di Oreste Mottola Contano ancora loro, i nati negli anni Cinquanta e Sessanta, scalpitano sicuri i “settantini” né giovani e né vecchi, mentre si fanno vedere i venuti alla luce fra il terremoto del 1980 e la caduta del muro di Berlino. In un paese come il mio, la campagna elettorale comunale, per chi vuole applicarsi, racconta bene cosa è diventata la comunità e qual è il suo immaginario collettivo. Gli avvocati che parlavano bene, i maestri che continuavano a educare anche fuori dalle aule o i medici che ti misuravano la pressione anche fuori dallo studio. Tutto finito. Ora siamo al sindaco che tutti conoscono e tutti conosce. Il molto informale Antonio Marra, sindaco uscente, si è rivelato “animale da palco”, nel senso non letterale del termine, e ha imposto agli altri tre “competitori” i temi della questione morale e di come l’Altavilla Silentina degli anni Ottanta e primi tre dei novanta non fosse l’Eden. Operazioni riuscitagli così bene e che con l’innesto delle “ragazze di talento”: Chiara Morrone, Giovanna Di Matteo e Katja Taurone, e l’autorevolezza aumentata da cinque anni di amministrazione dei più esperti Franco e Davide Cembalo, ha costruito una compagine che “corre” forte. E che, per certi versi, fa vedere quel rinnovamento generazionale che, sicuramente nel prossimo quinquennio, promette di portare sul proscenio una generazione politica completamente nuova. Sulla stessa lunghezza d’onda, quella della nouvelle vague, è il gruppo di “Altavilla Aperta” guidato da Michele Gallo e Franco Amoroso… Fuori partita appaiono decisamente i grillini dove alcune delle buone individualità presenti dovrebbero già preoccuparsi di trovarsi una squadra che ne valorizzi decisamente le proposte e le professionalità. Come avevo già scritto la “novità” del candidato Carlo Rufo nella “Altavilla nel Cuore” ha contribuito a zavorrare la lista verso un passato che alla maggior parte degli altavillesi, già nel 1992, e poi nel 2006, non trovò sufficienti consensi per imporsi. Li troverà nel 2016? Tra una settimana sapremo. Intanto gli elettori vengono “distratti” dalle discussioni sui boschi e sugli alberi: quelli del parco “La Foresta”, di proprietà e ad alta valorizzazione comunale – quasi due milioni di euro della Regione investiti – che qualcuno, novello emulo di Totò e Peppino con la fontana di Trevi, avrebbe tentato di vendere. O quelli del bosco Macchia che Antonio Marra si ripromette di tagliare per sfoltire. La nota positiva sarà l’aumento della percentuale di donne e di giovani in consiglio comunale. Un buon risultato, a prescindere dal “sindaco” che si affermerà!
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