Ripubblichiamo un articolo che più attuale non si può! Potrebbe essere riscritto anche per un ipotetico nuovo incontro … I sindaci che si aggirano o fanno capannelli tra il corridoi del piano rosso della sede del centro ricerca per la biodiversità, sede provvisoria del Parco del Cilento, Diano e Alburni, rende plasticamente evidente l’impotenza di una classe dirigente naufragata su se stessa da tempo. Sono lì per eleggere i loro rappresentanti nel consiglio direttivo dell’ente. Impiegano il tempo a raccontare agli altri cose che già sanno. Infatti, durante l’ora di “tolleranza” canonica che intercorre tra l’ora di convocazione dell’assemblea della Comunità del Parco e l’appello che verifica il numero legale, tutti sanno che il tempo passerà inutilmente e l’assemblea non si terrà. La componente del PD, etereo diretta e maggioritaria, ha deciso di disertare l’appuntamento per l’elezione dei quattro rappresentanti dei sindaci nel consiglio direttivo dell’ente. Sarebbe stato veramente strano che fosse accaduto il contrario, visti i precedenti … Da tempo denunciamo che la mancata nomina (tre anni son passati dalla tragica morte di Angelo Vassallo) del presidente della CdP (Comunità del Parco) è un sintomo di ben altro malessere che pervade la classe politica del Cilento. Si tratta dell’incapacità di mettere al primo posto gli interessi generali rispetto alle dinamiche interne dei partiti. Purtroppo, è un tarlo che ha perforato anche la giovane generazione di sindaci e amministratori scelti con il sistema elettorale che dà loro poteri e responsabilità che nessun capo bastone gli può sottrarre se non si comporta secondo il dettato proveniente dall’alto. Il vecchio sistema fagocita ogni nuovo approccio per evitare di scomparire, ma il nuovo si trova a suo agio ad essere “coccolato” dai più esperti che hanno una storia da far valere. Ecco perché accade che in privato i giovani sindaci imprecano contro il sistema e in pubblico si acconciano alla necessità di non mettersi contro chi ancora muove le fila da dietro le quinte per togliere energia e forza al nuovo che non avanza … anzi arretra! Infatti, a sentire le giustificazioni che adduce Antonio Radano, sindaco di Stella Cilento e attuale presidente facente funzioni della CdP, sembra che ci sia una regressione: “sarebbe sbagliato eleggere i quattro prima della nomina del nuovo presidente del parco! Farlo a ridosso delle elezioni (amministrative ed europee ndr) lo sarebbe ancora di più perché non si potrebbe garantire la necessaria serenità. Inoltre, siamo in attesa di possibili modifiche della legge sulla composizione e sulle competenze che devono avere del consiglio direttivo”. Il quadro è questo: la cornice è la stessa, il Cilento “terra dei tristi”; il pennello è sempre nelle stesse mani, “vecchie”; i colori si fanno impastare e combinare docilmente “sperando che prima o poi possa essere estratto il proprio dalla tavolozza”. I giovani sindaci si auto convochino, affrontino la battaglia in campo aperto, si impongano all’attenzione di quella poca opinione pubblica che ancora non è assuefatta all’oblio e tengano il punto che è ora è l’ora di cambiare. … Se non sapranno cogliere questa occasione che ha visto proprio un loro coetaneo sindaco arrivare ai vertici del potere nazionale, allora quando sapranno alzarsi e far valere le proprie idee. Altrimenti, potrebbe essere che ne hanno talmente poche e insignificanti che non vale la pena battersi per affermarle.
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