Con la terza esperienza sul Cammino del Parco Cilento, Diano Alburni, entriamo nell’età adulta della nostra esperienza sia con il tipo di percorso sia perché abbiamo preso confidenza con la filosofia di fondo che induce delle persone a spostarsi con una certa continuità in una direzione con l’obiettivo di giungere in un luogo che sarà la base di partenza per un altro obiettivo.
Questo fatto ci fa muovere con una consapevolezza diversa rispetto alle abituali attività sportive che pure ci vedono protagonisti nel corso dell’anno.
Con questo pensiero di fondo arrivo al punto di partenza che è Scorzo, posto “mitico” situato in cima alla salita che collega lo collega a Zuppino sulla SS 19 tra il bivio di Petina e Postiglione.
La giornata è ventosa e fredda e mi attardo in auto prima di scendere per fare un po’ riscaldamento in attesa che arrivi Sergio.
Scorzo si trova ai piedi dei monti Alburni al lato Nord, per cui il sole nel mese di dicembre apparirà solo per poco tempo come per il tracciato previsto per questa tappa. Per cui, ben coperti, ci avviamo lentamente sulla strada che ci porterà al capoluogo Sicignano degli Alburni. I primi 2 Km sono pianeggianti e ci consentono di correre in scioltezza e portare il corpo alla temperatura giusta.
A seguire inizia il tratto in salita che durerà circa 10 Km e che ci porterà fino al punto panoramico dal quale ci affacceremo si Petina e sulla valle del fiume Tanagro.
Al 4° Km entriamo nel centro abitato di Sicignano, un paese dominato dal castello e animato dal mercato settimanale. Superato il paese, ci rimettiamo sulla SP 35 bis e, protetti dal vento dal monte Alburno che ci sovrasta sulla destra, prendiamo il passo giusto diretti al nostro obiettivo immediato: metterci alle spalle la salita.
Arrivati al belvedere, immortaliamo con una foto l’evento, e poi ci lanciamo per la discesa verso Petina.
A differenza del paese gemello, probabilmente per l’orario di pranzo, Petina èmeno animato anche se altrettanto ben tenuto. Passiamo per la bella piazza sotto gli occhi interroganti delle persone che incrociamo e poi di nuovo lungo la strada a tornanti che scende fino a sprofondare fino alla vecchia stazione della Eboli – Sicignano – Lagonegro.
Sulla strada gli operai della Comunità montana alburni lavorano per ripulire le cunette al fine di consentire un deflusso ordinato delle acque che scendono dal monte.
Un tratto pianeggiante ci porta all’incrocio della SS 19 delle Calabrie che proviene da Eboli. Sostiamo a bere alla fontana fatta costruire da Ferdinando di Borbone per dare ristori ai viandanti nel 1780. Infatti, questo era il tracciato della strada che collegava Napoli alla Calabria evitando la terra del “tristi” dove spadroneggiavano i briganti, come era chiamato il Cilento.
La SS 19 è interrotta prima di Auletta a causa di una frana che ha fatto sprofondare la strada nel fiume Tanagro. Per cui siamo costretti a risalire lungo i campi per superarla.
Ci rendiamo conto che i calcoli sulla distanza da percorrere che ho fatto sono errati: invece di 24 arriveremo a superare i 30 Km.
La sorpresa si ripercuote subito sulla mia andatura che, in discesa, è stata troppo veloce per i miei muscoli.
In cambio, finalmente, il sole riscalda un po’ il nostro andare lungo la fondo valle che collega il bivio di Auletta alle Grotte dell’Angelo. Ancora qualche tratto in salita alternato da discese rigeneranti, poi intravedo il cartello di Pertosa, poi ancora un altro con le indicazioni del MIDA 1 e 2. Infine eccoci alla svolta che porta all’ingresso delle grotte.
Sul piazzale ci fermiamo a sorseggiare dalla fontana l’acqua gelata per recuperare un po’ di liquidi, facciamo la foto di rito e, rapidamente, saliamo nell’auto di Massimiliano De Paola che intanto è arrivato per recuperarci e riportarci, come il gioco dell’oca, alla casella di partenza, a Scorzo.
L’interruzione sulla SS 19 ci costringe ad lungo giro per giungere alla meta.
Con Sergio ci salutiamo ed io rientro, dopo una rapida doccia fai da te, a Pertosa al MIDA 2 per un incontro con i sindaci dell’area per illustrare il progetto del “cammino” che con Sergio, stiamo facendo di corsa …