di Bartolo Scandizzo “Noi donne e uomini, cittadini di questo pianeta, sottoscriviamo questo documento, denominato Carta di Milano, per assumerci impegni precisi in relazione al diritto al cibo che riteniamo debba essere considerato un diritto umano fondamentale. Consideriamo infatti una violazione della dignità umana il mancato accesso a cibo sano, sufficiente e nutriente, acqua pulita ed energia. Riteniamo che solo la nostra azione collettiva in quanto cittadine e cittadini, assieme alla società civile, alle imprese e alle istituzioni locali, nazionali e internazionali potrà consentire di vincere le grandi sfide connesse al cibo: combattere la denutrizione e la malnutrizione, promuovere un equo accesso alle risorse naturali, garantire una gestione sostenibile dei processi produttivi”. “Questo è il preambolo della Carta di Milano” che tutti possono sottoscrivere anche su internet www. http://carta.milano.it Per chi come me, ha visto il cantiere di Expo a Milano a 30 gg dall’apertura ed ha varcato i cancelli dell’opera inaugurata il 1 maggio, oggi, 2 maggio 2015, può gridare al miracolo. Il successo è dovuto al lavoro centinaia di tecnici e maestranze organizzato in modo sincronizzato che ha consentito all’evento di mandare in scena, senza alcuna prova generale, il grande spettacolo. È proprio di un grande spettacolo si tratta! Niente a che vedere con le classiche fiere: zero carta e tante emozioni! Protagonista il cibo e le nazioni che, come primo obiettivo per i loro popoli hanno quello di soddisfare il bisogno primario: l’alimentazione. La “grande bellezza” di un mondo che torna a madre terra per trarne il necessario per vivere è il miglior esercizio per abbattere barriere ideologiche costruite da chi più ha per sopraffare i tanti che ancora sono in marcia per tentare di sopravvivere. Ecco perché popoli che oggi sono divisi da contrasti forti e fratricidi sia per problemi strategici sia religiosi, si ritrovano a pochi metri di distanza a “scavare” nelle loro esperienze migliori per porsi in mostra con ciò che c’è di più caro: gli alimenti per vivere, e tante volte, per sopravvivere . La tecnologia è ad Expo per servizio non come fine a se stessa: grazie ad essa ognuno di noi può costruire il suo “giro del mondo” nel tempo che ha a disposizione. La visione d’insieme è straordinaria; il colpo d’occhio è fantastico, l’atmosfera è elettrica ma non frenetica; lo spazio, per quanto limitato, sembra in grado di contenere ogni esperienza dal micro al macro. Una volta tanto, possiamo essere orgogliosi di aver centrato l’obiettivo senza deleteri effetti collaterali! Infatti, tutti i padiglioni saranno smontati e riutilizzati in altri luoghi visto che sono realizzati con materiale riutilizzabile. Rimarranno in piedi il padiglione Italia e l’albero della vita a testimonianza di un evento che, a pareri di molti, segnerà un momento di svolta su come gli abitanti della terra tenteranno, d’ora in poi, di risolvere i problemi della fame nel mondo. La “Carta di Milano” sottoscritta dai governi e da migliaia di cittadini che transitano nel padiglione Italia, è alla base della svolta culturale che con l’Expo di Milano ha preso un grande slancio per “Salvaguardare il futuro del pianeta e il diritto delle generazioni future del mondo intero a vivere esistenze prospere e appaganti è la grande sfida per lo sviluppo del 21° secolo. Comprendere i legami fra sostenibilità ambientale ed equità è essenziale se vogliamo espandere le libertà umane per le generazioni attuali e future”.
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