Dopo aver corso quattro maratone (Torino, Roma, Amsterdam e Malta) in poco meno di due anni, avevo deciso che per me era finito il tempo d’impegni fisici legati allo sport di questo livello.
Anche l’annuncio che a novembre del 20221 a Paestum, finalmente, si sarebbe corsa la 1^ Maratona della “Città di Templi” era stato accolto dal sottoscritto con molto entusiasmo, ma non mi aveva smosso dalla mia decisione.
Col passare del tempo, però, un pensiero ha cominciato ad affacciarsi con sempre maggior insistenza nella mente …
Già la ripresa delle gare podistiche nell’area cilentana, mi aveva richiamato all’attività agonistica attiva e questo mi faceva molto piacere. Poi, a metà agosto, la caparbietà di Roberto Funicella, aveva riaperto il cantiere della Trans Marathon del Parco, alla quale decisi di iscrivermi più per testare le mie condizioni fisiche perdendo un po’ di peso che guardando al cronometro.
Mi resi conto che non ero messo troppo maschio, infatti al termine della manifestazione ci arrivai bene sia sotto l’aspetto atletico sia sotto il profilo psicologico.
Il mio pensiero, per la verità, andò subito all’impegno di dover accompagnare un gruppo di turisti sul Cammino del Parco del Cilento Vallo di Diano e Alburni per 180 Km in 8 giorni, per cui non ci fu tempo di pensare alla Paestum Marathon. ..
All’inizio di settembre u.s. mi ritrovai con una base di attività fisica che era una buona piattaforma sulla quale poter innescare una preparazione specifica per un impegno distante nel tempo di due mesi che si sarebbe tenuto il 7 novembre 2021.
A questo punto, dopo aver programmato un cronoprogramma di richieste per arrivare in condizioni sufficientemente buone per l’evento, decisi di formalizzare la mia iscrizione all’evento!
Fu come aver sciolto un nodo che sentivo troppo stretto per me; allo stesso tempo saputo la maratona di Malta corsa il 3 di marzo del 2020; immediatamente prima del look down decretato per la pandemia di Covid-19.
Scrivo solo ora di questa esperienza perché domenica 24 ottobre 2021 ho preso parte alla StraSalerno, la mezza maratona che avevo inserito nel mio programma come punto finale dei lunghi previsti.
Ed eccomi nella gabbia di partenza della StraSalerno. Incontro Santo, un siciliano trapiantato a Tramutola, e Franco un “esagerato” cultore dello sport podistico che ti fa venire la voglia di fare molto di più di quello che riesci a fare; con loro c’è anche Nico un amico che sa essere “normale” nello sport come nella vita.
Parto ha deciso a non farmi prendere dal clima euforico che mi circonda e che si legge negli occhi degli oltre 700 presenti ai nastri di partenza (iscritti alla 21Km, alla 10 Km e alla StraSalerno).
Trascinato ad un ritmo (5’19”) esagerato per me cerco di individuare un “traino” al quale agganciarmi per farmi gestire per i primi 10 Km. Finalmente, mi accodo ad un “trenino” costituito da due donne e un uomo che, ad un passo sostenuto, procedono senza grossi problemi sul percorso. Mi distraggo seguendo i loro discorsi, ma non mi faccio coinvolgere pensando al mio andare che, in ogni caso, è un ritmo superiore alle mie possibilità di tenuta. Infatti, all’8° Km, li lascio andare e inizio ad interrogare il mio corpo su come sta vivendo un ritmo di gara che è al di sopra della mia media di allenamento su una distanza lunga.
Percepisco una bella sensazione di poter tenere il passo e, trasgredendo ogni buon proposito di non strafare, decido di farmi portare dalle gambe ancora esse stesse non mi potrebbero richiamato a più miti consigli.
Sul traguardo dei 10 Km mi rendo che sono ampiamente sotto l’ora e quando mi ritrovo da solo ad affrontare l’inizio del secondo giro, mi sposto sulla linea bianca che separa le corsie del lungo rettifilo che porta a Mercatello e mi concentro sull’ atteggiamento che ha il mio corpo correndo sotto sforzo. Mi sento chiamato da Ginetta che mi aspetta lungo il percorso e mi fotografa fotografa. Alzo lo sguardo e punto un concorrente che mi precede un di metri. Alla svolta del Mercatello, riesco a superarlo e già davanti vedo una signora che mi precede. Mi faccio prendere dall’agonismo di raggiungerla e, passo dopo passo, ci riesco non appena superiamo il parcheggio dell’ex cementificio. Le strade, intanto, si cominciano aldanimare, qualcuno si sente in dovere di incoraggiare gli atleti di retroguardia tesi nello sforzo di osare il meglio si sé; altri, indifferentemente, discutono voltando le spalle. I ciclisti scorazzano per la strada chiusa al traffico, mentre alcuni pedoni si godono lo spazio conquistato e liberato per poche ore dai perenni rumori prodotti da ogni tipo di veicolo.
Sento che perdere un po’ per evitare di arrivare sul traguardo stanco, ma la voglia di battere il mio miglior tempo su questo percorso, mi fa perdere di vista il motivo per il ho partecipato a questa gara.
Spendo ancora un po’ di energie per superare un altro concorrente sulla salitina del Teatro Verdi e, svoltando a sinistra per immettersi sul lungomare, me “lancio” verso il traguardo che dista poco più di 2 Km.
A piazza della Concordia rinuncio all’ultimo rifornimento d’acqua e continuo con passo sostenuto verso il traguardo che si preannuncia con la voce dello speaker che accoglie gli atleti che mi precedono chiamandoli per nome.
quando sento il mio sono già con i piedi sul tappeto azzurro che procede l’arco che indica la fine della fatica.
Mi meraviglio di essere arrivato in buone condizioni, cerco con gli occhi Ginetta che mi attende nei paraggi, scendo a prendere il “pacco gara”, una banana, una mela e una passeggiata con Gina fino all’automobile raccontandoci le prime sensazioni.
Dopo una doccia alla buona fatta nel parcheggio, riprendiamo la strada di casa …
Sullo sfondo già vedo il finale della Paestum Marathon che, a questo punto, già mi si para davanti. Ora si tratta di tenere vivo lo spirito con il quale ho lavorato per due mesi e cercare di essere capace di gestire il tempo che resta nel miglior modo possibile per affrontare la fatica con serena e paca consapevolezza che ce la “posso fare” ancora una volta !