di Massimiliano De Paola La Provincia di Salerno è ricca di Beni Culturali che meritano di essere visitati per bellezza e storia e, nel suo complesso, ha un’offerta turistica in grado di soddisfare palati anche molto raffinati. La scorsa settimana ho avuto l’onore di accompagnare mio nipote Emanuele e la sua fidanzata Elena, provenienti dal Piemonte, alla scoperta di un turismo culturale ad alto contenuto esperienziale. L’itinerario che abbiamo scelto si è sviluppato nell’arco temporale di una giornata ed ha previsto fondamentalmente tre tappe: Paestum – Velia – il mare. E’ stato tutto molto bello, molto emozionante ed è stato per me un momento di condivisione fantastico che è riuscito a darmi anche tanti spunti di riflessione positivi e negativi. Siamo partiti da Auletta che è il paese in cui vivo. Ai piedi avevamo scarpe da ginnastica per rendere più agevoli le lunghe passeggiate che avevamo in mente di fare, in testa un cappellino per evitare colpi di sole e sulle spalle due zainetti con acqua, panini e stuzzicherie di vario genere per ricaricare le energie durante il percorso. Volevamo visitare Paestum e Velia in un giorno solo e ce l’abbiamo fatta. Siamo andati prima a Paestum, dove in biglietteria ci hanno proposto anche Velia con lo sconto. Paestum e Velia sono due antichissime città del Cilento tutte e due in provincia di Salerno, entrambe di fondazione greca (risalenti al sedicesimo secolo a. C.). Sono celebri per le loro fantastiche bellezze archeologiche, per il mare e per le loro squisitezze culinarie. Situato a sud-est del Golfo di Salerno, nella parte meridionale della Piana del Sele, Paestum è un sito archeologico di estrema importanza, riconosciuto dall’Unesco Patrimonio dell’Umanità, insieme al Parco Nazionale del Cilento, Vallo di Diano e Alburni. Arrivati a Paestum, tra una guida umana (di una società privata) ed un palmare che ci facesse da guida, abbiamo scelto la seconda soluzione, più economica ma soprattutto più discreta, che ci permetteva anche di essere più liberi di scegliere il percorso della città archeologica come più ci piaceva e di fermarci e partire ed attivare voce e video sul palmare come e quando volevamo. Anche questa si chiama libertà! Abbiamo fatto tante foto nella città antica, abbiamo riso tanto, eravamo felici di starci dentro. E’ stato un po’ come rivivere in un passato che avevamo solo studiato sui libri di storia. C’erano inglesi, francesi, c’era gente un po’ di tutte le nazionalità a visitare il parco archeologico. C’erano uomini e donne, c’erano adulti e ragazzi – anziani e bambini. All’entrata del museo archeologico di Paestum una guida ci ha donato un’ora e mezzo del suo tempo e ci ha spiegato un sacco di aneddoti. Ci ha mostrato con i fatti come tante cose sono cambiate in meglio da quando il giovane Gabriel Zuchtriegel è diventato il nuovo direttore del Parco archeologico di Paestum. Nel primo pomeriggio ci siamo diretti presso il parco archeologico di Elea-Velia. L’antica città di Elea, che deriva il suo nome dalla sorgente locale Hyele, fu fondata intorno al 540 a.C. da un gruppo di esuli provenienti dalla città greca di Focea, nell’attuale Turchia, occupata dai Persiani. La città, nota nel V sec. soprattutto per le figure di Parmenide e Zenone, fondatori della famosa scuola filosofica eleatica, raggiunge un periodo di grande sviluppo in età ellenistica e in gran parte dell’età romana (fine IV a.C. – V sec. d.C., quando il suo nome viene modificato in Velia. Con il Medioevo l’abitato si ritira sull’Acropoli, dove viene costruito un castello. Le strutture architettoniche della città antica sono immerse in una vasta area di macchia mediterranea e di rigogliosi uliveti costituendo uno splendido connubio tra archeologia e natura. Nel tardo pomeriggio abbiamo lasciato Velia e, a distanza di poche centinaia di metri, abbiamo incontrato il mare. Ci siamo fermati circa mezzora ad ammirare le onde ed il tramonto. Ci siamo tolti le scarpe, ed acqua e sabbia ci hanno massaggiato i piedi stanchi per il tanto camminare. Era troppo tardi per fare un bagno, perciò siamo ripartiti verso casa, stanchi ma felici di esserlo dopo una giornata intensa che ci ha arricchiti molto culturalmente parlando. A questo punto mi viene da fare una riflessione. A parer mio la nostra provincia è ricca di attrattori culturali, ma questi ultimi dovrebbero essere messi meglio in rete. Quello che vedo è che si inizia a fare sistema. Anche a livello regionale la direzione che si sta intraprendendo mi sembra quella giusta. Nei giorni scorsi il presidente della Regione Campania Vincenzo De Luca ha detto che “cultura e turismo sono una delle carte che dobbiamo giocare con grande determinazione”. Proseguendo ha sottolineato che “noi abbiamo un patrimonio culturale-storico-artistico-ambientale che è unico al mondo. La Campania è senza alcun dubbio la Regione d’Italia che ha l’offerta turistica più completa di ogni altra”. Beh, se lo dice lui credo che dobbiamo cominciare a crederci anche noi e dimostrare con i fatti che il turismo può arricchirci culturalmente parlando ma anche economicamente parlando!
Trending
- Scuola, 267 milioni per tutor e orientatori
- Vallo della Lucania, Teatro “Leo de Berardinis”: “Il calamaro gigante” con una straordinaria Angela Finocchiaro
- “Fiumi, Briganti e Montagne”: Il Salernitano tra storie e storia, coraggio, mistero e resilienza
- Orientamento scolastico, Valditara scrive ai genitori
- Un Re venuto a servire
- Il Collettivo Docenti di Sostegno Specializzati chiede al MIM di garantire i diritti dei docenti precari: presentata diffida formale
- OMEOPATIA E DOLORE AI DENTINI DEI LATTANTI
- Scuola: emendamenti ANIEF alla Manovra Finanziaria 2025