di Lucio Capo Se son rose fioriranno…disse il poeta. Se son sotto-passi non credo sotto-passaran…disse il villico. Vent’anni persi, in trepida attesa di un buco, che ricolleghi Capaccio a Pèstum. Occorrerà un altro ventennio affinchè l’opera si realizzi, vista la periodicità storica ventennale delle cose Capaccio-Italiote, di ventennio in ventennio ci avvieremo mestamente verso la rassegnazione, e, ad utilizzare la Statale 18 per passare da Capaccio a Paestum. Il cordone ombelicale fu reciso, con la chiusura del passaggio a livello, una sciagurata decisione presa dalle Ferrovie dello Stato, con l’avvallo del Comune di Capaccio, che per l’occasione incassò 4,5 milioni di euro. Ora quei 4,5 milioni non ci sono più, quindi per fare il sottopasso da 12 milioni di euro, i Capaccesi accenderanno un mutuo con la Cassa Depositi e Presiti. La questione è arrivata financo in Parlamento con l’interrogazione dell’on. Valiante. E quando, l’affare s’ingrossa e la questione si discute ad altissimi livelli, il popolo incomincia a fare scongiuri e a toccarsi le pudenda. E così, dopo la “Quistione 1” e “Quistione 2” che il Comune di Capaccio ha dovuto affrontare per 91 anni, dal 1771 al 1862, col Principe Doria d’Angri, per tornare in possesso delle aree demaniali di “Cerzagallara, Laura e Codiglioni“ , il Popolo di Capaccio si sta preparando e attrezzando, ad affrontare la “Questione Sotto-Passo”, per i prossimi novant’anni. Questi sono i fatti e non sono in discussione. Le chiacchiere, invece, scorrono come fiumi in piena e sono rimbalzate, dalla modesta aula consiliare del Comune di Capaccio, all’austera e sfarzosa aula della Camera dei Deputati, ove la sottosegretaria del Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo, Francesca Barracciu, è stata sottoposta all’interrogazione parlamentare, presentata dai deputati Simone Valiante e Giuseppe Fioroni, inerenti il sotto-passo di Paestum. In mondo null’affatto sottomesso, la sottosegretaria ha argomentato a proposito del sottopasso Pestano :<< La “Questione” del sottopasso di Paestum è una vecchia storia, l’attuale progetto non è ancora esecutivo, e, fa parte di un più ampio progetto di mobilità, accoglienza e fruibilità turistica dell’area archeologica. Il sottopasso di Paestum è stato approvato dalla Soprintendenza con due condizioni. La prima condizione, non sovraccaricare di traffico veicolare la strada che circonda le mura antiche, ripristinare i due parcheggi realizzati fuori le mura e mai utilizzati, recuperare la ex Cirio comprata dalla Soprintendenza. La seconda condizione, che tutti i lavori prevedano apposite indagini archeologiche preliminari. Per ciò che attiene il marciapiede di 1.100m da realizzarsi dalla Cirio a Torre di Mare, unica opera del “Concorso di Idee per Paestum e dei nuclei urbani di Licinella, Torre di Mare e Santa Venere (finanziaria Berlusconi 2006)” – la sottosegretaria – precisa che esso ha avuto tutti i permessi dalla Soprintendenza e sarà realizzato nel pieno rispetto del patrimonio archeologico, paesaggistico e naturalistico dell’area, prevedendo altresì all’eliminazione di alcune costruzioni non idonee alla bellezza dei luoghi >>: In trepidante attesa registriamo le perplessità dell’ex Sindaco Enzo Sica :<< Nella comunicazione in aula della relatrice si fa cenno ad alcuni passaggi che vorrei sottolineare. 1) 2002 approvazione da parte della Soprintendenza di un indicazione di un sottopasso a 600m a Nord. 2) 2004 bocciatura del progetto a 350m a Nord. Dopo la bocciatura fu fatto un progetto a 600m, secondo le indicazioni del 2002, furono fatte le indagini geo-archeologiche, che risultarono negative, da allora silenzio assoluto dalla Soprintendenza. Come mai non ci fu risposta a quel progetto, i soldi per realizzare il sottopasso allora c’erano. Sono passati 10 anni….>>: La probabilità che ne passino altri dieci e dieci volte dieci è una prospettiva realistica.
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