di Lucio Capo
I saggi in area demaniale hanno permesso la definizione del “Perìbolo” del santuario meridionale. I saggi in area privata hanno permesso l’individuazione di un Tempio di età repubblicana, 250 metri ad est di Porta Marina.
Il “Perìbolo” nell’architettura classica, definisce, il recinto sacro che circonda un Tempio. Nel “Perìbolo” si trovavano edicole, statue, doni votivi, che non potevano essere conservati nel Tempio. Sul finire degli anni’80 fu intrapresa una campagna di scavi a Pestùm, le prospezioni archeologiche, interessarono alcuni terreni privati della città antica, mai scavati prima, ed alcune aree ad est delle mura. I saggi di scavo nell’area della ex statale 18, che attraversa la città da nord a sud e taglia l’area del santuario meridionale ad est, hanno confermato l’esistenza del muro del “Perìbolo” che circonda il Tempio di Nettuno e la Basilica, cosiddetti. Una strada in battuto, di epoca greca, corre lungo il muro di cinta del recinto sacro, dallo scavo sono emersi frammenti arcaici di coppe “a filetti”. Questa importante scoperta ci permette di calcolare la larghezza del “Perìbolo” del santuario meridionale di Poseidonia in 250 m. Sul lato opposto ad ovest, i sondaggi hanno individuato una strada greca, al di sotto della strada romana in basolato, impropriamente definita “Via Sacra”, se ne deduce che la strada romana, ricalca, quella greca nella sua direttrice originaria. Questo nella parte demaniale di Paestum, un quinto di tutta la Città, che continua ad essere di proprietà privata… bisognerebbe farlo sapere al nuovo principe teutonico appena insediatosi! Tornando ai nostri misteri, è duopo informare il popolo, che, l’esplorazione di un terreno privato ad est di Porta Marina , ha permesso di scoprire un Tempio di età repubblicana a 250 metri dalla stessa Porta. Il Tempio si trova a 15 metri a sud della strada antica, ben visibile in superficie, che collega Porta Marina con il Foro Romano. Lo scavo archeologico ha permesso di accertare che il Tempio di età repubblicana, si sovrappone ad un quartiere di abitazione del VI sec.a.C., distrutto alla fine del IV sec.a.C.. Anche il Tempio repubblicano, ha subito una sorte analoga circa quattro secoli dopo, esso probabilmente fu danneggiato dall’eruzione del Vesuvio del 79 d.C., visto il denso strato di lapilli che lo copre. Dopo l’eruzione fu edificato un “Perìbolo”, le cui fondazioni tagliano lo strato di lapilli. Tutto ciò conferma, ove ce ne fosse ancora bisogno, che la Città di Paestum è ancora tutta da scavare ed espropriare.