di Diodato Buonora Quest’estate, dal punto di vista meteorologico, tarda ad arrivare. Probabilmente anche per questo motivo, la mia voglia di andare in località marine è sempre più forte. Pochi giorni fa sono ritornato a Palazzo Dogana, locale aperto da pochissimi anni che da direttamente sulla spiaggia di Agropoli ai piedi della famosa rupe. Come vi raccontavo la volta scorsa, siamo in un antico palazzo, completamente e sapientemente ristrutturato. Oltre ad essere un ristorante è anche un resort, ci sono 6 camere e 6 appartamenti con vista sul mare e sul porto. Questo palazzo, dal 1839, è stato la sede della dogana borbonica. Grandi quantità di merci agricole arrivavano dai paesi dell’entroterra del Cilento nei pressi del palazzo, situato a pochi metri dal mare, per essere poi imbarcate sulle numerose barche a vela. Successivamente, l’ufficio della Dogana venne dismesso per diventare, dal 1881 e fino alla fine degli anni Sessanta del secolo scorso, la sede della Guardia di Finanza. La struttura ha riavuto vita grazie alla perseveranza del nuovo proprietario, il Dottor Raffaele Massimo Cantalupo, imprenditore cilentano che investe nel territorio con una particolare attenzione nel turismo. Tra le sue passioni troviamo una forte dedizione per il Cilento e i suoi prodotti sia di terra che di mare. Tornando a noi, come dicevo prima, la bassa temperatura non ci ha permesso di pranzare all’esterno, ma dal nostro tavolo avevamo ugualmente una bella vista sul mare, difatti siamo a poche decine di metri dalla riva. A riceverci, abbiamo trovato Simone Di Napoli, restaurant-manager, che da subito ha sposato la causa e gli obiettivi del Dottor Cantalupo, cioè, offrire prodotti locali, di qualità e soprattutto freschi. Per quanto ci riguarda, conoscendo il posto e loro conoscendo noi, abbiamo lasciato fare e dopo il “prosecchino” di benvenuto, ci hanno servito: “Croccantino di alici su crema di ceci di Cicerale e paprika dolce”, “Cruditè di tonno rosso e pesce spada con sentori di agrumi mediterranei”, “Fish Burgher” di pesce spada su emulsione di Noci e latte di bufala”, “Tonno rosso, specchio di zucchine e profumi di sedano”, “Linguina di grano duro trafilata in bronzo al granchio del mediterraneo” e “Cernia bianca a filetto con zitoni Cilentani”. Già dai nomi, ma dalle preparazioni si evinceva ancora di più, sono stati piatti che possiamo considerare belli da vedere e buoni da mangiare. È stato facile intuire come nelle preparazioni e nelle idee c’è una grande passione, elemento fondamentale per una ristorazione di qualità. Tutte considerazioni che diventano ancora più “forti” dopo aver scambiato qualche chiacchiera con il giovane chef, Mario Testa. In lui, oltre a una buona dose di umiltà, ho riscontrato una gran voglia di crescere e se continua su questa strada avrà i successi che merita. Una “freccia” positiva la voglio lanciare anche a favore del maitre, Luca Ciardi, attento, preciso e meticoloso. Come vino, il locale offre una grande scelta di etichette cilentane con qualche chicca extra. Noi abbiamo bevuto l’ottimo Saracè 2015, il Fiano Cilento Dop dell’azienda Polito di Agropoli. Complimenti. Noi ci ritorneremo e consigliamo anche a voi di andarci. Costo: circa 30 euro a persona, vini a parte. Nella foto: Simone Di Napoli e Mario Testa
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