di Veronica Gatta Sono 30 i comuni del Parco Nazionale del Cilento, Vallo di Diano e Alburni e delle aree limitrofe che domenica 5 giugno 2016 sono stati chiamati alle urne per le elezioni amministrative. Erano 69 i candidati, tutti appartenenti a Liste Civiche fatta eccezione per il Movimento 5 Stelle presente in due soli casi: ad Altavilla Silentina, con Belmonte Luigi, ha raggiunto il 6,67% totalizzando 322 voti e nessun seggio, e a Vallo della Lucania, con Pietro Miraldi, ha conquistato il 23,49% e 1334 voti ottenendo due seggi. Tutti i sindaci eletti rappresentano comunità medio-piccole al di sotto dei 15mila abitanti e, quindi, sono stati eletti tutti al primo turno. È stata registrata una buona partecipazione da parte degli elettori che, nella maggior parte dei casi, hanno espresso il proprio consenso nei confronti dei sindaci uscenti (e ricandidatisi): quattordici i sindaci riconfermati, in molti sono stati gli eletti che erano appoggiati dai sindaci uscenti, quattro i sindaci uscenti non riconfermati. Nella maggior parte dei casi le percentuali di vittoria vanno dal 30% al 50%. Solo sette al di sopra del 70% di cui due oltre il 90% – nel comune di Tortorella, Tancredi Nicola ha vinto con 287 voti e il 94,40%, mentre nel comune di Pollica, il sindaco uscente, Stefano Pisani, è stato riconfermato con 1271 voti e il 94,42%. Nota di merito all’unica donna eletta sindaco, Acquaviva Anna, nel comune di Serramezzana, riconfermata con il 74,87% delle preferenze e 155 voti, contro il 25,12% delle preferenze dello sfidante, Del Mastro Modesto, che ha portato a casa 52 voti e 3 seggi. Pochi passi in avanti, quindi, per le donne aspiranti a ricoprire la carica di Primo Cittadino (10 in tutto nel Parco e nei comuni limitrofi). Viene da chiedersi come mai nel 2016 si faccia ancora così tanta fatica ad accettare che una donna possa governarci. Siamo, forse, ancora troppo radicati nella mentalità maschilista dei nostri avi? Fermi all’idea di una società che vede il “potere” come qualcosa che spetti esclusivamente al genere maschile? A quanto sembrerebbe, sì! Ma la storia ci insegna che la donna è in grado di portare a casa grandi risultati. Avere più donne in politica (e in generale più donne che ricoprano ruoli-chiave all’interno della società) aprirebbe la strada ad una “vera” emancipazione. E in questa cornice, le cosiddette “quote rosa” che ruolo hanno per la donna? Di vantaggio o svantaggio? L’impressione è che rischino di essere esse stesse una discriminazione perché l’elettore si vede costretto a votare una donna per legge e non, semplicemente, per le sue capacità. L’auspicio è che le donne riescano a “farsi strada da sole” in qualsiasi campo, senza dover chiedere “l’aiuto da casa” al governo di turno. Intanto, buon lavoro a tutti i neoeletti sindaci! Clicca qui per conoscere i risultati delle elezioni tenutesi nei 30 comuni.
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