Sono d’accordo con Sergio Vecchio sulla necessità di delocalizzare gli eventi culturali, culturali, artistici ecc. e valorizzare gli altri contenitori (Cirio e Tabacchificio oltre a tutti gli altri citati) e realtà territoriali valorizzandone le peculiarità e la vocazione. Resta però l’amaro in bocca a sentire molti denigratori delle sfere istallate in modo provvisorio nell’area archeologica per dare delle risposte, anche provvisorie, alla atavica richiesta di spazi espositivi destinati alla convegnistica, ad eventi sportivi, fieristici, culturali e musicali. L’aver individuato Paestum dove allocare le “sfere” è stata una giusta intuizione perché ha coniugato, per la prima volta, due esigenze: rivitalizzare la zona archeologica in bassa stagione facendola vivere e “palpitare” e consentire che eventi, altrimenti destinati a cambiare location di rimanere e rilanciarsi (vedi Borsa internazionale del Turismo Archeologico). Certo, è importante che la struttura non resti definitivamente allocata lì dov’è ora, ma che faccia da “ponte” e sia da “stimolo” per il comune ad investire, finalmente, su infrastrutture indispensabilise si vuole, che la “Città dei templi” assuma un ruolo dinamico e concorrenziale nel panorama dell’offerta turistica destagionalizzata. Per dimostrare la buona fede dell’amministrazione, un buon segnale per tutti che il sindaco Italo Voza scopra le carte del PUC (Piano Urbanistico Comunale) per dimostrare che è vero che l’allestimento delle sfere è una soluzione provvisoria in attesa di realizzare strutture destinate agli stessi scopi. La necessità di ottenere la proroga richiesta sta nei fatti: due progetti legati all’Expo 2015, uno del Parco e l’altro della Provincia, tre eventi presentati proprio il 18 gennaio da Planet Beverage, un evento legato alla sposa, la richiesta di alcune federazioni sportive (ginnastica per esempio) di portare eventi nazionali a Paestum… un affollamento incredibile che, se annullati, causerebbero una grave crisi di credibilità a Paestum e all’intera economia turistica e produttiva del territorio. Bartolo Scandizzo
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