di Eugenio Guglielmotti Il PUC è lo strumento fondamentale per la crescita di una collettività. Di questo siamo tutti pienamente consapevoli. Quando, tra giugno e settembre del 2002, ben tredici anni fa, l’amministrazione dell’epoca conferì il mandato per la “redazione della variante generale al PRG”, si era già in gravissimo ritardo. Il Piano vigente, quello del prof. Airaldi, benché negli anni si è dimostrato un Piano di altissimo valore, è oramai chiaramente superato. “Superato”, perché non è solo esaurito nella sua capacità edificatoria, ma perché, a quasi quaranta anni dalla sua redazione, le logiche che hanno guidato la sua stesura sono diventate obsolete. È cambiato il mondo. È cambiato soprattutto il sistema economico: se prima si ragionava su scala locale od al massimo nazionale, ora l’interesse è globale. E non è un caso che lo stallo nella pianificazione urbanistica sul nostro territorio, ci abbia portato ad un percorso inverso nei flussi turistici: da un turismo che negli anni settanta ed ottanta vantava una grande percentuale di visitatori stranieri, ed extra campani, si è gradualmente passati ad un turismo sempre più locale e sempre più “mordi e fuggi”. Lo riscontriamo con il calo di presenze nell’area archeologica, e con la invasione sulle nostre spiagge solo il sabato e la domenica mattina. Ma allora, perché questo piano non si fa? A mio avviso, si sono creati degli equivoci. Il PUC è sicuramente uno strumento politico. Equivoco n°1, non perché non sia così, ma perché gli amministratori interpretano l’affermazione in questi termini: Il PUC è uno strumento “dei” politici. Uno strumento loro, insomma. In realtà, Il PUC è uno strumento politico nel senso che i Politici dovrebbero raccogliere le istanze della popolazione, confrontarle con le dinamiche economiche globali e trasmettere il tutto all’estensore del Piano. Per questo vengono eletti, per “rappresentare”. Le cose, evidentemente, non stanno andando così, perché è mancato il preliminare confronto con la popolazione, perché è mancato il confronto all’interno dell’amministrazione, e perché sta mancando, ora, la presentazione del lavoro fin qui svolto. Giovedì scorso l’Amministrazione Comunale ha finalmente inteso incontrare la popolazione per mostrare il tanto sospirato “Progetto Preliminare del PUC” (equivoco n°2). Quando si presenta un progetto edilizio presso i competenti uffici comunali, il privato presenta in realtà un progetto “preliminare”. Con questo progetto preliminare, si forniscono agli uffici competenti tutti gli elementi necessari alla sua valutazione ed approvazione, e solo in un secondo momento si mettono a punto le tavole contenenti i dettagli costruttivi, i calcoli strutturali, gli impianti e così via. Invece, in una sala gremita del Savoy Beach Hotel, è stata illustrata una “fotografia dello stato dell’arte”. In pratica, la tanto attesa presentazione del preliminare del PUC, si è rivelata essere semplicemente una lezioncina tesa a raccontarci il paese in cui viviamo. Oggi! Tornando al progetto preliminare di cui sopra, è come se fossero state presentate all’Ufficio Tecnico del Comune, la documentazione fotografica, l’inquadramento cartografico, l’inquadramento aerofotogrammetrico e lo stato di fatto, riservandosi di presentare la relazione tecnica ed il progetto “dopo l’approvazione”! Insomma ci sono stati proposti tutti gli studi preliminari (e non il progetto preliminare) indispensabili per redigere un PUC, ma del PUC vero e proprio, ancora nulla. Il Vicesindaco ci ha illustrato alcune cose. Ci ha raccontato, però, l’ovvio. Ci ha detto che Il centro del Comune, dove si concentrerà il 60% dell’edificabilità, la Cittadella Scolastica ed altri servizi, è Capaccio Scalo. Sono previste nuove strade per alleggerire il traffico! Sono previsti ampliamenti delle strutture ricettive esistenti (sulla falsariga di quanto successo qualche anno fa con le spiagge), ed i paddock necessari all’agricoltura non faranno volumetria… Il festival dell’ovvio, insomma. Il nulla. E difatti, la maggior parte dei Consiglieri Comunali di maggioranza era assente: erano presenti in cinque su dodici. Presentare un PUC alla popolazione è ben altra cosa. Presentare (e discutere, direi…) un PUC vuol dire innanzitutto chiarire quali sono le linee di sviluppo che questo piano andrà a delineare, e questo è completamente mancato. vuol dire poi illustrare quali sono le idee necessarie a centrare gli obiettivi, illustrando le tavole di progetto. Ed anche questo è ovviamente mancato. Questa amministrazione, ancor più che la precedente, mostra timore di dichiarare le proprie scelte. E ciò perché come collettività non riusciamo in nessun modo a ragionare: invece di domandarci quali sono le idee di sviluppo, ci domandiamo se il nostro terreno, o quello del vicino, o quello dell’amministratore, sia diventato o meno edificabile. La manifestazione che si è svolta giovedì può essere considerata solo un punto di partenza (lo “stato di fatto”). Prima dell’approvazione in giunta, tuttavia, mi aspetterei almeno altri due incontri. Il primo nel quale ci venga spiegato cosa si vuole fare di questa cittadina (la “relazione tecnica”), e quindi l’esposizione delle tavole (il “progetto”). A questo punto l’Amministrazione avrà gli strumenti per valutare compiutamente le varie osservazioni e potrà veramente dire di aver avviato un iter di condivisione del Piano con la popolazione.
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