di Bartolo Scandizzo È stata la mia prima volta a Mercato Cilento, un piccolo borgo nel cuore del Cilento posto nel comune di Perdifumo. Mi ha portato lì la necessità di capire o scoprire cosa muove centinaia, a volte migliaia, di individui ad affrontare un viaggio nel cuore del Cilento profondo per pregare. Ad accogliermi, Giuseppe Esposito, di Eboli che fa da addetto stampa e tanto altro per il Gruppo di preghiera San Michele fondato e diretto da padre Michele Vassallo, un prete di lungo corso rientrato in Italia dagli Stati Uniti negli anni ’80 per dare vita alla congregazione. Padre Michele (il “don” è riservato a chi opera sotto l’egida della diocesi) è un distinto prelato sui sessantacinque anni, che porta bene, che è a capo di una comunità che conta circa 100 mila adepti in Italia e molti di più nel mondo. Dal 1958 la congregazione è di diritto pontificio con un cardinale protettore. Parroco di Matonti, a Mercato Cilento, Livorno e poi di nuovo in zona ad Omignano. “Il nostro scopo è predicare il Vangelo e pregare Gesù Cristo morto per noi sulla croce – mi dice – nelle nostre tre strutture, questa dove siamo, l’altra a Campagna e la più care in Africa sono luoghi di preghiera e di accoglienza”. A Mercato C. la comunità occupa un convento che sembra un castello da cui si domina la realtà circostante a 360°. L’orgoglio di Padre Michele è la recente ristrutturazione del chiostro e del refettorio che consente di ospitare i confratelli nelle giornate di preghiera e di invocazione che si ripetono periodicamente. Una volta all’anno, il raduno è generale e si tiene allo stadio Vestuti di Salerno dove si radunano migliaia di fedeli provenienti da tutta l’Italia ed anche oltre. Sono venuto per capire di più su come interpretate il vostro essere nella Chiesa … Siamo uno strumento di Gesù per evangelizzare pregando Dio insieme e per intercedere in nome di fratelli più bisognosi. Cosa pensa di Papa Francesco? Tutti i Papi precedenti hanno cercato di spingere nella stessa direzione di Francesco. Questo Papa è riuscito a mettere mano ad un vero processo di rinnovamento. Mi piace molto Papa Francesco! Volete spiegare perché invitate a pregare per scacciare fatture, esorcismi, malefici … non è un modo per riconoscere a maghi e fattucchiere un certa validità ai loro sortilegi? Si tratta di un “esorcismo breve” tratto da una disposizione di Leone XIII. È una preghiera che i fedeli possono fare da soli al fine di allontanare da sé i tentativi del Diavolo, che contende a Dio il dominio dell’universo, di indurre a peccare o, peggio ancora, a fare del male a se stessi e agli altri. Non mi pare di essere più nel Medioevo! Quindi non potrebbe essere una legittimazione indiretta di questi praticoni? Si faccia un giro sulla Litoranea che va da Paestum a Salerno, e troverà decine di auto in fila per essere ricevuti dai “maghi e fattucchiere” che ci operano. Stessa cosa succede nell’Agro-Nocerino-Sarnese ci sono una trentina di sette sataniche. L’ultimo evento che dovrebbe far riflettere è stato il caso di un uomo che in una chiesa ad Eboli, con un atto spiegabile solo con la possessione diabolica, è stato indotto a strapparsi gli occhi dalle orbite … ripresosi, ha dichiarato di essere stato sollecitato da una voce interiore! Si racconta che nel corso dei vostri raduni si siano verificati dei miracoli … La Santa Sede li ha riconosciuti come tali? Gliene indico due, accaduti proprio in questo convento, che hanno fatto scalpore e che hanno occupato intere pagine di giornali: il primo è capitato ad una giovane donna di Matonti. Era impossibilitata a stare in piede per una malattia che impediva la calcificazione delle ossa. Durante la funzione, inopinatamente, si è alzata e ha camminato. Sia il suo medico curante sia all’ospedale di Bologna non sono riusciti a spiegare come sia stato possibile l’improvvisa guarigione. Il secondo caso ha visto protagonista un giovane chirurgo colpito da artrite alle mani. Questa malattia lo aveva reso inabile al suo lavoro in sala operatoria. Mentre assisteva ai nostri riti da una delle finestre che davano sul chiostro, ha gridato la sua guarigione interrompendo la funzione. Dal giorno dopo è tornato ad operare con i ferri del chirurgo. I due eventi sono stati classificati come “grazie” dal Vaticano. Il Gruppo di preghiera San Michele è stato autorizzato dalla gerarchia ecclesiastica? Si! Abbiamo avuto il riconoscimento dal vaticano nel 1958 a seguito di testimonianze di dieci vescovi titolari di diocesi fuori dell’Italia e tanti altri in Italia. Anche il vescovo di Vallo della Lucania, titolare della diocesi in cui avete sede, ha concesso la sua autorizzazione? A suo tempo fu Giuseppe Favali che diede il suo consenso, a seguire l’arcivescovo Pierri della diocesi di Salerno. Come siete organizzati? C’è il Gruppo di preghiera, che si occupa di tutto quel che concerne l’aspetto religioso. Per gli aspetti gestionali delle case e dei luoghi che sono da supporto logistico abbiamo creato un Onlus (Organizzazione, non Lucrativa) che raccoglie le offerte e le donazioni dei fedeli, è destinataria del 5 per mille e provvedere alla manutenzione e alle ristrutturazioni. Come vede, in questo convento siamo in piena opera di recupero funzionale. Abbiamo cominciato dal chiostro. Si è trattato di un intervento costato circa 600 mila euro. Il refettorio è stato ristrutturato con una donazione di un avvocato. Ora bisogna sostituire i pavimenti (le piastrelle ci sono state donate da una signora di Napoli) ed eliminare le infiltrazioni d’acqua che rischiano di danneggiare che gli interventi già fatti. Tutto fatto con risorse nostre e senza aiuto di enti pubblici. La strada che porta al convento la vedo rifatta, però! Sì! L’ha sistemata il comune … Giuseppe è chiamato al telefono e mi lascia in compagnia di Padre Michele. L’incontro si conclude con una visita alla struttura per farmi toccare con mano che le cose dette sono vere … ci inoltriamo nei lunghi corridoi costellati di stanze attrezzate con lettini destinati ad ospitare, in modo spartano, i fedeli. Scendiamo da scale d’altri tempi. Entriamo in una cucina dove una signora, che armeggia intorno ai fornelli, si lamenta delle infiltrazioni d’acqua. Nel chiostro una giovane donna con un sacerdote lo attende per chiedergli se può aspettare lì l’orario dell’incontro del pomeriggio e lui la invita a pranzo. Domenica 10 aprile, a Mercato Cilento, c’è stato uno dei raduni periodici di preghiera che ha visto la partecipazione di oltre 500 persone
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