di Michele Santangelo La concomitanza di due partite di calcio dei campionati europei, Spagna-Italia, quella più attesa, e dopo Inghilterra – Islanda, non ha impedito ad un buon numero di capaccesi e non solo, il 27 giugno scorso, a Capaccio, nella accogliente sala delle riunioni presso la casa canonica parrocchiale, di intervenire alla presentazione del libro “PAESTUM, CAPACCIO ANTICA E IL SANTUARIO DELLA MADONNA DEL GRANATO”, un manoscritto inedito scritto da Mons. Francesco Guazzo, negli anni 40 del secolo scorso, si pensa, per via di una data incompleta in calce alla prefazione, dove è riportato l’anno 194… senza la cifra finale. La pubblicazione è stata curata dal Prof. Don Luigi Rossi e realizzata da Edizioni del Centro di Promozione Culturale per il Cilento diretto dal Prof. Amedeo La Greca. Il volume è il quarto dell’iniziativa editoriale promossa e realizzata dal prof. Rossi e dall’ impegno del Centro che, ormai da alcuni decenni, lavora per tenere desta l’attenzione su questo Cilento la cui ricchezza culturale è ormai da tutti riconosciuta e che affonda le sue radici in millenni di storia, ma alla quale non corrisponde una altrettanto valida rinascita sociale ed economica, soprattutto nelle zone interne, che anzi, negli ultimi decenni, si sono via via impoverite, vuoi per il pauroso decremento demografico, vuoi per l’ingravescente fenomeno dell’abbandono, soprattutto da parte dei giovani, in assenza di valide prospettive per il futuro. Una storia dal basso, ama definirla il prof. Rossi, al di là del nome ufficiale “Storie e Memorie”, la collana di volumi che si va man mano arricchendo di altri titoli. La definizione è soprattutto riferita alla struttura gerarchizzata della chiesa, che prevede una serie di organismi di vertice verso i quali maggiormente e da sempre è concentrata l’attenzione, per dir così, pubblicistica, ivi comprese le opere storiche. Poi c’è una schiera numerosa di persone, quelle che Gesù Cristo avrebbe, più semplicemente e realisticamente, chiamato “gli operai della vigna” che la storia l’ hanno innanzitutto fatta con le opere, in mezzo alla gente, individuandone bisogni e attese, quotidianamente, sporcandosi, come si dice, le mani, ma con le sofferenze, le privazioni, il duro lavoro e la povertà diffusa; e quando li accompagnava l’estro, l’amore per lo studio, per la ricerca, spontaneamente e senza esserne richieste, mettevano nero su bianco per tramandare una memoria ricca e arricchente. Per ritornare alla presentazione del libro di Mons. Guazzo, ha introdotto la serata il parroco di Capaccio don Vincenzo Fiumara, salutando i presenti e presentando i due relatori: il prof. Mario Mello, docente dell’Università di Salerno e il professor don Luigi Rossi, anch’egli docente della stessa università e curatore della pubblicazione del manoscritto dell’inedito di Francesco Guazzo. Il professor Mello si è soffermato sulle origini di Paestum e di Capaccio ed anche sull’importanza della presenza dei corsi d’acqua, non solo relativamente alla storia dei due toponimi, ma soprattutto alla funzione che essi hanno esercitato fin dall’antichità e nel corso dei secoli per l’economia dell’intera zona. Il manoscritto di Guazzo, infatti, si occupa proprio della storia di Paestum e Capaccio Antica, riservando poi una parte importante del testo alla storia del Santuario della Madonna del Granato. Ha fatto seguito la relazione del professor Rossi che ha illustrato l’iniziativa editoriale di cui fa parte il libro di Guazzo. Emozione ha suscitato anche l’intervento appassionato del giovane Antonio Ragni, attento conoscitore della storia di Capaccio, che ha voluto ricordare la presenza a Capaccio del nipote di Mons. Francesco Guazzo, il chierico Vincenzino Guazzo, nato a Capaccio nel 1917 e morto, in concetto di santità, nel 1939, poco prima di diventare sacerdote. Di Lui si racconta che in occasione della morte, i funerali poterono essere celebrati solo a distanza di una settimana per il continuo flusso di persone accorse a venerarne la salma. Le cronache del tempo raccontano di testimonianze di persone guarite da gravi malattie per sua intercessione.
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