di Oreste Mottola ROCCADASPIDE. Solo uno spot elettorale? Antonio Squillante, direttore generale dell’Asl, in giro per Roccadaspide e dintorni, non ci sta. “Manco si sa ancora di preciso quando si vota. Che faccio visito le strutture in incognito e a sorpresa? Oggi sto qui per dirvi che siccome l’ospedale unico del Sele è ancora nella programmazione corrente, rendiamo autonoma la struttura di Roccadaspide che serve la valle del Calore, gli Alburni e l’Alto Alento. Tre mesi di tempo e verrà notevolmente potenziato il pronto soccorso”. Mattinata di lavoro e non si notano molti sindaci della zona presenti, al netto di quelli già in servizio tra ospedale e distretto sanitario. Il profilo è sobrio. “Oggi c’erano due felici coincidenze. Si chiudevano i termini per l’appalto per dare un’organizzazione più efficiente e localizzazione nuova a una struttura che compie quindici anni di attività, con oltre 600 mila euro di investimento dell’Asl, e diamo ufficialmente notizia della scelta regionale che ha voluto affiancare la Valle del Calore all’isola di Capri come zona sanitariamente particolarmente disagiata con un servizio di pronto soccorso non solo da mantenere ma rafforzato”. Per Adriano De Vita, direttore sanitario dell’ospedale di Roccadaspide: “Ancora una volta nessun favore a questa struttura. La sua marcia in più è nella qualità dei suoi medici e negli indici di utilizzazione dei posti letto”. Il nuovo Piano di riordino della rete ospedaliera regionale, che renderà il nosocomio rocchese una struttura autonoma dotata di pronto soccorso, certamente piace alla parte politica che può ascriversi il merito di andare oltre la paura dei tagli. Ma non si negano le preoccupazioni: “Ora dobbiamo giocare un’altra partita molto importante, che si terrà presso il Ministero della Salute e dell’Economia, dove – ammette Squillante – bisognerà sostenere tutti insieme, senza bandiere politiche di riferimento, le azioni fatte fino ad ora. Questi provvedimenti organizzativi erano previsti nel cronoprogramma che ha interessato non solo la regione Campania, ma anche le altre regioni d’Italia. Si tratta, non a caso, di programmi quinquennali, e inoltre, in seguito al decreto Balduzzi, che ha cambiato l’organizzazione sanitaria in Italia, c’era necessità di presentare questo piano”. Squillante si è anche espresso in merito all’ospedale di Agropoli: “La situazione è ancora in movimento. Non mi sento colpevole. A seguito del ricorso amministrativo presentato dal comune di Agropoli, insieme ad altri comuni, il giudice a suo tempo si espresse dicendo che l’ospedale andava chiuso. Per riaprirlo bisognerebbe riprendere in mano la discussione, ed è quello che si sta facendo, ma è necessario che tutte le forze politiche si uniscano. C’è ampio campo libero per riuscire a far riaprire quel plesso. Quella stessa sentenza del Tar ci impedisce perfino di riaprire un pronto soccorso”. “Per me non si tratta di formalismi. Il mio ospedale ora è una struttura autonoma – ha commentato il primo cittadino Girolamo Auricchio – il decreto 49 prevedeva la confluenza di questa struttura in quella del Sele e di conseguenza l’entrata in uno gorgo che non sapevamo dove ci portava. Non era improbabile così la sua chiusura. Ora questo brutto pensiero è alle spalle ”.
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