Franco Palumbo apre i giochi sul Puc (Piano Urbanistico Comunale) convocando tre assemblee pubbliche nella sala Erika Piazza Santini.
Alle 17:00, l’orario indicato sui manifesti (c’è anche una versione digitale che indica le 17:30) la sala è desolatamente vuota e in piazza c’è Tonino Scala che mi saluta dalla panchina antistante l’oratorio della parrocchia di San Vito.
Sotto il portico si raccoglie lentamente il gruppo di persone che comporrà la platea dell’assemblea: imprenditori, politici, amministratori, supporter … Tutte persone che hanno partecipato ad ogni “uscita” sul Puc negli ultimi 20 anni!
Palumbo entra in sala accompagnato dal Lucio Conforti, consigliere a cui ha affidato la delega all’urbanistica, e Massimo Di Gregorio, architetto, a cui il sindaco ha affidato il compito di annodare i fili della matassa che intende dipanare.
Dopo un attacco a “certi personaggi che non hanno vergogna per ciò che non hanno fatto quando è toccato a loro amministrare”, sfodera il suo motto preferito : “sarà il Puc del popolo!”
Avrà una parte strutturale, da adeguare ogni 5 anni, e una gestionale nella quale saranno individuate le priorità.
Attacca ai professori che “hanno redatto il Puc da dietro una scrivania” ed elogia Sabelli e la “macchina comunale” che è stata sempre mortificata”.
Palumbo annuncia che ha svestito i panni del “politico per calzare quelli che buon amministratore” padre di famiglia che, anche grazie al Puc, tenterà di dare risposte alla crisi occupazionale che tocca anche la Città dei templi.
Il sindaco del “popolo” racconta un aneddoto per richiamare i concittadini imprenditori a fare il proprio dovere in merito al pagamento dei tributi: “ Un imprenditore, che non ha mai pagato le tasse, mi ha chiamato per dirmi: conte sì!. Mi sono fatto un mutuo in banca per farlo …” con te sì “.
Fa un elogio a Rodolfo Sabelli e a Roberto De Vendel, che è presente per verbalizzare, in quanto hanno fatto un ottimo lavoro che, in nome del principio della continuità amministrativa, sarà tenuto come utile base per la ripartenza. Infine, Palumbo prende un impegno solenne: “ entro 18 mesi Capaccio Paestum avrà il suo strumento urbanistico!”
Il nuovo sindaco prende in mano anche la “penna rossa” per correggere gli “imbecilli” che scrivono ma non sanno quello che dicono.
Invita i media a dare una mano ad informare “correttamente” per mettere i cittadini nelle migliori condizioni per valutare. Chiama a raccolta i professionisti della città, da sempre mortificati, ad essere propositivi perché saranno loro ad inaugurare la nuova fase della “politica collaborativa” al fine di innalzare il rating di Capaccio Paestum. Solo questo potrà immediatamente aumentare la capacità di attrarre finanziamenti per centinaia di milioni di Euro.
“Ci impegniamo, afferma Palumbo, a rigenerare l’esistente più che a consumare altro suolo sottraendolo all’agricoltura e al verde. Dobbiamo riparare o sostituire la condotte colabrodo. Abbattere i tempi per la concessione a costruire a meno di tre mesi.
Creeremo le condizioni per consentire ai privati di essere protagonisti dello sviluppo utilizzando il metodo dello scambio previsto con la perequazione.
A questo punto, arriva il debutto di Lucio Conforti, al fianco di Palumbo fina dalla prima ora, che legge il suo intervento. Ribadisce che il “palazzo” sarà veramente di vetro che saranno rispettati i tempi previsti dalla legge regionale in materia. Conforti elenca le fasi che vedrà impegnata l’amministrazione per la redazione del piano: il reliminare, consultazione, adozione, osservazioni e approvazione.
Massimo Di Gregorio, ordinatore della “Città di sistema” entra nel merito e racconta lo spirito che anima la compagine amministrativa attingendo direttamente dal programma elettorale: relazioni e scambio per una interazione fruttuosa tra tutte le anime e le peculiarità presenti in una città divisa in 18 contrade.
Di Gregorio dichiara esaurito il piano di fabbricazione firmato da uigi Aisaldi, salvandone, però, l’intuizione di allegare al Puc anche il regolamento edilizio comunale che andrà adattato alle nuove esigenze.
Grazie alla perequazione si potrà aprire al capitale privato aprendo un rapporto negoziale (il do ut Des) tramite manifestazioni di interesse mettendo le carte sul tavolo senza farsi tentare dagli inciuci.
L’esempio eclatante potrebbe essere il cine teatro “Miryam” a piazza Santini.
La parola passa al pubblico. Interviene Pino Greco, presidente del consorzio albergatori Paestum in, che sottolinea il fatto che i committente sono i cittadini che pensano anche ai loro figli.
Gaetano Fasolino che dichiara essere stato sempre oppositore delle amministrazioni precedenti e sottolinea il rischio di trasformare il territorio come l’Agronocerinosarnese!
Benedetto Voza pone l’accento sulla necessità di vedere realizzato, finalmente, la delocalizzazione del mercato ortofrutticolo e La realizzazione del sottopasso di Paestum.
Tonino Scala ricorda che bisogna ridare alla città dei templi molto spazio alla cultura a cominciare dalla realizzazione della biblioteca e del cine- teatro.
Giuseppe Bifulco sottolinea che oggi il turista si orienta anche in base agli spazi all’aria aperta e alla mobilità a basso impatto ambientale: pedonale, bici, mezzi a trazione elettrica …
Pino Leone chiede un capitolo specifico per i campeggi prevedendo la loro riconversione per adattarli alle necessità de terzo millennio.
Luigi Barlotti si impegna a presentare una memoria scritta su cosa chiedono i turisti ad una città vivibile ad ogni ora del giorno e della sera.
Palumbo invita anche Franco Sica e Claudio Aprea ad intervenire.
Sica chiede un intervento di sistema per mettere in rete e creare spazi ai 25 plessi scolastici. Inoltre invita a puntare al turismo legato agli eventi sportivi
Aprea punta sulla necessità di realizzare una “Rivoluzione culturale” appropriandosi delle buone pratiche messe in atto in altre realtà. L’obiettivo è rendere la cultura epicentrica rispetto al sistema di vita di una comunità.
Palumbo, soddisfatto, chiude l’incontro con la promessa che sulla strada del confronto inaugurato non sarà impossibile approvare il Puc con il consenso anche dell’opposizione consiliare come è già successo nella sua precedente “vita” da sindaco a Giungano.