di Diodato Buonora Sono un “pestano verace” e sono molto orgoglioso e fiero di esserlo. Molti sanno che sono nato a Torre, quando questa contrada era a giusto titolo la “capitale” di Paestum. Nel mio piccolo ho sempre cercato di promuovere il mio territorio. Ricordo che tra gli anni ’70 e ’80, nel mio trascorso in Svizzera, ogni volta che venivo a Paestum andavo all’Azienda Autonoma di Soggiorno e Turismo per chiedere qualche depliant da portare e mostrare con vanto alla clientela internazionale dell’albergo 5 stelle dove facevo il maître. Cosa antipatica che, nonostante spiegassi il motivo della mia richiesta, dovevo pregare l’addetto di turno per averne una decina. Al lavoro, ogni volta che mostravo il “nostro” opuscolo con in bella mostra il Tempio di Nettuno, l’esclamazione dei turisti era quasi sempre la stessa: “è in Sicilia?”. La cosa, chiaramente, non mi faceva piacere. Eppure, poco tempo fa, leggendo un articolo di Carlo Aquilar apparso sulla prima pagina del “Roma della Domenica” dell’8 marzo 1936, con piacere ho letto come il giornalista, parlando di Paestum, scriveva: “…La città greca non ha paragone con quelle romane di Pompei e d’Ercolano…. La Grecia è a Paestum più che ad Atene!… Ma il tempio di Paestum, il “nostro tempio”, (per distinguerlo da quello di Grecia), è assai più bello!”. Belle e reali frasi che fanno onore al nostro territorio. In proporzione, Paestum era molto più conosciuta circa 1 secolo fa che adesso. Mi sembra che molti di noi, politici e non, non si rendano conto dell’immenso patrimonio archeologico che abbiamo. Di buono, sembra che il nuovo direttore del Parco archeologico di Paestum, Gabriel Zuchtriegel, giovane archeologo tedesco, sia molto motivato per portare Paestum ai livelli che si merita. Siamo fiduciosi. Comunque, tutta questa premessa (forse mi sono dilungato un po’) l’ho fatta per dirvi che la mia consueta tappa golosa si è svolta a Paestum, all’interno delle mura, in piena zona archeologica. Sono stato al ristorante Oasi, un locale che da sempre riesce ad accontentare due diverse clientele: quella turistica e quella “pesto-capaccese”. Il posto è gestito da circa 40 anni da Enzo Di Lucia e sua moglie Silvana Prearo. Da poco, nel ristorante, sono parte attiva anche le loro due figlie, Federica ed Emanuela. Quest’ultima ha recentemente frequentato e superato con successo tutti i corsi A.I.S (Associazione Italiana Sommelier) ed è diventata a tutti gli effetti una sommelier diplomata. La famiglia Di Lucia-Prearo è, come me, originaria del posto ed è naturalmente molto legata al bene della “Città dei Templi”. Difatti, Vincenzo (Enzo per tutti) lo troviamo spesso impegnato in ruoli istituzionali ed il suo impegno è costante a favore della crescita del territorio. In occasione della nostra visita, anche perché la serata dal punto di vista meteorologico permetteva, ci siamo accomodati nella sala esterna. Bella e floreale, una vera “Oasi”. Il tutto, all’ombra di grandi ombrelloni, è contornato da piante esotiche, gerani, oleandri e rose di vari colori. Sicuramente queste ultime sono state piantate in onore della “rosa pestana” che, come ricordano testi antichi, era famosa per fiorire due volte all’anno. Il nostro tavolo non è molto lontano dal Tempio di Cerere e dal teatro all’aperto dove si tengono gli spettacoli estivi. Quest’anno, tra i tanti, sono previsti i concerti di Gianna Nannini, Antonello Venditti, Massimo Ranieri e Al Bano. Noi siamo stati ricevuti direttamente da Enzo che ci ha messo nelle “mani” di Giuseppe Aiello e Daniele Merola che, con molta professionalità e disponibilità, si occupano del servizio in sala. Come benvenuto ci hanno servito delle calde e buone frittelle insieme a una gustosa focaccia al basilico che mi da l’occasione per ricordarvi che l’Oasi è anche pizzeria e per fare i complimenti ai due pizzaioli, Remigio Verdevalle e Carmelo Desiderio. Essi preparano un impasto a lunga lievitazione (almeno 24 ore), rendendo la pizza più gradevole, leggera e digeribile. Per il resto della serata ci siamo affidati allo chef che come antipasto ci ha preparato uno dei piatti forti dell’Oasi: “La Fantasia di Mare”. In un bello e coreografico piatto di ceramica c’erano un’infinità di leccornie sia calde che fredde: “Il tortino caldo di melanzane, pesce spada, pomodorini e provola”, “La mousse di patate e gamberi al gratin”, “L’insalatina di baccalà con filangè di pappacelle e olive”, “La spuma di bufala profumata al limone con alici e pane aromatizzato”, “L’insalata di mare” e “L’involtino di salmone e zucchine con chips di pane croccante”. Abbiamo con piacere gustato e apprezzato il tutto e per “par condicio” citiamo anche i nomi del bravo personale di cucina: Donato Marino, Antonio Tarallo e Alfredo Quaglia. Complimenti. A seguire, come primo piatto, ci hanno servito dei “Paccheri di Gragnano ripieni con baccalà e mousse di ricotta su vellutata di carciofi di Paestum” e come secondo il “Filetto di mormora ai frutti di bosco con cestino di fagiolini e pesce spada al gratin”. Dulcis in fundo abbiamo gustato “La millefoglie con crema al cioccolato, fragole e mentuccia fresca”. Da bere, la lista dei vini, al confronto con la nostra ultima recensione, è stata modificata. Con la presenza di Emanuela, la scelta è varia e ragionata e riesce in pratica ad accontentare tutti. Noi abbiamo bevuto il buon “Greco di Tufo 2014” di Di Prisco che in un recente inserto sul Vinitaly, pubblicato sulla Gazzetta dello Sport dello scorso 9 aprile, è stato classificato al 5° posto tra i 50 vini top al di sotto dei 15 euro. Veramente un vino schietto e franco che ha degnamente accompagnato la nostra serata. Dopo, come consuetudine quando vengo all’Oasi, ne abbiamo approfittato per una lunga e salutare passeggiata percorrendo l’isola pedonale che costeggia i “nostri” templi. È vero, sono d’accordo con quanto scrisse Carlo Aquilar, il nostro Tempio di Nettuno è assai più bello di quello di Atene. Per una buona e gustosa cena all’Oasi prevedete una spesa di circa 35 euro a persona, vini a parte. Ristorante Oasi, Via Magna Grecia 821 – 84047 Paestum (SA). Tel. 0828.811935.
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