Di Oreste Mottola Impianto di biomassa bloccato in contrada Sorvella-Sabatella La Biocogein punta a rientrare dei mancati incassi dovuti alla mancata realizzazione dell’impianto per il trattamento delle biomasse in zona Sorvella – Sabatella, nel comune di Capaccio. E batte cassa – con un’azione risarcitoria – presso gli enti che avrebbero immotivatamente stoppato il tutto. “Il comune è estrane”, si affretta a dire il sindaco Italo Voza. “Biocogein a questo punto dica i nomi di chi ha promesso e non mantenuto, ovvero i doppiogiochisti”, dice il M5s. I fatti: a fine marzo scorso il Ministero dello Sviluppo Economico – Direzione Generale per gli Incentivi alle Imprese – ha ufficialmente comunicato alla società Biocogein Srl l’avvenuta decadenza dalla graduatoria riguardante le agevolazioni previste dal Bando Biomasse poiché la stessa società non ha provveduto ad ottemperare a quanto disposto ovvero alla trasmissione della documentazione necessaria alla concessione delle agevolazioni mancando l’autorizzazione unica per la realizzazione e l’esercizio dell’impianto a biomasse e la documentazione bancaria relativa alla copertura dei fabbisogni derivanti dal programma di investimenti. In sostanza, i lavori non sono partiti, tutte le autorizzazioni ed anche il finanziamento, decadono. La società non se ne sta con le mani in mano e fa partire una richiesta di risarcimento danni quantificata in otto milioni di euro: è la richiesta di risarcimento danni presentata dalla società Biocogein al Comune per la perdita dei finanziamenti destinati alla realizzazione di una centrale a biomasse in località Sorvella Sabatella. La Biocogein ha presentato ricorso al Tar per i provvedimenti adottati da Comune e Regione, che hanno causato la decadenza della Biocogein dalla graduatoria dei fondi ministeriali. Un’articolata diffida accompagna la richiesta della società napoletana. Si partte dal fatto che la disponibilità degli immobili su cui dovrebbe sorgere l’impianto, è gravata da indisponibilità a favore del Comune per una lottizzazione abusiva a scopo edificatorio. Gli atti sono depositati anche presso la Procura di Salerno. Sulla vicenda sono subito partite le precisazioni del Sindaco di Capaccio, Italo Voza: “Innanzitutto, occorre specificare con molta attenzione che la richiesta di risarcimento della Biocogein è indirizzata in primo luogo nei confronti degli enti che hanno emesso i provvedimenti. Voler tirare in ballo anche il Comune di Capaccio è quindi immotivato, assurdo ed incomprensibile. In ogni caso, seppur la cosa non ci preoccupa minimamente, abbiamo incaricato lo stesso i legali al fine di tutelare gli interessi di un’intera comunità nelle sedi opportune. Questa presa di posizione della Biocogein non è altro che l’estremo tentativo di arrampicarsi sugli specchi per cercare di ottenere qualcosa, nell’ammissione ormai di non poter fare più nulla se non tentare di conseguire dei risultati economici che non si realizzeranno mai. L’atto adottato dalla Regione Campania nel collegato alla Legge di Stabilità 2016 così come il provvedimento di revoca del finanziamento da parte del Ministero dello Sviluppo Economico sono passaggi normativi e burocratici assolutamente limpidi e che, in ogni caso, riguardano altri e non il Comune di Capaccio“. Una voce discorde sull’argomento è quella dell’esponente grillino Ernesto Franco: “Con l’attesa richiesta di risarcimento da parte della Biocogein possiamo definire la questione biomasse conclusa al 99%. Palma – titolare della Biocogein – ha pubblicamente dichiarato di fare i nomi di chi ha voluto la costruzione della centrale a biomasse. Se è un uomo di parola li faccia”. LA STORIA Il progetto di una centrale a biomasse a Capaccio è stato presentato dalla società Biocogein Campania. L’impianto dovrebbe occupare un’area di circa 21mila metri quadrati in località Sorvella-Scigliati, una zona prevalentemente agricola. Il costo di realizzazione di circa otto milioni di euro. Il consiglio comunale capaccese si è già espresso negativamente sul progetto. Pareri negativi erano arrivati anche dalla Provincia, per motivi ambientali, e dal Consorzio Sinistra Sele, in quanto le emissioni dannose della centrale potrebbero ricadere nelle vasche di accumulo che alimentano le condotte idriche di sette comuni. Inoltre, secondo un dossier presentato a Roma dal comitato Sorvella-Sabattella, «l’impianto Biocogein non è conforme alla normativa regionale (essendo ubicato in zona agricola); al regolamento edilizio comunale; all’assetto infrastrutturale delle strade» e farebbe registrare diverse altre criticità. Dall’azienda, invece, hanno più volte smentito queste ipotesi, evidenziando che la centrale avrebbe portato in tutto il comprensorio uno sviluppo economico e lavorativo. Nonostante questo, però, i cittadini non hanno mai accettato di buon grado l’ipotesi di costruzione dell’impianto sul territorio comunale, temendo soprattutto danni ambientali e rischi per la salute. In più occasioni comitati e singoli cittadini hanno organizzato delle manifestazioni di protesta: nell’agosto dello scorso anno decine di trattori delle imprese agricole della Piana del Sele marciarono su Capaccio. Manifestazioni di protesta si sono svolte anche a Napoli nei pressi della sede della Regione Campania.
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