di Diodato Buonora
Una bella domenica di questo caldo gennaio. Sembra primavera, ma sappiamo bene che l’inverno non è ancora arrivato. Ne approfittiamo, prima che arrivi il freddo, per fare un giro nel nostro amato Cilento. La nostra meta è Santa Maria di Castellabate, una delle perle turistiche della nostra provincia. In un luogo così, viene naturale e spontaneo cercare un ristorante dove si mangia pesce. La nostra scelta è caduta su “Lo Sparviero”, che si autodefinisce un “fish restaurant”. Siamo nei pressi della Torre Perrotti, indiscusso simbolo di Santa Maria, vicino alla spiaggia di marina piccola, dove è stata girata la scena finale del noto film “Benvenuti al Sud”. Il locale è piccolo, ma estremamente curato nei minimi particolari. Il ristorante è su due livelli, al pian terreno c’è una saletta con una quindicina di posti, mentre al primo piano ce n’è una con circa 20 coperti. D’estate, invece, è anche disponibile una terrazza per interessanti cenette romantiche, da dove si può godere il tramonto. Per noi, che avevamo prenotato, ci è stato assegnato un tavolo nella saletta sopra vicino alla finestra dove si poteva ammirare il mare in tutta la sua bellezza. A riceverci abbiamo trovato Gabriele che è il responsabile del servizio di sala. Ci fa accomodare e ci porta la carta con le portate e la lista dei vini. Notiamo subito la sua gentilezza e le sue buone maniere accompagnate da un sorriso sincero e genuino. Sono cose scontate, ma al giorno d’oggi sono difficile trovare, spesso ci imbattiamo in locali dove il cameriere ha lo stesso spirito e modi di fare di quelli che hanno il cosiddetto posto fisso. La scelta delle portate è molto interessante, ci sono piatti originali e innovativi che hanno come filo conduttore la nostra dieta mediterranea. Abbiamo avuto l’imbarazzo della scelta, ma alla fine abbiamo optato per le “Calamarelle cotte al tizzone condite con olio cilentano, scaglie di grana, rucola e pomodorini”. Buone, tenere e gustose. All’unanimità siamo stati felici per la scelta, così come lo siamo stati per il piatto successivo: “Paccheri con spinaci, vongole, pinoli e noci”. Un piatto dove si sono percepiti tutti i sapori, nessuno prevaleva sull’altro. A questo punto, avremmo potuto anche fermarci, ma ci siamo lasciati tentare dalla “Frittura mista del golfo”, calamari, gamberi e altri pescetti freschi locali. Era da tempo che non gustavamo una frittura così croccante, asciutta, leggera e piacevole. Per terminare abbiamo preso una selezione di dolci della casa: millefoglie con crema e cioccolato, tiramisù al bicchiere e muffin con gocce di cioccolato. Anche qua niente da dire. Da bere, dalla lista con una buona selezione di vini regionali, abbiamo preso il Greco di Tufo 2013 di Pasqualino Di Prisco, che ha magnificamente accompagnato il tutto, tanto è che una bottiglia in tre non è bastata. Alla fine ci siamo complimentati con tutti. Abbiamo incontrato la giovane Serena Vassallo che è la titolare. Fino a qualche giorno prima di Pasqua, che Lo Sparviero è aperto unicamente il sabato e la domenica, è lei che si occupa dei fornelli e lo fa veramente molto bene, dal modo di cucinare alla scelta della materia prima. È un’ulteriore dimostrazione di quello che abbiamo più volte affermato, il lavoro della ristorazione, se fatto con passione e impegno, dà sempre ottimi risultati. Chiudiamo con una curiosità: abbiamo chiesto perché il locale ha questo nome. Noi pensavamo a quello del noto rapace, invece, Serena ci ha raccontato che prima di aprire Lo Sparviero (circa tre anni fa) gestiva uno stabilimento balneare. Qui era rimasta attratta da un tipo di pesca, effettuata da alcuni pescatori locali, che si chiama proprio “con lo sparviero”. La pesca con questo tipo di rete (conosciuto anche come rezzaglio o giacchio) si effettua in acque sabbiose basse, dalla riva della spiaggia o alle foci dei fiumi. La profondità massima per la riuscita non deve superare il metro e mezzo e ci sono buone possibilità anche la notte, muniti di una lampada e spostandosi continuamente. E’ una vera e propria caccia di movimento, dove bisogna tenere conto della zona, del vento e delle condizioni del tempo e del mare. Lo sparviero è l’unica rete individuale la cui resa è determinata dalla perizia del pescatore che la lancia in acqua. La manovra va eseguita correttamente e si impara dopo molto esercizio e pratica piscatoria. L’azione del lancio è la più delicata di tutte e si acquisisce dimestichezza e perizia solamente dopo molta esperienza. Tornando a noi è stata veramente una bella giornata sotto tutti i profili. Per un pranzo o una cena allo Sparviero (2 portate più dolce) ci vogliono circa 25/30 euro vini a parte.
Ristorante Lo Sparviero, Via A. Guglielmini 5 – 84048 Santa Maria di Castellabate (SA). Tel. 338 638 9217 – 333 890 0501
Nella foto: Serena Vassallo con Giuseppe e Gabriele
Gastro-news
PAESTUM – L’AIS (Associazione Italiana Sommelier), delegazione Cilento e Vallo di Diano, organizza a Paestum (SA), presso l’Hotel Cerere, un Primo Livello del Corso di Qualificazione Professionale per Sommelier. Il corso avrà inizio il 10 febbraio 2016, ore 19,00 – 21,00. Le domande di iscrizione dovranno pervenire entro il 3 febbraio 2016, ore 18, giorno in cui ci sarà un incontro di presentazione del corso. Per informazioni: Dott.ssa MARIA SARNATARO (338 92 96 146) – email:[email protected]
Per segnalare news enogastronomiche: [email protected] o telefonare al 338 9426245.
La ricetta
Risotto al pollo con erbe mediterranee
Ingredienti per 4 persone: 360 g di riso per risotti, 2 petti di pollo tagliati a straccetti, 1 litro di brodo di pollo, 40 g di burro di bufala, olio extravergine d’oliva del Cilento, 1 cipolla piccola tritata, 3 cucchiai di prezzemolo fresco tritato, 1 cucchiaio di basilico fresco tritato, ½ cucchiaio di salvia fresca tritata, 150 g di caciocavallo stagionato grattugiato, sale e pepe.
Preparazione: scaldate in una pentola 2 cucchiai d’olio e il burro e fate imbiondire la cipolla per 4 minuti. Unite il riso e rimescolate per 2 minuti con l’olio e il burro. Aggiungete un mestolo di brodo e rimescolate fino a quando il liquido sarà assorbito. Continuate ad aggiungere il brodo un po’ alla volta, rimescolando fino a farlo assorbire del tutto, portando il riso a cottura (ci vorranno circa 20 minuti). Incorporate le erbe (tenendo da parte 1 cucchiaio di prezzemolo) e metà del formaggio e amalgamate. Poi aggiungete gli straccetti di pollo che nel frattempo avrete rosolato in una padella con un filo d’olio. Amalgamate ancora, salate (se necessario) e pepate a piacere. Servite spolverando con il resto del formaggio e del prezzemolo.
Vino abbinato: Greco di Tufo Docg 2014, Di Prisco.