Di Anna Cafaro MONTESANO SULLA MARCELLANA: “Devi campa’ cent’anni” quanti di noi, nell’arco della nostra esistenza abbiamo pronunciato questa frase nei confronti di una persona che volevamo bene, facendole gli auguri di una lunga vita, ebbene questa volta è toccato alla signora Micucci Rosina arrivare al prestigioso traguardo dei 100 anni. È stato un evento speciale che ha suscitato gioia e curiosità, allietando la comunità di un paese del Vallo del Diano: Montesano sulla Marcellana, dove la signora Micucci è nata il 17 maggio 1916. Un’occasione straordinaria a cui anche l’amministrazione comunale ha voluto prendere parte esprimendo parole di affetto per una vita vissuta superando le tante difficoltà della guerra e dedicandosi alla crescita dignitosa della numerosa famiglia tra vicende tristi e felici in un intero secolo della nostra storia. Mamma di 12 figli vispa e perfettamente lucida, oggi trasmette ai giovani nipoti e pronipoti un prezioso patrimonio di tradizioni e valori ed è per tutti un esempio di vita. Faremo tesoro della sua testimonianza, della sua forza di carattere e della sua tanta voglia di vivere affinché la sua lunga giovinezza, animata da una profonda fede religiosa ci faccia riflettere sulla nostra esistenza. Dopo la celebrazione della Santa Messa, officiata dal parroco Domenico Tropiano, il sindaco Donato Fiore Volentini ha consegnato una medaglia alla straordinaria nonnina. Durante la cerimonia sono arrivati anche gli auguri di Papa Francesco. I festeggiamenti sono poi proseguiti in un caloroso clima di affetto familiare presso un ristorante del luogo. Dalla nostra redazione alla cara Rosina un augurio speciale affinché vada avanti con il desiderio di conoscere ogni giorno un nuovo domani. Di Nunzia Cafaro Nonna Rosina è la mia memoria storica, un pezzo della mia vita all’insegna della spensieratezza e della gioia di “essere al mondo…” Oggi, in occasione della sua meritatissima festa, pesco nel baule dei miei ricordi e la vedo muoversi, allegra e vivace, quale sfondo della mia infanzia o poco più, mentre canta la filastrocca di paese con il piglio di chi vuole sempre insegnare qualcosa… e in tanto mi prepara la solita fetta di pane, olio e appena un pizzico di zucchero: il solo premio agognato per un impegno assolto che però fa lievitare la mia autostima… E che dire di Natale e Capodanno? Tutti rigorosamente a casa di nonno Biagio, zii e nipoti, stipati in quella cucina spaziosa, quasi monolocale, che faceva eco prima alle preghiere e poi via via ad aneddoti, canti e balli, ove c’era posto per tutti i membri della numerosa famiglia e ove si respirava aria di sano benessere e ove tutto mi appariva speciale ed unico… Furba e oculata, nonna Rosina, quando mi portava a suggellare patti e mi affidava incarichi, quale dama di compagnia delle mie zie, per scoraggiare con la mia presenza di bambina vivace e dispettosa i “mosconi” che durante lo struscio di paese le potevano infastidire, aggiungeva poi con un sorriso malizioso… Straordinaria e determinata: sapeva sempre come ottenere ogni cosa… Un secolo di donna, ne ha visto di “cotte e di crude” Che donna, MIA NONNA!
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