di L.R. Cinque anni fa, in questi giorni, il presule di Vallo veniva ordinato vescovo. Tutti ricordano le speranze suscitate dall’annunzio: la sua esperienza di parroco faceva ben sperare, generando entusiasmo nell’attesa del primo incontro. Oltre all’interessato, altri maggiormente titolati possono fare il bilancio di questi cinque anni di una presenza, dell’originalità del programma pastorale, della coinvolgente parola, di un’azione attenta alla carità per tutti, della disponibilità all’incontro, dell’impegno a comprendere il contesto ed operare di conseguenza senza imporre schemi preconcetti derivati da esperienze pregresse. Personalmente manifesto l’auspicio che nel prossimo lustro l’attenzione sia rivolta con rinnovato vigore ed efficacia di risultati al rapporto col clero secondo uno stile ed una operosità che trova riscontro nel programma che il papa ha delineato per i vescovi italiani inaugurando la loro ultima assemblea. Francesco l’ha sintetizzato partendo dalla costatazione che l’evidente radicale mutamento in atto deve spingere il prete a farsi prossimo di chi è in difficoltà, senza deplorare questo tempo, ma operando per guarire le relazioni ferite dei componenti della comunità affidata alle cure pastorali. Il papa sollecita i vescovi ad avvicinarsi “quasi in punta di piedi” al parroco per chiedersi, partecipi, “Per chi e per che cosa impegna il suo servizio?” E ricorda che il prete “non è un burocrate o un anonimo funzionario dell’istituzione; non è consacrato a un ruolo impiegatizio, né è mosso dai criteri dell’efficienza (…) non cerca assicurazioni terrene o titoli onorifici, che portano a confidare nell’uomo; nel ministero per sé non domanda nulla che vada oltre il reale bisogno, né è preoccupato di legare a sé le persone che gli sono affidate. (…) Servo della vita, cammina con il cuore e il passo dei poveri; è reso ricco dalla loro frequentazione”. La vicinanza al sacerdote appunto, segno e strumento della tenerezza di Dio, è quanto il papa propone ai vescovi per vivere il Vangelo ed entrare “in una condivisione virtuosa”. In tal modo “il pastore è convertito e confermato dalla fede semplice del popolo santo di Dio” col quale condivide “amicizia sociale” per costruire la comunità. E’ un altro passo nella rivoluzione pastorale proposta da Francesco all’assemblea della Cei, riunita per discutere sul tema del «rinnovamento del clero». Eventuali zone d’ombra in questo programma di vita che deve contraddistinguere il rapporto tra vescovo e sacerdoti possono trovare occasione di revisione e di rilancio nel tempo che la Provvidenza concede a chi è chiamato a confermare la fede dei fratelli in una determinata chiesa locale, alla quale lo lega un impegno significato dall’anello che porta al dito. Dal momento che si è pronunziato il sì e si è abbracciata la croce episcopale, il rapporto, l’intesa, le relazioni amicali, la predisposizione alla condivisione e la sensibilità paterna a provvedere per il clero devono divenire una costante per rendere fecondo ogni ministero episcopale, nella consapevolezza che da solo anche il più dotato è condannato a poveri risultati. Ben vengano certamente le buone maniere esprimenti fraternità e affetto, che sono il primo segnale di apertura mentale e umana per più profondi rapporti, ma sarebbero poca cosa se non fossero seguite da costante attenzione ai bisogni spirituali e materiali del singolo sacerdote per comprenderne le peculiarità, per valorizzarne i talenti realizzando un rapporto non basato solo sulla dinamica dell’autorità, ma arricchito e reso perfino desiderabile dall’autorevolezza di una riconosciuta capacità di espletare il carisma di una paternità che vivifica il munus episcopale con la corolla di fiori scandita dall’inno alla carità di Paolo. Ad multos annos, si è soliti declamare in queste circostanze, auspicio al quale affianchiamo quello di realizzare un presbiterio la cui sintonia col vescovo risulti intensa, sentita, partecipe, amichevole ed entusiasta.
Trending
- Scuola, 267 milioni per tutor e orientatori
- Vallo della Lucania, Teatro “Leo de Berardinis”: “Il calamaro gigante” con una straordinaria Angela Finocchiaro
- “Fiumi, Briganti e Montagne”: Il Salernitano tra storie e storia, coraggio, mistero e resilienza
- Orientamento scolastico, Valditara scrive ai genitori
- Un Re venuto a servire
- Il Collettivo Docenti di Sostegno Specializzati chiede al MIM di garantire i diritti dei docenti precari: presentata diffida formale
- OMEOPATIA E DOLORE AI DENTINI DEI LATTANTI
- Scuola: emendamenti ANIEF alla Manovra Finanziaria 2025