di Bartolo Scandizzo Nicola Ragni, ex uomo forte della giunta di Italo Voza, torna a parlare in un’intervista a Stile TV e infila il coltello nella piaga: “Secondo me il Sindaco ha una sola possibilità, arrivati a questo punto: mantenere la parola data ed azzerare la Giunta. Solo con una nuova ripartenza, ma nuova davvero, c’è la possibilità di rimettere insieme i cocci. Altre soluzioni diverse sarebbero fallimentari e servirebbero solo a prolungare l’agonia di questa Amministrazione. Uno scatto orgoglio, da parte sua, è a questo punto necessario”. Ragni non risparmia nemmeno i suoi colleghi di giunta che “Dimostrino di non avere interessi, di non essere legati alla poltrona. Si dimettano e dicano a chiare lettere che le loro dimissioni sono irrevocabili. Sono loro il tappo che sta rischiando di fare scoppiare la bottiglia in modo irreparabile. Mica ci vuole tanto a capirlo ed a farsi da parte senza inscenare inutili sceneggiate a loro difesa” Infine, difende a spada tratta Marilena Montefusco dimissionata a forza, oltre a lui che si era dimesso sul serio: “Se la dott.ssa Montefusco è stata punita e perché non ha votato qualche delibera in particolare, anche qualche altro assessore non lo ha fatto. Quindi bisognava usare lo stesso metro per tutti. Questo è stato un errore grossolano nonché una mancanza di tatto e di rispetto verso un solo assessore, collega medico e, per di più, donna”. A Ragni non pare vero di aver azzeccato la mossa di mettersi di primo acchito. Infatti oggi si trova in una condizione di relativa forza rispetto a tutti i “pesci” che si agitano nell’acquario politico della città dei templi. Si può anche concedere un richiamo a tutti, anche rispetto a quelli che lo hanno indicato a Voza come la causa di tutti i problemi della maggioranza, al senso di responsabilità per evitare danni gravi alle “finanze” comunale con l’arrivo del commissario per 8 mesi. Parlando con una vecchia volpe della politica locale, ho avuto questa analisi della situazione: Voza riuscirà a tirare a campare fino alla fine di febbraio e comunque fino all’ultima data utile per poter andare a votare in primavera del 2016. Poi dovrà prendere atto che non ci sono le condizioni per proseguire …” In fondo è la stessa previsione implicita che si legge tra le righe dell’intervista che Alfonso Stile a fatto a Nicola Ragni
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