Gelbison e di Filadelfio Cammarano. La Gip Valeria Campanile il 6 luglio 2016 ha sentenziato che l’imprenditore – scienziato è estraneo al sopraggiunto fallimento dell’impresa, “il fatto non costituisce reato”. Segue la Prefettura che ha bloccato tutte le procedure esecutive ai suoi danni e sta accogliendo la sua domanda di essere ammesso al Fondo di Solidarietà per le vittime di estorsioni e dell’usura. L’Agenzia delle Entrate ha messo nero su bianco che dalla clamorosa vicenda delle fatture false che lo ha coinvolto, al netto delle promozioni dei finanzieri artefici dell’operazione di polizia, lo Stato non ha recuperato un euro. False accuse o inefficienza? “L’unica cosa che m’interessa – dice Cammarano – è lo strazio che hanno fatto della mia persona. La società tedesca Eon, la nostra Enel, mi ha chiuso tutti i rapporti con una gelida mai, decine di miei interlocutori nel mondo degli affari da un giorno all’altro hanno smesso di rispondere alle mie telefonate”. Tre anni fa, quando mi raccontò per la prima volta della sua disavventura si lamentava che gli inquirenti ricevevano i suoi esposti e non succedeva niente. Ora invece qualcosa si muove. Sono di Filadelfio Cammarano i cavi elettrici ultrapiatti per la sicurezza stradale prodotti d’intesa con l’ Anas; quindi le luci da galleria . E poi la corsa vinta con i cinesi per i Led a energia fotovoltaica, per le basse temperature delle lampadine o per il controllo a distanza. O il lavoro sulle resistenze su film a basso voltaggio per non far appannare gli specchietti esterni di Mercedes, Bmw o grossi modelli Gm. Una corsa scientifica e imprenditoriale interrotta da inchieste giudiziarie amplificata da articoli di stampa e su Internet. Più cilentano di lui non si può, Filadelfio resiste resiste resiste. Testa dura, Filadelfio, nome di battesimo a omaggio ai rivoluzionari cilentani dell’Ottocento. “Mi voglio difendere nel processo, non grido al complotto, ma…. “. Ma, cosa? “Facciano subito. Ho rotto le uova nel paniere a multinazionali, grandi aziende e ai tanti interessi nel settore dell’illuminazione pubblica. Facile pensare che a me l’abbiano fatta pagare. In grande, lo stesso torto lo stanno facendo a questa terra che diventando sempre più concorrenziale va fermata…”. Per lui è stata evidenziata una vicenda di fatture emesse e utili per ottenere i crediti bancari per poter far andare avanti la sua “Elettronica Gelbison”, azienda innovativa dall’attività scoperta prima dall’Economist, poi dai cronisti locali e infine dai sindaci e dagli assessori all’arredo urbano. Quattro anni sulla graticola, un tempo infinito. Aveva oltre venti operai, “in più calcolate anche l’indotto”, molti di loro erano ingegneri. Nella terra della fuga dei cervelli. Da solo ora se la cava come consulente di lusso nel settore dell’efficientamento energetico con la nuova Gelbison Electronics (www.ledcity.it) nata come spin off della old company Elettronica Gelbison, canale apprezzato e ascoltato dalla comunità scientifica non solo nazionale. Per colpa della Cilentana messa così come sappiamo tutti è costretto a spostarsi. “Quelli che mi vengono a incontrare mi chiedono il favore di vederci a Battipaglia, a Ceraso non ci vogliono venire, sono spaventati dalle notizie sulle condizioni di percorribilità della Cilentana. Per non parlare delle altre frane”. Biografia ricca la sua, attivo già nel settore privato, “ero un quadro della principale impresa di costruzione del Cilento”, poi passa nel pubblico, “dirigevo l’ufficio tecnico del comune di Ceraso”. Un cilentano atipico, sanguigno, non diplomatico e vagamente curiale, come se ne incontrano molti. Che conosce uomini e segrete cose che accadono. La nuova burocrazia è il suo nemico. “Io ce l’ho con chi ha sfilato all’Anas la gestione delle strade. Loro hanno un bagaglio di conoscenze e modelli di gestione che il mondo c’invidia. Ce ne siamo liberati per affidarci a tecnici assunti dalla politica e che rispondono solo a logiche clientelari se non di peggio. S’incarica non l’ingegnere bravo ma quello del partito o meglio della combriccola, che ha una famiglia vasta, ha il cognato che gestisce il comune x e che alle elezioni muove i voti. Escludo finanche il peggio delle tangenti”. Siamo ancora al quadro generale. “Nell’errata illuminazione delle gallerie della Cilentana si sprecano almeno 150 mila euro all’anno. Parlo a ragion veduta, la materia la conosco. Quante manutenzioni si fanno avendo a disposizioni quei soldi?”. Qui, però siamo alla solita storia degli incompetenti che comandano… “Se mi chiede su cosa è fondata oggi la società cilentana io non ho esitazione a dire che tranne pochissime eccezioni, talmente chiare che possiamo pure evitare di elencarle, nel Cilento di oggi la mediocrità organizzata agonisticamente è al potere dappertutto. Parco, Consac, banche locali, dirigenze comunali… altro che poteri occulti, qui il nemico pubblico è chi, emergendo in maniera sana e quindi rompendo le uova nel paniere, che deve pagare pegno. Vedo ormai una corruzione sociale di massa”. Possiamo sempre consolarci dicendo che almeno la camorra non c’è… “Mi consentirà di dire che si tratta di una vittoria di Pirro se poi vedo, a cominciare da me stesso, effetti simili a se quella cosa lì ci fosse. Il racket qui può evitare di mettere le bombe sotto le saracinesche…”. Così la pensa Filadelfo che a Torraca per l’illuminazione pubblica ha impiegato solo lampade Led, risparmio energetico superiore al 60 per cento rispetto ai sistemi d’illuminazione tradizionale, una lampadina Led dura dieci anni. E poi i sistemi di controllo a distanza così che ai sindaci e persino al vigile urbano non arriva più nemmeno la protesta del cittadino per il lampione spento. Così non si fa, Filadelfio. La mediocrità organizzata non perdona. I LED Il Led è un componente elettronico che, al passaggio di corrente, emette luce. La luce è ottenuta mediante semiconduttori, senza l’utilizzo di filamenti o gas. Il Led è più efficiente dal punto di vista energetico, ha una durata maggiore ed è più sostenibile. I Led sono destinati, nel tempo, a sostituire le lampade tradizionali ad incandescenza e le lampade a fluorescenza. Una lampada a Led di 17W può sostituire una lampada al neon da 40W, con un risparmio annuo di 30kWh e di 8 euro.
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