di Afredo Boccia Capitale territorio ancora mortificato. In un binario morto, oltre che treno perso per lo sviluppo, il servizio pubblico di trasporto su rotaia, nonostante le due stazioni a Capaccio Scalo e Paestum: in calo i viaggiatori e strutture inidonee ad accogliere eventuali turisti, ma utilizzate come luogo di ritrovo da tossicodipendenti o chi intende ubriacarsi. Biglietto da visita non proprio presentabile a fronte di tour operator che, anche per questo stato delle cose davvero poco edificante, nemmeno prendono in considerazione l’opportunità di utilizzare i collegamenti ferroviari per quanti intendono raggiungere la terra dell’antica Poseidonia. Una problematica annosa a cui va ad aggiungersi l’incapacità delle istituzioni di creare con continuità e frequenza un servizio navetta da entrambi gli scali ferroviari ai tanti attrattori turistici che caratterizzano sia la città dei templi che l’entroterra o i vicini comuni costieri del Cilento. Senza contare la oramai progressiva riduzione dei treni che si fermano presso entrambe le stazioni, con la conseguente fuga sia di pendolari che turisti i quali si vedono costretti a raggiungere gli scali ferroviari di Agropoli o Battipaglia per potersi assicurare collegamenti idonei alle loro necessità rispetto alle città da raggiungere. Facile comprendere, per chi ha a cuore le sorti di questo territorio, il danno in termini economici ed occupazionali. Danno per le stesse Ferrovie dello Stato che, nonostante le continue sollecitazioni da parte dei cittadini, continuano a non garantire servizi essenziali quali quelli igienici oppure una sala d’attesa. Autolesionismo aziendale che riguarda anche le macchine obliteratrici in gran parte non attive e che permettono a chi non vuole obliterare il biglietto di avere una valida attenuante da opporre in caso di eventuali contestazioni. Un pugno nello stomaco ai circa mille viaggiatori che ogni giorno da e per le stazioni a Capaccio Paestum continuano a preferire il servizio di trasporto ferroviario ad altri e che, per il piano di razionalizzazione attuato da Ferrovie dello Stato, hanno dovuto pure prendere atto della chiusura degli uffici oltre che delle biglietterie. Nella stazioni non esistono pannelli luminosi che indichino arrivi e partenze, se non datati fogli danneggiati dalle intemperie. Con i sottopassi alla stazione a Capaccio Scalo dove si trovano rifiuti di ogni genere e le pensiline divelte dai vandali che, così, non ne permettono l’utilizzo per cui erano state posizionate. Mentre il degrado cresce rigoglioso nei depositi ferroviari prospicienti lo scalo a Capaccio Scalo divenuti buon rifugio per i senza fissa dimora. E con l’unica rampa di accesso per i disabili che riguarda un binario in cui i treni non transitano. Paradosso di due stazioni, quelle denominate Paestum e Capaccio – Roccadaspide, in cui di notte l’illuminazione è carente come la garanzia di sicurezza per gli utenti. Ombre di non poco conto che potrebbero da subito e senza eccessive spese illuminare un virtuoso futuro percorso in treno da parte di moltitudini di viaggiatori che al momento, preso atto delle disfunzioni dei due scali ferroviari, latitano. Nonostante i protocolli di intesa e le promesse, non solo di politici ma anche di tecnici, di utilizzare le stazioni come parte integranti di un polo turistico quale quello dell’area archeologica poco distante dalla stazione di Paestum. E pensare che un gruppo di imprenditori, con capitali propri, non pare aver rinunciato alls realizzazione di una stazione intermodale lungo la statale 18 a Capaccio capace di rendere la cittadina del templi punto di snodo nevralgico per quanti raggiungono il Cilento. Con navette in partenza per la Costiera Amalfitana, la Certosa di Padula, Agropoli, i siti archeologici di Novi Velia e Moio della Civitella, le Grotte di Castelcivita, la Valle del Calore e le aree interne degli Alburni, Agropoli e la stessa città di Salerno. Lo studio di fattibilità della stazione intermodale è stato redatto e prevede, unitamente ai parcheggi per auto e per autobus, dotati di pensiline con pannelli fotovoltaici, anche spazi dedicati agli artigiani ed ai produttori di tipicità locali, sale per degustazioni, un’enoteca ed un ristorante con pietanze rigorosamente preparate grazie all’utilizzo di prodotti consoni ai dettami della Dieta Mediterranea. Infrastruttura che, messa in rete con le due stazioni ferroviarie, effettivamente non lascerebbe piu’ alibi.
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