La Tomba del Tuffatore arriva a Milano. Uno degli affreschi più noti del sito archeologico sarà “ospite” del capoluogo lombardo in occasione dell’Expo, per la mostra Natura, mito e paesaggio dalla Magna Grecia a Pompei , curata dall’università di Milano, da quella di Salerno e dalla Soprintendenza per i beni archeologici di Napoli e da quella Speciale di Pompei, Ercolano e Stabia. «Il trasferimento – spiega Angela Pontrandolfo, docente dell’ateneo di Fisciano e uno dei curatori della mostra – è avvenuto in tutta sicurezza. È stata, infatti, adoperata una speciale teca in grado di rinchiudere l’affresco che così non ha corso il rischio di essere danneggiato». La mostra, allestita al palazzo Reale di Milano, dal 31 luglio al 10 gennaio 2016, sarà una vera e propria esposizione sulla relazione tra uomo e ambiente. Fiori, alberi e paesaggi mescolati dall’arte inimitabile dei più grandi capolavori dell’antichità provenienti da Paestum, per l’appunto, ma anche dal resto della Campania, da Atene, Berlino, dal British Museum e da una serie di raccolte private. La mostra «Ci saranno circa 200 pezzi in mostra. Da Taranto, da Milano stessa, da Vienna, Parigi, Salonicco. A dire il vero tutta la Campania è ben rappresentata non solo con Paestum ma anche con opere provenienti da Napoli da Santa Maria Capua Vetere e così via. Certo oserei dire che Paestum alla fine fa la parte del leone visto che proprio la Tomba del Tuffatore è stata usata come immagine simbolo, anche degli inviti alla mostra. È un’occasione per essere orgogliosi dei nostri capolavori che saranno così ammirati da innumerevoli estimatori, all’interno di una mostra dal valore inestimabile. D’altronde devo anche dire che i costi sono stati alti. Non sono cifre ufficiali visto che non me ne sono occupata io, ma credo ci si aggiri attorno ai 2 milioni di euro. Di certo si è fatto tutto il possibile per la sicurezza delle opere presenti. In definitiva è un’occasione unica di valorizzazione del nostro patrimonio». La storia Risalente al 480-470 a.C., la Tomba è uno dei pochi capolavori dell’arte funeraria arrivati fino a noi. Questo, tra l’altro, è il secondo viaggio della Tomba del Tuffatore che nel 1996 quando fu portato a Palazzo Grassi, a Venezia, alla mostra sui Greci d’Occidente. «Abbiamo utilizzato l’esperienza di Venezia, per portare il Tuffatore a Milano. Fu creato all’epoca un supporto che ingabbiava la lastra della Tomba, inserendola poi nella teca, una cassa a doppia sicurezza. Ecco che noi abbiamo utilizzato lo stesso criterio». Criterio che alla fine risolve le varie polemiche sui possibili rischi che erano sorte nei mesi scorsi. «Spero – conclude la Pontrandolfo – che dalla Campania venga tanta gente a vedere la mostra e spero anche in una certa attenzione delle testate meridionali. Abbiamo ricevuto una discreta attenzione dai giornali nazionali, ma vorrei tanto più supporto anche dalle testate del Sud».
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