di Antonella Citro Poche visite in Certosa di Padula: è questo il bilancio della Notte dei Musei che ha avuto luogo sabato 16 maggio. In quella serata, dalle ore 20 alle 24, i principali luoghi statali della cultura sono stati visitabili al costo simbolico di un euro e anche il celebre monumento certosino, patrimonio dell’Unesco, ha aderito a questa singolare iniziativa che ormai si ripete ogni anno. Una indubbia occasione per godere con le luci della sera, dell’immenso e straordinario patrimonio artistico, fuori dei consueti orari di visita per poterne apprezzare ancora di più la bellezza degli innumerevoli capolavori esposti nelle collezioni dei musei italiani. Così con la nota del Ministero dei Beni e delle Attività culturali e del Turismo, retto dal Ministro Dario Franceschini, è stata resa nota l’adesione del Mibact alla Notte dei Musei promossa dal Consiglio d’Europa. La Certosa di San Lorenzo a Padula in sostanza ha spalancato le porte della “Foresteria Nobile”, con alcuni ambienti che i Certosini avevano destinato ai pochi e scelti ospiti illustri di passaggio. I visitatori presenti appassionati, curiosi e amanti dell’arte e della suggestione che sempre questo luogo fornisce e che, non hanno voluto rinunciare all’appuntamento annuale, hanno potuto visitare il loggiato affrescato con scene di paesaggio e personaggi mitologici, la cappella dedicata a Sant’Anna con vistosi stucchi dorati della fine del XVII secolo e un appartamento, dove è stata esposta una suggestiva e preziosa tavola del XVI secolo con la “Visione di Sant’Eustachio”, considerata opera del pittore Pietro Buono, acquisto del MIBACT di diverso tempo fa. Una occasione senza precedenti, solo per pochi insomma. In questo spazio inoltre sono stati presenti tre dipinti, appartenenti ad un ciclo composto da dodici tavolette custodite nei depositi della Certosa di San Lorenzo, che costituiscono uno dei pochi esempi di opere pittoriche superstiti. Questi dipinti rappresentano piccoli angeli avvolti da festoni, corone di fiori, cartigli e simboli del martirio nel monastero padulese. Percorrendo lo stesso cammino che facevano i monaci in Certosa circa settecento anni fa, chiunque è potuto entrare in alcune celle luogo di preghiera e riposo, luogo intimo e confidenziale ma anche estremamente spartano. Oggi qui si trovano opere d’arte contemporanea che pure tanto hanno fatto discutere in questi anni perché secondo qualcuno in forte contrapposizione con il contenitore antico che è la Certosa. Nell’appartamento della Foresteria è stato possibile ammirare tre opere della mostra “Le Opere e i Giorni”, cioè: “Il est plus tard que tu ne crois!” di Elisabetta Benassi, “Tv Buddha” di Nam June Paik, “Parlamento” di Sisley Xhafa. E poi la magnifica scalinata che offre una finestra che si spalanca su un panorama mozzafiato, un vero simbolo della Certosa. Così tra luci soffuse che davano una certa magia e che facevano ritornare mirabilmente al passato facendolo rivivere in tutte le sue sfumature, la Certosa, ha regalato ancora una volta grandi emozioni. A dispetto di qualche scettico assente.
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